Uomo e robot, vincerà l’automazione

Ogni volta il fiato sospeso: il bagaglio che ha viaggiato nella stiva dell’aereo mi sarà riconsegnato? Questa tappa della frequentazione dell’aeroporto londinese di Gatwick sembra destinata a ottimismo e serena fiducia. La tecnologia applicata affida lo smistamento dei bagagli a robot che programmati a dovere dovrebbero garantire precisione e rapidità. In tema di robotica è fresco fresco il caso del porto svedese che ha sostituito gruisti e personale di contorno con efficientissimi robot per movimentare i container, con grande risparmio di tempo e denaro. Come sa chi si aggiorna in scienza dell’innovazione è vicino il tempo della rivoluzione che prepara navi, arei e auto senza guidatore, macchine agricole manovrate da sofisticati computer. Si può già calcolare il numero di lavoratori ghigliottinati dall’automazione? Saranno non tra molto milioni. Che fare? I pompieri che vigilano sul fenomeno gettano acqua sul fuoco (“L’uomo inventerà nuova occupazione”, ma non definiscono in concreto l’ipotesi utopistica) e prevale l’idea che il mondo debba adottare capillarmente l’alternativa del salario. Per il momento la sola possibile è affiancarla all’inedito di turnazioni tra chi conserva il lavoro e chi lo perde. (Nella foto robot in fabbrica)

 

 Tasse, onesti e furbi. L’altalena dell’evasione.

Il gusto per le notizie che sfuggono ai più è fonte quotidiana di ispirazione per gli scriba, come li chiama il creativo Gianni Clerici, decano del giornalismo e specialista del tennis. Nota in poche righe (esercizio arduo in cui fu specialista Fortebraccio per l’Unità) di Repubblica sul caso eclatante di Galapagar, luogo di piccola dimensione nei dintorni di Madrid, abitato da trentamila cittadini. Lì il numero di contribuenti (2016) ha toccato l’incredibile tetto del più cinquantadue per cento. Inutile indagare sul perché di un’anomalia sicuramente mondiale. Nessuno lo sa. La moneta che rappresenta il fenomeno di questa cittadina, gettata in aria e ricaduta, mostra il retro. Eccolo: I deputati siciliani nutrono una forte e appassionata ostilità per il dovere di ogni italiano di pagare le tasse. Semplicemente non le pagano. Casi specifici? Su novanta consiglieri regionali (perché tanti?) settantasette morosi mancano all’appello dell’Agenzia delle Entrate. Francantonio Genovese, ex sindaco deve al fisco 12 milioni e 680 mila euro. Poveretto! Ha chiesto e ottenuto di pagare quanto deve a rate, ma quelle di gennaio e febbraio le ha “sportivamente saltate”. Tra gli altri evasori si distinguono per entità del debito Raffaele Nicotra, Formichese, Giambattista Coltraro. Desta stupefatta curiosità Valeria Sodano. Ha un debito di settemila euro, cifra decisamente inferiore ai colleghi citati, ma ha comunque chiesto di rateizzare l’importo. Anche lei non onora le scadenze. L’aggravante? È nipote dell’ex presidente dell’Agenzia per le entrate.

 

 


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