Prima e seconda parte del giallo scritto da di Luciano Scateni. Un poliziesco tra i vicoli di Napoli che prefigura atmosfere e personaggi dei ‘bastardi di Pizzofalcone’, con anni di anticipo e, soprattutto, con la maestria di un grande narratore-artista qual è Scateni. La premessa è dello stesso autore.
Il mestiere fa il cuore duro? E’ lavoro di frontiera il ruolo di commissario, specialmente in aree di diffusa criminalità. Il disagio assume caratteri di esasperazione se si esercita il difficile compito in convinta ostilità alla linea d’intervento repressiva, intesa come prioritaria ed esclusiva strategia per la sicurezza della città. De Maria vive il mandato in costante e sofferta contestazione della lettura di Napoli raccontata come luogo di irrimediabile sconfitta della legalità. Il suo anticonformismo, è plateale nell’idiosincrasia per “le circolari”, disposizioni che omologano nel loro linguaggio erga omnes realtà tra loro distanti, senza identificare problemi e specificità. Il lavoro sul campo è altro. Impegna il commissario sul fronte della repressione senza sconti del crimine privo di alibi e su quello della tolleranza per devianze di diseredati toccati dalla sfortuna di incolpevole marginalità.
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