Prosegue la mega campagna pro vaccini “senza se e senza ma” di Repubblica, va avanti la grancassa mediatica. Altra paginata, il 14 settembre, sull’olocausto prossimo venturo, una strage da 10 milioni di vittime se non si vince la sfida ai nuovi batteri super resistenti. Per questo, prima di riuscire a trovare il super antibiotico ad hoc – e per riuscirci l’unica strada è quella di dare una montagna di soldi alle case farmaceutiche restie a investire dove i profitti sono meno pingui – non c’è altra strada che quella di spingere sull’acceleratore con i vaccini.
Quattro mesi esatti fa, a metà maggio, lo stesso, identico ritornello: fondi, fondi e ancora fondi per Big Pharma, per convincere i boss a investire qualcosa nella ricerca di Nembo-Antibiotico, nel frattempo a tutto vaccini. Ora, come allora, un mare di cifre, tanto per “allarmare” meglio il popolo bue. Ecco cosa scrive la penna scientifica di Repubblica, Elena Dusi: “le infezioni che non possono essere combattute per mancanza di farmaci uccidono già 700 mila persone all’anno nel mondo. La stima apocalittica dei 10 milioni di morti (1 ogni 3 secondi, più del cancro) è stata elaborata a maggio da una task force del governo britannico: la Review on Antimicrobial Resistance”. In tempo davvero reale, dal momento che il primo forte sos risuonò proprio a maggio. “Da allora – precisa Duse – l’allarme negli Usa si è ripetuto altre tre volte. L’anno precedente era capitato alla Cina. Nel frattempo questi microbi (ma non erano batteri?, ndr) contro i quali non abbiamo difese avevano viaggiato in Asia, Europa (inclusa l’Italia, in animali da allevamento) e Canada”. Chissà se in prima classe o in turistica.
Si avvicina – nel drammatico racconto firmato Duse – il fantasma di una nuova Ebola, si fa concreto lo spettro di un altro flagello dopo l’Aids, è dietro l’angolo la peste di manzoniana memoria. Stiamo entrando “in un nuovo Medioevo” e occorre investire tanti soldi: la commissione europea ha stanziato appena 2 milioni e 300 mila euro per le ricerche sugli antibiotici ammazzabatteri, una bazzecola rispetto agli sforzi messi in campo dagli Usa, dove i National Institutes of Health hanno appena lanciato un bando da 20 milioni di dollari. L’Onu, dal canto suo, sta promuovendo una campagna per “prevenire le infezioni negli uomini e negli animali attraverso le vaccinazioni, la sorveglianza delle resistenze, l’igiene dell’acqua e degli ambienti”.
L’allarme fotocopia (addirittura identica la grafica) di Repubblica, sempre nella pagina “La scienza”, comprende la rituale intervista al “nostro ricercatore più citato nella letteratura scientifica internazionale”, Alberto Mantovani, punta di diamante al San Raffaele di Milano, osannato anche dal matematico e ateo praticante Piergiorgio Odifreddi, che tesse sperticate lodi sul fresco di stampa firmato Mantovani, “Non avere paura di sognare. Decalogo per aspiranti scienziati”: e punta l’indice, il nostro antiDio, contro le masse ignoranti che osano mettere in discussione l’uso dei vaccini.
Ecco l’odierno appello di Vate-Mantovani: “abbiamo un disperato bisogno di nuovi antibiotici e le case farmaceutiche oggi non sono incentivate a investire”. Poverine, alla canna del gas, come la tedesca Bayer che ha appena fatto un boccone – per 66 miliardi di dollari – del colosso degli Ogm, la statunitense Monsanto.
Quale la ricetta per sconfiggere i batteri killer? Che cosa chiedere all’Onu? Ha le idee chiare, Mantovani, e una stella polare: “L’Onu dovrebbe promuovere la diffusione dei vaccini esistenti e finanziare la ricerca per quelli futuri”.
Ecco i Lumi che lo scienziato più cliccato d’Italia accese – quattro mesi fa – per Repubblica: “si deve ribadire l’importanza delle vaccinazioni: è stato accertato che l’uso dei vaccini consente di diminuire quello di antibiotici e, di conseguenza, la comparsa dei batteri multiresistenti”. Ma in quella occasione, facendo ricorso a tutto le risorse fosforee, sottolineava “l’importanza di corrette norme igieniche: un gesto semplice, come quello di lavarsi le mani prima di andare da un amico ricoverato in ospedale, è basilare perchè preserva da infezioni”. E’ in attesa del Nobel, ora, per la scoperta dell’acqua tiepida.
Sorgono spontanee alcune domande: perchè nessuno parla mai di garantire livelli di assoluta qualità (cosa oggi assai poco garantita) nella produzione dei vaccini? Forse perchè è chieder troppo alle povere case farmaceutiche, che ci guadagnano poco? Ed è troppo chiedere trasparenza nel settore, oggi del tutto opaco, come nota perfino la solitamente iperasettica “Autorità per la Concorrenza” che ha da poco redatto un poco rassicurante rapporto (e sottolineato gli utili crescenti per chi produce e commercializza vaccini)? E’ folle chiedere prezzi giusti per prodotti sicuri, affidabili e di qualità? E come mai nessuno prende in considerazione la proposta lanciata dall’oncologo Antonio Marfella (lo scienziato che da anni porta avanti la battaglia – con don Maurizio Patriciello – a favore delle vittime nella Terra dei Fuochi) di una produzione pubblica (o rilevando un’azienda o entrandovi in partecipazione, come spesso fa la sempre più presente Cassa Depositi e Prestiti) nel settore dei vaccini? Forse perchè è più consigliabile non disturbare i Signori di Big Pharma?
Ma Vati, Baroni & Scienziati certo non rispondono a così modesti quesiti…
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