La disumanità: che altro è la barbarie di musulmani deviati, assetati di potere che violentano la mente vulnerabile di bambini per indurli a morire dopo aver ucciso dieci o cinquanta sconosciuti con il torace avvolto da cinture esplosive, che rapiscono ragazze per sottometterle come schiave da stuprare? Che altro sono gli alpinisti che sfidano la morte nella scalata a montagne invalicabili, i sub che oltrepassano i limiti della sopravvivenza e crepano nelle profondità di grotte senza ritorno, i base jamper che si schiantano al suolo dopo voli a rischio della vita? E’ impossibile a menti umane normali capire questi folli estremismi. Le possibilità di morire per eventi imprevedibili sono già alte e incombono sulle nostre vite: incidenti in auto, treni, aerei e perfino il classico mattone che centra la testa, ma poi lo smog, i veleni di rifiuti cancerogeni e malattie che la natura infligge agli uomini periodicamente, come la peste, influenze letali, virus, tumori, guerre. Perché dare una mano alle imperfezioni della natura? La riflessione cade a ridosso di due episodi choccanti: la morte di tre sub nelle acque di Palinuro, inutilmente teatro di altre tragedie analoghe e il tragico volo di un base jumper che si è lanciato dal Monte Bianco, ma da inorridire è l’arresto di un ragazzino pronto a farsi esplodere con il suo carico di morte. E potrebbe essere un suo coetaneo l’autore della strage di Gaziantep in Turchia, cinquantaquattro morti e tra loro ventidue bambini. E’ questo il mondo che in molti ammirano come prodigiosa creazione di un essere superiore?
Nella foto il quattordicenne imbottito di esplosivo scoperto dalla polizia
Libertà di insulto
La bestialità umana (con tutto il rispetto per gli animali) ha scoperto il luogo della vigliaccheria per vomitare insulti: facebook, twitter e simili, insomma i social network. Nel cono d’ombra della protezione concessa dall’anonimato, migliaia di vigliacchi, nascondendosi dietro un nick name inventato, insultano con volgare pesantezza religioni altre e specialmente l’ebraica, gay e immigrati. Rivelano così recrudescenze di atteggiamenti che si sperava fossero stati sepolti dal tempo: nazismo, razzismo, sessismo. Come difendersi dall’orgia di violenze verbali dei social è cosa ardua, non impossibile. Forse accettando solo chi denunci senza mentire la propria identità, postando obbligatoriamente un documento d’identità valido, il luogo dove vive, indirizzo di e-mail e numeri di telefono. Lo faranno mai i colossi miliardari che senza vincoli accettano milioni di utenti per incassare miliardi con la pubblicità ? C’è da dubitarne.
Punizione esemplare
Cinque, perfino dieci milioni di dollari. A tanto è stimato il salasso che cade sulla testa bislacca di Ryan Lochte, il nuotatore americano che a Rio ha inventato di aver subito una rapina a mano armata. In aggiunta alla figuraccia mondiale e alle probabili sanzioni del Comitato Olimpico e di Swimming Usa, c’è la penale macroscopica per il ritiro degli sponsor. Cifre a sei zeri. Un esempio significativo viene dalla Speed, azienda di produzione dei costumi da bagno che ha dirottato cinquantamila dollari destinati a Lochte in beneficenza, a Save the Children, per assistere i bambini brasiliani bisognosi. In fumo un milione di dollari della Syneron Medical, un altro di un’azienda giapponese di materassi e così per altri sponsor. C’è da scommettere che Lechte, ubriaco nella fase della menzogna sulla rapina, non berrà più neppure una birra.
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