C’è chi si ostina a sostenere la necessità di dialogare con l’ineffabile Erdogan, tiranno lontano dai fondamentali della democrazia, quanto lo fu il fascismo e ancor peggio il nazismo. Il capo di un Paese dilaniato da insanabili e secolari conflitti politico-religiosi ha trasformato la fase in corso del tentativo di colpo di Stato e i momenti successivi in un’operazione di vendetta selvaggia: decine di migliaia di arresti, epurazioni di massa, trattamenti disumani per quanti ha sospettato di esprimere idee e convinzioni politiche sgradite. L’Europa democratica, ha per un verso dimenticato lo scandalo della vendita di armi della Turchia ai terroristi dell’ Isis, ma ha fatto chiarezza sull’ipotesi di reintrodurre la pena di morte: stop alle trattative per l’ingresso della di Ankara nella Comunità. In puro stile tirannico Erdogan replica in questi giorni di essere pronto a metter in atto la morte di Stato (“Se me lo chiede il popolo”, cioè i suoi fanatici sostenitori) e dittatore qual è, sfida cinicamente i potenziali partner. Prevarrà il “no” di Italia, Francia, Germania al dialogo o avranno la meglio interessi politici a tirar dentro la Turchia?
Singolare promozione
A proposito di Alfano. Non è noto un suo commento, ma si può intuirne il tenore, alla notizia che tale Roberto Mandolini, carabiniere, è stato premiato con la promozione a maresciallo capo. Decisione formalmente ineccepibile dal momento che ha maturato sette anni nel ruolo inferiore, ma c’è un ma…, ovvero l’avanzamento viene riconosciuto a un militare dell’Arma indagato dalla Procura di Roma per falsa testimonianza, resa durante le fasi del processo Cucchi, il giovane torturato e ucciso brutalmente. Chiamato a testimoniare sul caso, secondo l’accusa avrebbe mentito e coperto il pestaggio inflitto da tre carabinieri al povero Stefano. In risposta alla sorella di Cucchi, il sottufficiale pronunciò la frase “I carabinieri hanno fatto il loro dovere, arrestarono un grande spacciatore”. Del reparto Mobile di Tor di Quinto fa parte l’appuntato Casamassima che al tempo del massacro di Cucchi era in servizio a Tor Vergata, quando Mandolini informò il maresciallo Mastronardi con queste parole: “E’ successo un casino, i ragazzi (carabinieri, ndr) hanno massacrato di botte un arrestato (Cucchi, ndr). Alfano, ministro dell’Interno è informato della promozione? Pensa sempre che le forze dell’ordine, senza alcuna eccezione, siano da tutte da lodare? (Nella foto Stefano Cucchi)
“Bella ciao” e giù botte dei fascisti
Qualcuno, pur avendo radici nell’antifascismo di un Paese che ha sventato tentativi di colpo di Stato, sostiene che i neofascisti di Casa Pound siano da tollerare. C’è da riflettere sulla teoria garantista di ogni forma di espressione politica se include anche formazioni che non nascondono progetti reazionari e per farlo ricorrono alla violenza. In quel di Bolzano, (sarà che subisce l’influenza deleteria della vicina Austria, dove la destra estrema ha forza consistente) elementi di Casa Punod hanno ridotto a mal partito Davide Gallo, diciannove anni, finito in ospedale con prognosi di diciannove giorni. Motivo? Cantava “Bella Ciao”. Lo testimoniano un filmato e testimonianze di alcuni amici dell’aggredito. Nelle immagini dei picchiatori si riconoscono un consigliere di circoscrizione e un ex eletto del movimento fascista.
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