La vera rivoluzione / Dalla società competitiva a quella fraterna, non antropocentrica

La principale rivoluzione etica da 2000 anni è quella di Cristo. Il paganesimo si fondava sulla legge del più forte e sulla diversità. Cioè, si basava sulla violenza: Cristo propone una società basata sull’amore. La comunità cristiana subisce persecuzioni, fino al trionfo. Trionfa quando i cristiani non applicano più le leggi di Cristo. Combattono, uccidono, eseguono condanne a morte, torturano, commerciano e truffano.

Nei secoli, la dottrina di Cristo viene riproposta in vari modi. Papa Francesco intuisce il legame intimo fra tutte le creature, intuisce la genetica. La nostra affinità genetica con lo scimpanzè è maggiore di quella dell’elefante africano con quello indiano. Kant intuisce che non occorre che le leggi morali ci siano dettate dall’esterno (Da Dio, per esempio: “Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”).

Da pochi decenni c’è una riproposizione della “non violenza”. Le circostanze non sono quelle di 2000 anni fa. Le leggi non possono più riguardare solo l’uomo: la non violenza non riguarda solo gli uomini, ma tutti i viventi, specialmente i senzienti. E’ una svolta etico-scientifica che cambierebbe la società: dalla “società competitiva alla società fraterna”.

Anche se il Papa, con le sue parole, voleva solo dire: “Prima gli uomini, poi gli altri animali”, ha mantenuto il “Principio di diversità” e quello di “Violenza”. Gli stessi che hanno continuato a regolare il mondo anche dopo il messaggio di Cristo. Gli stessi che furono accettati dai soldati di Costantino. Questi principi hanno creato una società in cui è mantenuto il principio di sfruttamento del più forte sul più debole, perfino dell’uomo sull’uomo, ma soprattutto una società in cui esiste il dominio assoluto sui “diversi”, gli altri animali, la natura. Essi sono fuori della sfera morale. “L’uomo è misura di tutte le cose”. Esiste un antropocentrismo statico, non evolutivo che perpetua la violenza.

La società fondata sull’ amore, che viene predicata, diventa una società astratta, fondata sull’amore di Dio. Si parla di amore, ma ci sono dei limiti. Questo porta, in concreto, a quanto tutti vedono: corruzione, affarismo, pedofilia, violenza palese o segreta, ma non certo a pensare che… “un giglio di campo è più bello di Salomone in tutta la sua gloria…”.

Non si può rendere migliore la società conservando la visione specista, la visione antropocentrica, perché significa conservare il principio di violenza, giustificandolo con la diversità. Perché mai la diversità dovrebbe autorizzare l’uomo alla crudeltà?


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