Per fortuna sembra che le corna del diavolo siano ammaccate e insomma per il momento la Francia potrebbe esorcizzare il rischio di consegnarsi nelle mani della destra che mette in campo volto ed esternazioni bellicose di Marine Le Pen. Parigi, cioè la Francia, perché nessun altro paese europeo è altrettanto dipendente dalla città leader, è lontana molte miglia dalle ambizioni elettorali della leader xenofoba e propagatrice di ambizioni di sostituire la democrazia con progetti di destra conservatrice e anacronistica, conditi da revanscismo. Nella città che nei secoli è stata attrattore culturale come nessun’altra, luogo di incontro e confronto di intellettuali, scrittori, pittori, filosofi, la signora Le Pen, con il suo Front National è ferma a un modesto nove percento e le va anche peggio nell’undicesimo arrondissement. Si delinea poi un accordo elettorale tra socialisti, Verdi e Sinistra che dovrebbe ridimensionare sostanzialmente le velleità della destra. Sullo sfondo rimangono però le suggestioni subìte da personaggi dell’alta borghesia suggestionati dai proclami di Marine Le Pen. I fenomeni di populismo antidemocratico colpiscono anche gli Stai Uniti e per essi Barak Obama. Continua a ritenersi compatibile con il ruolo di leader mondiale, alla Presidenza degli Stati Uniti, il funambolico riccastro d’America, al secolo Donald Trump che anziché godere dei miliardi accumulati con una vita da nababbo si lascia catturare dalla pretenziosa libido di concorrere alla successione di Obama. Da molte scempiaggini uscite dalla gola urlante di Trump scegliamo “Il governo messicano manda negli Stati Uniti i suoi stupratori” e ancora, rivolto alla giornalista Megyn Kelly, rea di avergli rivolto domande ‘cattive’: “Le esce sangue da ogni parte” alludendo al suo ciclo mensile e sulla candidata donna del suo partito: “Guardatela. Si può immaginare come presidente con quella faccia?” Per non far mancare nulla alla sua bassezza morale si ricorda l’indegna imitazione di un giornalista del New York Times disabile. L’America si augura che questo pallone gonfiato si afflosci, in nome della democrazia e della dignità di uno Stato leader mondiale.
Nella foto Donald Trump
L’italico salto della quaglia
A chi aspetta la politica, per quel che ne resta in termini di dignità, per cancellare con una decisione appropriata i salti della quaglia di eletti nelle liste di un partito che per motivi di opportunismo passano al “nemico” nel corso di una stessa legislatura? Già indecente è la scelta di molti fuoriusciti di confluire nel gruppo misto, fino a farne un nuovo partito, ma disgustoso è il caso di parlamentari (altro che onorevoli) come Francantonio Genovese, indagato per presunte truffe alla Regione nell’inchiesta “Corsi d’Oro” che indaga sui corsi regionali di formazione professione e approdato a Forza Italia provenendo dal Pd. A scandalizzarsi non è solo l’opinione pubblica del mostro Paese, messa a dura prova in tema di consenso ai partiti: Basilio Catanoso, deputato di Forza Italia, i colleghi Gasparri e Matteoli, giudicano la vicenda una vergogna. E torna in mente l’ “acquisto” del parlamentare De Gregorio che ha confessato di aver intascato milioni per lasciare l’Italia dei Valori e passare a Forza Italia. La nausea è prossima a conati di vomito.
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.