In molti, in troppi, hanno partecipato alla lettura faziosa, ignorante, malevola del Sud, che per gli stolti del Nord si identifica in Napoli, anche se sei nato a Corigliano Calabro o a Bitonto. Tutto napoletani, tutti incolti, rozzi, caciareschi, evanescenti, svogliati, “terroni”. La contestazione del nordismo preconcetto, offensivo, si avvale del racconto di un evento sportivo avvenuto ieri a Verona, l’incontro di calcio tra la squadra locale e il Napoli. L’animalesca tifoseria locale, appena conclusa l’esecuzione della Marsigliese, ha cominciato a insultare gli ospiti, in particolare Lorenzo Insigne, perché napoletano, e la sua città. Per avere un’idea, seppure parziale, dell’oscenità dei cori proseguiti per l’intero incontro, questo: “Napoli, Napoli, vaffanc…” Gli dei del calcio hanno voluto che a segnare il primo, decisivo gol dei giocatori azzurri, sia stato proprio Insigne e per qualche istante la tifoserie veneta è rimasta muta. In particolare, la dea Nemesi si è manifestata così. Tra le bugie dei nordisti, specialmente dei leghisti, una in particolare è spesso sulla loro bocca per denigrare i meridionali. Sostiene, per chi non è informato, cioè per i più, che il Nord paga più tasse del Sud. Un’indagine (Cgia), super partes, afferma il contrario. In assoluto gli italiani più oberati di tasse sono i calabresi di Reggio (7.684 euro all’anno), seguiti a pochissima distanza dai napoletani e dai salernitani. Solo al tredicesimo posto si trova una città del Nord ed è Genova. Tra le meno gravate dalle imposte quattro città del Veneto, nord est del Paese: Vicenza, Padova, Udine. Verona. Verona, appunto, quella del razzismo calcistico, emulato dagli ultras del basket. Un’altra bufala di Lombardi e compagni è nel bagaglio di menzogne del Nord per denigrare il Sud e indurre il governo a non finanziarlo: “Dalle nostre parti la vita costa di più”. Falso anche questo, ma ammettendo che fosse vero, non si include nel ragionamento il dato di due o perfino tre componenti di una sola famiglia del nord che lavorano e contribuiscono a un reddito complessivo doppio o triplo rispetto a Napoli, dove tra l’altro la disoccupazione è una storica piaga sociale. La Svimez sottolinea la voragine economica Nord-Sud nella misura di oltre il cinquanta per cento in termini di Prodotto Interno Lordo. Il danno e la beffa: la gente del Sud è penalizzata per le carenze di ogni genere, di quelle sanitarie, per esempio, che costringono i suoi cittadini a trasferte onerose e a disagi.
Alfano: “Tranquilli: c’ero anch’io al concerto”
Impossibile non rilevare la contraddizione nelle esternazioni del ministro degli Interni. All’indomani degli attentati di Parigi, Alfano ha tranquillizzato gli italiani. Ha rivelato le caratteristiche del piano “due” per la sicurezza ( non ancora il massimo), ha elencato i numeri delle imponenti forze dell’ordine e militari a tutela degli obiettivi sensibili e in un impeto di prudenza istituzionale ha detto: “Abbiamo abbassato il rischio, ma il rischio zero on esiste”. Frase ripetuta mentre il Belgio blinda l’intera Bruxelles e i Paesi europei, esposti teoricamente a maggior rischio (l’Italia, no?) sono impegnati nella caccia ai potenziali terroristi, il nostro ministro getta acqua sul fuoco. Dice che l’Italia può stare tranquilla, perché disponiamo di un’intelligence efficientissima e se la prende con i professionisti del rischio (i giornalisti). Che dire, speriamo che la ragione sia dalla sua parte.
L’italiano non è un’opinione
Prosegue il percorso fortemente polemico nelle storpiature della nostra bella e armoniosa lingua. Una scarsa frequentazione con il purismo dei migliori dizionari di italiano è da addebitare a un’intervistata con ruolo istituzionale da “Dossier” del Tg2. Sua l’espressione “elemento trasformativo”, inesistente nelle pagine del Devoto e Oli. Peccato veniale? Ammettiamolo per generosità ma speriamo che trasformativo sia abolito per sempre dalla lingua di Dante.