Di seguito il racconto dell’insopportabile idiozia leghista, protagonista il sindaco salviniano di Padova, tale Bitonci Massimo, massimo (sic) esempio di cavernicolo eletto dai veneti della sua città senza metter in conto le conseguenze della scelta incosciente. Succede che la filosofa e parlamentare del Pd Michela Marzano, in accordo con la professione e le convinzioni sociologiche del caso ha scritto il libro “Mamma, papà e gender”. Il primo cittadino di Padova, con “editto” in stile “ventennio”, ha negato all’autrice la presentazione del volume nella sala Paladin. Ecco un nuovo esempio di ignorante stupidità: “gender” come spiega pazientemente Michela Marzano è il termine inglese a cui corrisponde in italiano “genere” e si riferisce alle caratteristiche fisiche che distinguono gli uomini dalle donne, l’orientamento sessuale delle persone, la tendenza emotiva o sessuale che porta le persone verso l’altro o lo stesso sesso. L’obiettivo è favorire il rispetto di chiunque, indipendente dalla propria identità e dal proprio orientamento sessuale. Sono noti, ma volutamente ignorati i danni dell’incomprensione generale, dell’ipocrisia dei cosiddetti perbenisti, della “vergogna” di ragazzi e ragazze omosessuali che vivono la loro diversità nascondendola, con conseguenze devastanti che segnano la loro vita, i rapporti con genitori impreparati ad accettarli e il mondo a loro esterno. Discuterne nelle scuole con la necessaria competenza e cautela, lo affermano sociologi e pedagoghi, è indispensabile per un’informazione corretta e per contrastare l’odiosa discriminante dell’omofobia. Aggravante dell’iniziativa, appunto omofoba del sindaco di Padova, è il complice silenzio del Pd , il partito di Michela Marzano, segnale preoccupante del “ricatto” politico dell’ultra conservatore Alfano a Renzi che influenza il difficile percorso legislativo sulle unioni e la stepchild adoption , in italiano l’adozione da parte di coppie omosessuali, e quasi certamente lo stop sul tema alle intenzioni innovative di papa Francesco.
Sindaco di Roma? No, grazie
Roma, ovvero la paura di succedere a Ignazio Marino. Il gran rifiuto alla candidatura si moltiplica. Esitano i pentastellati a fare nomi, sondaggi dei partiti si concludono con esiti negativi e per il momento è solo l’imprenditore Marchini l’eccezione alla regola di sottrarsi alle proposte dei diversi partiti. L’ultimo “no” è di Walter Tocci, ex consigliere comunale, poi assessore alla mobilità e vicesindaco di Rutelli, corteggiato da Fassina. “Grazie mille”, ha detto, “ho già dato: esperienza esaltante, non ripetibile”. Corradino Mineo, altro esule dal Pd, commenta così: “Lo avevo proposto a Renzi”. Chi saràò l’agnello sacrificale da immolare per il governo della città italiana più difficile da amministrare? Prima o poi si saprà, il commissariamento è un mandato a termine, ma l’eredità lasciata ai successori da Alemanno propone un pacchetto di difficoltà elevate alla massima potenza. Ci vorrebbe il corrispettivo istituzionale di un innovatore rivoluzionario come papa Francesco per azzerare il passato e ridare alla capitale d’Italia la dignità smarrita. Ma esiste?
Il monastero derubato
Si trova di tutto se si scava nel calderone ribollente del clero malato di corruzione, omologo del peggio del mondo laico: Bergoglio apre gli occhi ogni giorno, al risveglio, con il timore fondato di dover affrontare un nuovo caso di degenerazione. E’ la volta dell’alto prelato Pietro Vittorelli, ex abate di Montecassino. La Guardia di Finanza, fonte attendibile della notizia è l’ANSA, ha messo sotto sequestro mezzo milione di euro “distratti” al conto corrente del monastero benedettino, forse il più famoso d’Italia anche per la distruzione subìta nel corso della seconda guerra mondiale. Coinvolto anche il fratello dell’alto prelato.
Nella foto il monastero di Montecassino
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