14 ottobre. Otto e mezzo. Il premier Matteo Renzi afferma: “è assurdo pensare che la malavita organizzata domini al Sud. Mi rifiuto di ritenere che mafia, camorra e ‘ndrangheta abbiano il controllo dei territori nel Mezzogiorno”.
14 ottobre. Il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, è in missione nel capoluogo partenopeo. E piccona: “la camorra è un dato costitutivo di questa società, di questa città, di questa regione”.
Due autorità di “governo” che sostengono cose diametralmente opposte.
Reazione indignata del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, alle parole della Bindi. Per la serie: Napoli non è come Baghadad, perchè non guardate mai a tutto il positivo che sta germogliando? Figurarsi i commenti del governatore Vincenzo De Luca, già in feroce polemica con “Rosaria”, il “personaggetto dell’antimafia”.
Commenta Claudio Botti, avvocato di lungo corso: “Nelle parole della Bindi c’è un fondo di verità. La sua frase è parzialmente vera, ma non dà una prospettiva”. E aggiunge: “in città c’è scarsa reattività perchè stanno emergendo troppi professionisti dell’anticamorra e la gente comincia a diffidare. Troppe passerelle, pochi fatti”.
Qualche breve nota sulle affermazioni di Renzi ai microfoni di Lilli Gruber. Non è per niente assurdo pensare e affermare che la malavita organizzata, le mafie, abbiamo una fortissima, arci predominante e super condizionante presenza nelle regioni meridionali. Il 75-80 per cento di controllo del territorio e dell’economia sembran poco al primo ministro che preferisce la platee americane per i successi tennistici di casa nostra alle arene insanguinate di Napoli? E quale spazio resta – secondo speedy premier – per quel 20-25 per cento di economia “legale”? Sempre di meno. Sempre più soffocata. Sempre più in stato comatoso per la concorrenza “sleale” dell’economia criminale. Anche un bimbo delle elementari è in grado di capire queste cose. Ma gli illuminati e progressisti “staff” dell’esecutivo no. Eppure varano la “Buona Scuola”…
Manca un altro tassello base nel ragionamento di turbo-Renzi. Dimentica, clamorosamente, il centro nord. Dimentica che da un quarto di secolo, almeno da inizio anni ’90, le mafie si sono allargate a macchia d’olio – come un tumore maligno – in tutte le altre aree del Paese, quelle più ricche, dove lavare i soldi sporchi di appalti taroccati, droga e morti ammazzati è più facile. E più redditizio. Dimentica che i due terzi dell’Italia “ricca” sono ormai abbondantemente mafiosizzati. Che almeno un terzo delle loro finanze e delle loro economie sono strasporche.
Ma tutto questo Matteo-Alice, nel suo paese delle meraviglie, non lo sa…
Nella foto, Matteo Renzi ospite di Lilli Gruber a “Otto e mezzo”
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