A quando il marchio a fuoco, come quello impresso sul corpo degli animali dai loro proprietari nel West? L’incredibile notizia, riportata dai media inglesi e locali, riferisce della prassi ordinata alla polizia ceca di imprimere con il pennarello, sul braccio dei migranti, bambini compresi, il numero del treno e del vagone con cui sono arrivati in una località al confine con l’Austria.
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In Ungheria i migranti vivono ore di grande tensione. Le massime autorità, impediscono a centinaia di profughi di partire in treno e la polizia ha fatto uso di lacrimogeni per fronteggiare quanti hanno tentato di salire sui treni in direzione della Germania. Il governo magiaro incolpa la Merkel che sarebbe responsabile dei disordini per aver detto di accogliere i migranti anche se privi di registrazione. La cancelliera tedesca ha replicato: le regole di Dublino sulla libera circolazione, ha detto in conferenza stampa, valgono ancora e ha confermato che non respingerà i siriani. L’Ungheria non giustifica la posizione di intransigenza contestata e continua a presidiare la stazione mentre la folla di profughi grida “Germania, Germania”.
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La tragedia dei coniugi Solano, uccisi brutalmente, si propone con una possibile aggravante. Secondo chi indaga sull’omicidio dell’ivoriano Kamara la donna potrebbe essere stata violentata e poi uccisa, ma il reato di stupro non è stato contestato e rimane l’imputazione di duplice omicidio aggravato. Dal ministro dell’Interno le condoglianze alle figlie dei Solano da parte dell’intero governo. L’episodio ha scatenato i partiti di opposizione e in particolare Lega Nord e Fratelli d’Italia, cioè Salvini e la Meloni. Quest’ultima, con piglio drastico, ha chiesto lo stop all’immigrazione da Paesi musulmani. E’ stata contestata con un’ammonizione dall’ufficio governativo contro la discriminazione razziale. Risponde Gasparri e chiede che sia soppresso, ma evidentemente dimentica che a istituirlo fu il ministro Prestigiacomo del governo Berlusconi.
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Un uomo di colore, si è reso conto che una donna (55 anni) era sul punto di lanciarsi contro un treno del metrò milanese nella stazione di Sesto Marelli. Con miracolosa prontezza di riflessi è intervenuto e l’ha salvata. L’uomo si è allontanato subito dopo, senza aspettare l’arrivo degli agenti del locale commissariato che provano a rintracciarlo per manifestargli gratitudine.
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Una turista greca, Sandra Tsiligeridu, in barca con gli amici nelle acque dell’isola Kos, ha visto muoversi qualcosa in mare e ha supposto si trattasse di un pescatore subacqueo. Poi ha intuito che si trattava di qualcuno in difficoltà, con la barca è tornata indietro e ha salvato Mohamed, migrante siriano caduto dal barcone e rimasto in acqua per lunghissime tredici ore con il solo aiuto di un giubbotto salvagente. La donna lo ha tenuto tra le braccia per tutto il tragitto verso la terraferma. L’immagine è diventata presto un cult per i naviganti su internet.
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E’ considerato a ragione un eroe del nostro tempo: Anatolij, questo il nome di un ucraino arrivato in Italia dieci anni fa, ha sacrificato la sua vita nel tentativo di sventare una rapina e violenze in danno del direttore di un supermercato a Castel Cisterna, nel napoletano, aggredito da due rapinatori. Anatolij non ha esitato a intervenire e sarebbe riuscito a disarmare il delinquente se qualcuno l’avesse aiutato. Non è successo e per lui non c’è stato niente da fare. E’ morto sotto lo sguardo atterrito della figlioletta. Lo racconta Lino Sgueglia, direttore del market che non riesce a dormire, negli occhi le immagini dell’accaduto e il pianto della bambina di un anno e mezzo terrorizzata per la morte del padre. Sgueglia non si dà pace. L’ucraino non è stato ucciso da due colpi di pistola ma da una penna conficcata con violenza nel collo e questo gesto, commenta dolorosamente Sgueglia, poteva essere impedito, solo che qualcuno fosse intervenuto. Alla figlia di Anatolij andrà il denaro perso nella fuga dai banditi.
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In tema di profughi il selfie di un grillino, tale Bruno Martingano candidato sindaco di Quartucciu, in Sardegna nel cagliaritano. L’esponente di Cinquestelle si è fotografato steso sulla spiaggia come fosse morto, profugo in fuga sui barconi dei disperati. Non l’ha presa bene il popolo dei grillini e in qualche caso ha chiesto di prendere provvedimenti. Martignano ha provato a giustificarsi e ha definito la foto, postata su internet una provocazione per denunciare la tragedia di chi muore in mare durante le pericolose traversate del Mediterraneo.
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