Ma povero Galan, nonostante i cinquemila euro al mese dello stipendio di parlamentare, che gli arrivano in tasca ogni fine mese, dice di dover stringere la cinghia dei pantaloni perché proprio non ce la fa a vivere: gli siano vicini in questo doloroso momento della carriera di deputato che gli sottrae, così denuncia, settemila euro rispetto alla retribuzione precedente all’arresto. Gli siamo vicini, quasi ci viene voglia di aprire una sottoscrizione per rendergli la vita compatibile con le sue vecchie esigenze, lanceremmo l’appello per una colletta, proporremmo di utilizzare il numero del suo conto corrente a cui destinare l’otto per mille delle nostre tasse, o, quanto meno, ci accoderemo all’accorato invito a Berlusconi perché lo sostenga economicamente e lo sottragga alla “povertà”.
A questo sostanzioso slancio di solidarietà per l’ex governatore del Veneto si contrappone improvvisamente il dramma dei milioni di italiani poveri, vecchi e nuovi, che le statistiche sottopongono all’attenzione di chi ci governa, e dei pensionati costretti a campare con cinquecento o meno euro al mese. Ecco che i cinquemila di Galan ci appaiono cifra da nababbi, che molto probabilmente si somma a quanto accumulato in trent’anni di politico e imprenditore. Innestiamo la retromarcia, mister Galan: per favore non finga di patire il disagio di chi è senza lavoro, di quanti con pensioni minime devono sostenere anche figli disoccupati, dei senza casa (a proposito, lei che vive una villa sontuosa perché non la lascia in nome del risparmio? Anzi, provi a mettersi in coda all’elenco delle famiglie che da anni aspettano di ottenere un alloggio pubblico). Insomma, l’avrà capito, non ci commuoviamo per i suoi illeciti piagnistei.
Nella foto di Affari Italiani, Giancarlo Galan con Berlusconi
Via dell’Onestà
Non condividiamo l’isteria parlamentare dei grillini più velenosi e aggressivi, non l’approviamo nella convinzione che si può gestire con efficacia il ruolo di opposizione senza urla e manifestazioni esagitate, improprie in sedi istituzionali quali sono la Camera e il Senato. Ciò non toglie che sorprende positivamente l’idea di 5 Stelle di destinare una parte delle indennità parlamentari (trecentomila euro) per finanziare il ricongiungimento dell’essenziale arteria stradale tra Palermo e Catania, interrotta per lo scandaloso crollo di piloni di un ponte che ne fa parte. I pentastellati hanno dato alla strada riscostruita il nome emblematico di via dell’Onestà. Tempo dei lavori un mese e sospiro di sollievo dei paesi tagliati fuori dall’interruzione. Non potevano mancare le critiche e se ne fa interprete Graziano Del Rio, ministro delle infrastrutture, che definisce la strada insicura. Potrebbe anche aver ragione, ma la domanda legittima è: quale altra soluzione ha individuato e con quali tempi di realizzazione?
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