Beato tra le donne
Non mancano di sicuro le critiche interne ed esterne alla candidatura Pd di Vincenzo De Luca, che nonostante le rivelazioni di Rosy Bindi alla vigilia del voto (lo inserì tra gli “impresentabili”, accomunandolo a condannati per reati ben più gravi) ha sconfitto Caldoro e ha conquistato la Regione Campania al centrosinistra. In molti hanno censurato segmenti di alleanze preelettorali con personaggi della destra e soprattutto con De Mita, transfuga del centrodestra. Tutte considerazioni condivisibili, ma fino al momento della formazione della giunta, e vediamo perché. Ciriaco De Mita non ha ricevuto alcun compenso per il sostegno a De Luca, che ha disegnato un esecutivo regionale giudicato impeccabile da politici amici e da avversari. Per sé il neo presidente si è riservato le deleghe in materia di Sanità, trasporti e agricoltura. Il colore della giunta è decisamente il rosa, e l’accostamento non improprio è con la “valanga” della stessa tinta, riferita alla squadra femminile di sci, carica di medaglie e trofei olimpici. Apprezzabile è la scelta di limitare a otto il numero degli assessori, altro segnale di rispetto per l’opinione pubblica nauseata per la pletora di incarichi attribuiti da chi vince le elezioni per premiare sostenitori interni e alleanze improprie.
Prima ancora dell’insediamento del consiglio regionale, ecco la squadra che affiancherà De Luca nel governo di Santa Lucia e che batte tutte le altre regioni nel numero di donne scelte per guidare gli assessorati: Serena Angioli ai fondi europei (che tante critiche hanno sollevato per l’incapacità della Campania a utilizzarli); Lidia D’Alessio, al bilancio, titolare di incarichi prestigiosi in materia di economia; Valeria Fascione all’internazionalizzazione; Lucia Fortini, scuola e politiche sociali; Chiara Marciani, alla formazione, esperta in fondi; Sonia Palmieri, alle risorse umane , accreditata nel gestire il personale. La quota azzurra: Amedeo Lepore, attività produttive, docente di storia economica, seconda università di Napoli e di impresa e management alla Luiss; Fulvio Bonavitacola, vicepresidente e con deleghe all’Ambiente e all’urbanistica. Quest’ultima nomina è contestata dalle opposizioni per incompatibilità con il ruolo di parlamentare. Prestigiosi esponenti del mondo culturale e finanziario ricopriranno il ruolo di consiglieri in settori decisivi dell’attività regionale. “Scelte operate di là da vincoli di partito”, le ha definite De Luca, che prospetta per se stesso e l’esecutivo il proposito di un esame permanente. Nella classifica delle giunte regionali più virtuose nel rispetto delle quote rosa, la Campania di De Luca è prima con distacco. Peggiore è la Val d’Aosta con una sola donna nell’esecutivo, la migliore, si fa per dire, è l’Emilia Romagna con cinque su undici. Emiliano, neo governatore delle Puglia, ha provato a uscire dall’angolo dei “cattivi” (quote rosa zero) proponendo a tre donne del Movimento Cinque Stelle di far parte della sua giunta, ma la risposta è stata categorica: “E’ una proposta indecente”.
Mai più Jihadismo
Tra le drammatiche conseguenze del terrorismo che avanza nel Medio Oriente e mette in apprensione il mondo occidentale, ma non solo, si deve mettere in conto anche il pericoloso arretramento dei processi di democratizzazione nei Paesi africani che s’affacciano sul Mediterraneo. Il rischio è avvertito in Tunisia, dopo gli attentati al museo Bardo e a Sousse e tocca ora anche l’Egitto, che teme il contagio con l’avanzata dei miliziani dell’Isis: di qui nuove e più severe leggi antiterrorismo, impunità per la polizia, limitazione della libertà di informazione a partire dalla citazione dei jihadisti, che dovranno essere definiti solo terroristi. Il timore, non infondato, è che con l’alibi del pericolo Isis (anche questo termine diventa proibito), l’Egitto provi a reintrodurre un regime autoritario e antidemocratico.
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