Il macabro dell’iniezione letale
La barbarie della pena di morte continua in molti Paesi del mondo e, anche se da lontano, la pratica di togliere la vita per punire reati gravi va giudicata esecrabile quanto le macabre esecuzioni degli jiadisti, ultima in ordine di tempo la morte inflitta a tre omosessuali uccisi sporgendoli nel vuoto e lasciandoli cadere da notevole altezza. Incomprensibile il rifiuto di alcuni stati degli Usa, per esempio del Texas, di abolire l’uccisione di uomini e donne con iniezioni letali o con la sedia elettrica che in più di una circostanza si sono trasformate in orribili torture per non aver dato la morte con immediatezza. Il peggio è capitato allorché alcuni detenuti, dopo l’esecuzione, sono stati scagionati, perché innocenti, dai reati di cui erano incolpati. C’è poi l’abissale differenza tra detenuti bianchi, in grado di pagare milioni di dollari a potenti collegi di difesa e neri poveri che si possono consentire il supporto di modesti studi legali. Infine il dramma di detenuti che rimangono per anni nel braccio della morte: ultimo caso è quello di Lester Bower, condannato trentadue anni fa con l’accusa di aver ucciso quattro persone. L’iniezione letale lo ha ucciso dopo sei minuti dalla somministrazione, all’età di sessantasette anni, nonostante si fosse dichiarato da sempre innocente. Il ricorso era stato rigettato tre ore prima. (foto di radiozero)
C’era una volta la “Terza”
Nei treni c’era una volta la terza classe: sedili di legno, scomodissimi, toilette spartane. Nella seconda agi maggiori e nella prima il lusso di poltrone in velluto, servizio bar, cortesia estrema del personale viaggiante. La terza classe è stata finalmente abolita, non gli eccessi di differenti qualità che penalizzano i treni dei pendolari e le linee ferroviarie del Sud. Di eguale segno è il razzismo di alcune aree del Nord che rifiutano di affittare le abitazioni a gente del Sud e tanto meno agli immigrati. Come definire, se non esempio di vacuo snobismo, la scelta dei passeggeri di tratte aeree brevi come la Napoli-Milano che viaggiano in classe business, cioè nelle prime file praticamente uguali alle successive della classe economica? Classista è la quota, tra l’altro esigua, di spiagge libere in stato di abbandono, palesemente discriminate se confrontate con stabilimenti lussuosi da cui sono divise con barriere insuperabili. Succede a Jesolo (ma solo lì?), noto e ricercato lido del Veneto, che una siepe separi nettamente la spiaggia libera dalla zona di alberghi di lusso, tanto da provocare la protesta di molti turisti che ritengono la separazione un segnale di distinguo classista tra spiaggia dei ricchi e dei poveri.
Euforia senza limiti
La vittoria di Zaia in Veneto, ampiamennte scontata ma in dimensioni maggiori del previsto, deve aver dato alla testa al segretario leghista. Salvini, colto da euforia post elettorale, per il momento si è attribuito il successo di un potenziale assalto alla presidenza del consiglio: “Sono pronto a diventare premier” ha detto senza arrossire e per non farsi mancare nulla ha dichiarato anche di puntare al ruolo di sindaco di Milano. Per ora mancano l’aspirazione alla santità, che lo potrebbe candidare alla successione di Papa Francesco e l’aspirazione a presiedere la Fifa, vacante nel ruolo laciato libero per le dimissini di Blatter. La Chiesa sembra ammonire il surriscaldato leghista. Per bocca dell’arcivescovo di Milano Scola avverte: “Ciò che tiene in politica è la capacità di parlare agli uomini, a tutti gli uomini. Se qualcosa ha un orizzone più ristretto, magari sul momento può avere impatto ma poi bisogna guardare e progettare il futuro”. Salvini ha pensato, a giusta ragione, che Scola ce l’avvesse con la Lega e ha risposto: “E’ grave che un pastore di anime offenda la libera scelta di milioni di italiani”, dimenticando le invettive contro i meridionali e gli emigrati, da affondare nel Mediterraneo. A proposito di Milano: il ruolo di sindaco della città capofila dell’economia italiana è particolarmente ambito e fa gola a molti: tra gli altri a Corrado Passera, ex ministro dello sviluppo economico, transitato nel governo senza lasciare tracce significative del mandato e fondatore di Italia Unica, suo partitino personale che per ritegno si dichiara indisponibile ad alleanze con Salvini e più in generale con la destra.
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