Cinguettio elettorale
Un tempo, quando erano ancora in vita i partiti, intesi come aggregazione collettiva intorno a ideali e ideologie, le strategie per assicurarsi consensi elettorali erano affidate al lavoro porta a porta, ai comizi, alle tribune televisive, alle clientele conquistate con favori personali e promesse, talvolta mantenute, di occupazione, a programmi condivisi per il nord produttivo e il sud da far rinascere. In questa stagione di informatica continuamente innovativa e invasiva, la campagna elettorale viaggia su internet e le previsioni di voto sono affidate a Facebook e affini. Le elezioni regionali della Campania sono divenute caso nazionale per la proliferazione di liste di sostegno dei due competitori più accreditati (dieci per De Luca, centro sinistra, nove per Caldoro, centro destra) ricche di candidati impresentabili. Con oltre centotrentamila “mi piace” su Facebook, De Luca surclassa Caldoro (appena trentacinquemila). A debita distanza la candidata di Cinquestelle (circa quindicimila), Mo (cinquemila) e Vozza (intorno ai millecento). Per twitter i cinguettii favoriscono al contrario il presidente uscente, sedicimila contro i tredicimila di De Luca. Non c’è dubbio, è vicina l’era del voto con smart phone, sms e altre diavolerie del nostro tempo e del futuro prossimo.
La Napoli di Angela
Annunciato con giustificata enfasi da Fabio Fazio, in chiusura di “Che tempo che fa” , la Rai, terza rete, ha proposto agli italiani e ci auguriamo che lo farà con gli stranieri, dopo attenta traduzione, la lettura perfetta delle meraviglie che fanno di Napoli una città d’arte, di cultura e di intelligenza mediterranea unica per ricchezza di proposte architettoniche, storiche e umane. Splendide immagini e un colto, puntuale commento, hanno proposto agli spettatori, che speriamo numerosi e partecipi, una serie di eccellenze, raccontate con tale passione che, se non conoscessimo l’appartenenza di Alberto Angela (nella foto) ad altri luoghi italiani di nascita, si direbbe emanata da un’anima napoletana. Opinione personale è che le istituzioni locali, Comune e Regione per capirci, dovrebbero acquistare dalla Rai il filmato e farne un messaggero perfetto, un attrattore speciale, per promuovere la città negli appuntamenti internazionali frequentati dagli operatori turistici. Se ve ne fosse bisogno, il ruolo dell’azienda radiotelevisiva pubblica conferma la sua decisiva unicità nella proposta di programmi culturali e di divulgazione ad alto livello. Contemporaneamente, hanno forza le giuste critiche di chi condanna l’omologazione della Rai ai palinsesti dell’emittenza privata che privilegia l’intrattenimento full time di gossip, i talk show ripetitivi diretti a livellare in basso l’interesse degli utenti e l’informazione politica condizionata dai partiti di riferimento.
Il gioco, patologia di Stato
Che le casse dello Stato debbano contare sugli incassi dei giochi a premi, come il lotto, il superenalotto, le scommesse, le lotterie, le slot machine, i gratta e vinci, il bingo, segnala un grave malessere del Paese, non unico, in verità, conseguenza della proposta di vincite milionarie.. Il sintomo più evidente di una patologia purtroppo molto diffusa, lo fornisce la mappa geografica che registra il maggior numero di utenti nelle aree povere del Paese. Un esempio? Napoli e il suo record di giocate. La trappola che cattura le speranze di cambiare vita sono le vincite clamorose e specialmente quelle realizzate con puntate minime, com’è accaduto all’anonimo che con un investimento di soli due euro ne ha intascati novantamila. Il postulato ha eminenti studiosi di settore e confermano che fortune di questo livello provocano casi estremi di dipendenza dal gioco, fino a conseguenze drammatiche di uomini e donne ridotti sul lastrico dall’ostinazione a credere che un giorno tocchi anche a loro di recarsi in banca a depositare vincite milionarie.
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