Muore Bauman, un Cioran positivo: aveva capito tutto, o quasi

Oliviero Beha

Oliviero Beha

Come leggete dal ricordo di Zygmunt Bauman, ripreso da Repubblica.it a colpi di “società liquida”e diffuso da Dagospia con minor evidenza del porno vintage…, si tratta davvero di una grande perdita. Il sociologo anglo-polacco è stato una mente fervida, coraggiosa, ampia, un contenitore di analisi e sintesi, di suggestioni e critiche in movimento, in un mondo che cambia a una velocità che a quanto pare noi non ci possiamo permettere. Noi umanità, dico, quella che interessava a lui, in un certo senso agli antipodi complementari del franco-romeno E.M.Cioran, meraviglioso nichilista quanto Bauman è stato un ricognitore dei misfatti epocali per tentare di superarli o almeno di tenerli insieme. Chi non lo conosceva farà bene a leggerlo, rileggerlo e rileggerlo ancora, perdendo magari meno tempo sul web. Chi obietta che in fondo aveva 91 anni mi ricorda la scuola elementare, quando ci chiedevano “pesa di più un kg di paglia o uno di ferro?” e gli intelligentini rispondevano uguale, sempre un kg. Vero, ma falso, la paglia rimane paglia e il ferro ferro. E come Bauman altri in giro non ne vedo.

o.b.

A 91 ANNI E’ MORTO ZYGMUNT BAUMAN, UNO DEI PIU’ GRANDI INTELLETTUALI CONTEMPORANEI E TEORICO DELLA “SOCIETÀ LIQUIDA” – CAPÌ PER PRIMO CHE LA NOSTRA SOCIETÀ SFUGGE A OGNI CATEGORIZZAZIONE A CAUSA DEL CONSUMISMO, GLOBALIZZAZIONE E CROLLO DELLE IDEOLOGIE

Dagospia.com

1 – E’ MORTO ZYGMUNT BAUMAN
Da www.repubblica.it

E’ morto oggi il filosofo e sociologo polacco Zygmunt Bauman, all’età di 91 anni. La notizia è stata data dal quotidiano di Varsavia Gazeta Wyborcza. Con la sua morte, se ne va uno dei massimi intellettuali contemporanei, tra i più prolifici e attivi fino agli ultimi momenti della sua vita.

Bauman, nato a Poznan in Polonia nel 1925, viveva e insegnava da tempo a Leeds, in Inghilterra, ed era noto in tutto il mondo per essere il teorico della cosiddetta “società liquida”. Per Bauman, infatti, il tessuto della società contemporanea, sociale e politico, era “liquido”, cioè sfuggente a ogni categorizzazione del secondo scorso e quindi inafferrabile.

Questo a causa della globalizzazione, delle dinamiche consumistiche, del crollo delle ideologie che nella post-modernità hanno causato uno spaesamento dell’individuo e quindi la sua esposizione brutale alle spinte, ai cambiamenti e alle “violenze” della società contemporanea, che spesso portano a omologazioni collettive immediate e a volte inspiegabili.

 

Liquido, solido, gassoso: sempre Bauman è

Uno dei più importanti sociologi italiani, di cui spesso riporto condividendole le tesi, non è  così tenero con lo scomparso di fama mondiale. Gli contesta, in un “parce sepulto” rispettoso ma critico come è giusto che sia per chiunque, il punto cruciale che Bauman malgrado tutto ciò che ha pensato e sostenuto non può prescindere dal fatto che l’attuale è comunque il migliore dei mondi fino ad ora. Leibniz gli fa un baffo a tortiglione. Non ci sarà invece l’equivoco tra materialità, aspettative (di vita: qualità o quantità?) e spiritualità? Non è questo il post-moderno “triangolo delle Bermuda” del singolo e della collettività? Troppo sociologo De Masi, troppo “idraulico dell’anima” Bauman?

o.b.

 

ESTERI | LA LIQUIDITÀ DI BAUMAN – La scomparsa del sociologo ebreo-polacco

Domenico De Masi, www.inpiu.net

Bauman ha avuto una lunga vita liquida. Nato in famiglia ebraica, scappato in Russia durante le persecuzioni naziste, tornato in Polonia dove si è laureato a Varsavia in Sociologia, trasferitosi in Inghilterra dove ha insegnato all’Università di Leeds, ha sempre girato il mondo per divulgare le sue idee come conferenziere e come visiting professor. Prima marxista, poi forse socialdemocratico, ha studiato i macrosistemi sociali, il rapporto tra modernità e totalitarismo, la dinamica della Shoah, il presunto passaggio dalla società dei produttori a quella dei consumatori.

Molto fortunata la sua definizione della postmodernità come “società liquida”, cioè sfuggente, inafferrabile, per cui liquido è l’amore, l’artigianato, l’arte, la paura, la vita, il futuro, tutto. Liquido è ciò che rimane dopo la fìne delle ideologie, la fine delle grandi narrazioni, la fine delle certezze, l’irrazionalità della morale. Ma la categoria della liquidità, tanto corteggiata dalle menti liquide, contraddice la missione delle scienze sociali che rifiutano di nascondersi dietro formule ambigue e, come hanno detto due sociologi di razza come i coniugi Lynd, “hanno il compito di essere moleste, cioè di criticare gli ordinamenti consolidati e indicarne di migliori”.

Bauman ha imputato la liquidità sociale alla globalizzazione, al consumismo, alla rapidità dei mutamenti e ci ha detto che il risultato di questa mistura esplosiva è qualcosa di non spiegabile, laddove il dovere del sociologo sta proprio nel formulare ipotesi esplicative e poi sperimentarne empiricamente la validità. Il fatto è che neppure intelligenze lucide come quella di Bauman riescono a dire qualcosa di nuovo e di utile sulla nostra società se non partono da un punto fermo: che questo in cui viviamo non è il migliore dei mondi possibili, ma è certamente il migliore dei mondi in cui l’uomo è vissuto finora.

 

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