DECRETO FISCALE: CONDONI, FAVORI E DISPARITA’ DI TRATTAMENTO. INTANTO MPS…

Elio Lannutti

Elio Lannutti

Sotto la propaganda dell’abolizione di Equitalia, (che risorge come l’Araba Fenice sotto le mentite spoglie di Agenzia della riscossione, con l’Agenzia delle Entrate ancor più vessatoria) e della convenienza alla rottamazione delle cartelle, menzogne dozzinali per ingannare i contribuenti. Nel provvedimento di rottamazione delle cartelle esattoriali è evidente la disparità di trattamento tra chi non ha ricevuto l’iscrizione a ruolo e relativa cartella per non aver pagato il suo debito con l’Agenzia delle Entrate, in quanto gli è consentito per legge di beneficiare della cancellazione delle sanzioni e degli interessi di mora, e chi invece ha aderito alle richieste dell’Agenzia delle Entrate formulate tramite avviso bonario, per cui non è stato iscritto a ruolo il suo debito, quindi è obbligato a saldarlo per intero.

La rottamazione delle cartelle esattoriali è sostanzialmente un condono, in quanto per quelle future resta comunque in vigore l’applicazione degli oneri aggiuntivi (che ad esempio per le multe stradali sono riferibili al tasso vessatorio del 20 % annuo).

Il provvedimento che dovrebbe consentire di non pagare interessi di mora, le sanzioni e le eventuali maggiorazioni degli enti locali sulle cartelle ricevute entro il 31.12.2016, con l’obbligo di farne richiesta entro il 31.3.2017, prevede di poter estinguere il debito fiscale in cinque rate, tre delle quali pari al 70% dell’importo a fine 2017. Le rimanenti due entro entro il 30 settembre del 2018.

I contribuenti che non hanno problemi di liquidità, possono ottenere sconti anche del 40% del dovuto, gli altri devono valutare se è più conveniente chiedere  i soldi alle banche, ammesso che riescano ad ottenerli, per pagare le cinque rate, tenersi la cartella esattoriale così com’è ed estinguere il debito (interessi di mora e sanzioni comprese) nelle 72 rate mensili previste dalla rateizzazione di Equitalia.

La rottamazione delle cartelle, propagandata per incassare circa 1,4 MLD appostati nella legge di bilancio, invece di aiutare i contribuenti onesti che non hanno avuto possibilità di pagare, per sopraggiunte impossibilità economiche, li continuerà a vessare: o gettandoli nelle grinfie delle banche, sempre che abbiano accesso al credito, oppure negli elevati interessi di mora applicati da Equitalia. Valutare bene, le scelte più convenienti.

 

MPS – ENNESIMA POLPETTA AVVELENATA

schermata-2016-11-16-alle-17-24-18Passiamo al caso Monte Paschi di Siena. Ancora una volta, nell’assenza di vigilanza e controllo minimale delle cosiddette ‘Autorità’, i risparmiatori MPS ai quali furono appioppati bond bancari per circa 2 dei 4,3 mld di euro per finanziare nel 2008 l’oneroso acquisto di Banca Antonveneta, dovranno scegliere se impiccarsi con le proprie mani accedendo alla conversione dei bond, ricevendo in cambio azioni di nuova emissione di qualche centesimo, oppure aspettare che si stringa lentamente il nodo scorsoio, minacciato con l’esproprio criminale del bail-in.

L’ennesima polpetta avvelenata prevede infatti la conversione del valore nominale di 4,3 miliardi di euro, per quasi la metà nelle mani del retail, in maggioranza correntisti della stessa banca che acquistarono agli sportelli le obbligazioni emesse dal MPS per finanziare l’acquisizione di Antonveneta,  consegnando i titoli in cambio di azioni di nuova emissione, oppure non consegnarli con il rischio che l’operazione fallisca e che le obbligazioni vengano cancellate con un tratto di penna come già accaduto con l’esproprio, ai risparmiatori di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti, che aspettano ancora gli ‘arbitrati’.

Cambiano i suonatori, con Fabrizio Viola sostituito da Marco Morelli della JP Morgan, dopo una telefonata del ministro dell’economia Padoan, ma la musica, (o forse i rintocchi delle campane) al  Monte dei Paschi di Siena, è sempre la stessa con decine di migliaia di clienti-risparmiatori-obbligazionisti costretti, come sempre, a pagare per la gestione non trasparente delle banche e di una vigilanza se non complice, quantomeno inadeguata.

 

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