CROLLANO GLI OCCUPATI, SALGONO I LICENZIATI /
ECCO IL FLOPS ACT DI RENZI

Lo hanno già ribattezzato Flops Act. Peccato, la creatura voluta dal premier Renzi per dare occupazione soprattutto ai giovani e ai precari si sta rivelando un clamoroso boomerang. Un fallimento, una presa in giro per i tanti in cerca di lavoro e di un minimo di stabilità economica.

Impietose le fresche cifre sfornate dall’Osservatorio sulla Precarietà dell’Inps. “Meno contratti stabili e più licenziamenti”, titola il sempre ingessato Corsera. “Boom dei licenziamenti per motivi disciplinari”, commenta Repubblica.

Piero Ichino

Piero Ichino

Da Marte – dove è in corso la missione spaziale – parla l’inossidabile giuslavorista Pietro Ichino, un tempo comunista doc, poi dopo varie capriole approdato alla corte di Mario Monti quindi al servizio di Renzi. “Il Jobs Act – dichiara gonfiando il petto – continua a funzionare”. In attesa che arrivi un’ambulanza marziana del locale 113, dà gli ultimi numeri: “L’Inps ci fornisce i dati sul flusso delle nuove assunzioni. Non bisogna confonderli con i dati sullo stock degli occupati”.

Vere partire di carne umana, o stoccafissi in cerca di primo impiego, i mitici ‘nuovi assunti’ sono di colpo crollati di un quarto (- 24,9 per cento), e gli assunti a tempo indeterminato ridotti di un terzo (- 32,9 per cento). Roba da brividi. Ma il professore gongola: “il solo numero dei licenziamenti dice poco: quello che conta è il saldo. E il saldo è largamente positivo”.

In attesa della camicia di forza, il cattedratico comincia un processo di autoanalisi e parla – a ragion veduta – di un necessario doppio shock. A proposito degli ultimi occupati, forse assunti per beccare il bonus e poi licenziati, serafico osserva: “non possono essere persone che non servivano, altrimenti le aziende non le avrebbero assunte”. Elementare, Watson.

“Il governo – prosegue mentre i lampeggianti dell’ambulanza volano verso il più vicino presidio – ha usato il doppio shock, economico e normativo, come un medico usa un defibrillatore per rimettere in moto un organismo infartuato. E questa manovra d’emergenza ha funzionato”. Parole sante, Ippocrate applaude. Trattenuto da una serie di omini verdi in camice bianco, dice l’ultima: “E’ paradossale che ci si dolga perchè centinaia di migliaia di persone sono state assunte nel 2015 invece che nel 2016”. E’ solo questione di tempo.

Cura ottima e abbondante, quella del premier Renzi per gli italiani: da immortalare con il classico ombrello firmato Altan posizionabile al posto giusto nel momento giusto. Dal terapeuta giusto: prima Berlusconi, ora Renzi.

C’è chi commenta all’Osservatorio sul precariato: “Quando dicevano che l’articolo 18 era un residuo feudale, serviva solo a frenare le assunzioni e la sua cancellazione era un favore per gli italiani e un ossigeno necessario per l’economia. Eccoli serviti. Anzi, ecco serviti i senza lavoro e precari a vita. Le solite parole al vento, il gioco delle tre carte. Proprio come succede per il referendum. Uno degli argomenti per il SI è che così le imprese investono, l’economia tira e l’occupazione rifiorisce per miracolo. Altro fumo, altre balle. Cancellato quel che resta della Costituzione, ormai fatta a morsi e brandelli e magnata la Carta, resteranno solo le macerie. E su quelle un solo settore tirerà: quello delle imprese funebri”.

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