LE BUGIE FIRMATE DI PIETRO / AUGURI AL FINTO NEMICO BERLUSCONI

Festa per gli 80 di Berlusconi. Soprattutto in casa Espresso, dove celebrano le 100 candeline – pardon, copertine – dedicate all’ex Cavaliere. Parecchie le ciliegine sulla torta. Dall’inchiesta sull’undicesima domanda (neanche per l’11 settembre…) dopo il decalogo che Peppe D’Avanzo dedicò alla love story griffata Casoria (e invece tutto odorava di monnezza made in Casalesi), fino ai pareri eccellenti di cinque avversari storici. Tra i quali fa capolino il solito faccione pacioso di don Antonio Di Pietro.

Così termina il suo ottimo e stavolta non abbondante intervento l’ex super toga di Mani pulite: “Gli auguro di riuscire, come me, a farsi da parte con umiltà e lasciare spazio ai giovani, per vivere in pace gli anni, spero tanti, che gli rimangono”.

Peccato. In poche righe, una bugia. L’ex capo di Italia dei Valori non si dedica ancora a vacche & aratri nelle sue terre natie, non profonde tutte le sue energie per dissodare le zolle in quel di Montenero, ma da un paio di mesi deve rimboccarsi le maniche alla scrivania presidenziale di Pedemontana Lombarda, non proprio una bocciofila. Società da appalti arcimilionari.

Paolo Cirino Pomicino. In apertura il suo amico Antonio Di Pietro

Paolo Cirino Pomicino. In apertura il suo amico Antonio Di Pietro

Fortissimamente voluto su quella poltrona non da Che Guevara ma da Roberto Maroni, il presidente della giunta regionale della Lombardia, il quale fino a prova contraria non è passato armi e bagagli con la sinistra bersaniana né civatiana, ma è il perno della Lega targata Salvini: e quindi un asse dell’alleanza strategica con l’ex Cav.

Come risponde, ‘O presidente della Pedemontana, a questo dodicesimo quesito? Meglio chiedere un consiglio a ‘O Ministro, l’amico Pomicino…

 

 

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