BANKITALIA,  OCCHI CHIUSI SUI GRANDI CRAC. MA COMMISSARIA CHI HA I BILANCI IN REGOLA

Banche cuccagna per i clienti eccellenti? Banche allegre e bucate che però mandano i piccoli risparmiatori sul lastrico? Istituti da commissariare senza pensarci un attimo? Bene, Bankitalia chiude non uno ma due occhi, come è successo in modo clamoroso nella vicenda delle 4 banche: una Vigilanza che interviene unicamente quando i buoi sono usciti a pascolare tranquilli per le praterie del credito. Consob? Neanche a parlarne. Dall’ipovedenza alla totale cecità il passo è breve.

Più che mai solerte, iper sollecita invece Bankitalia per intervenire – miracoli che ogni tanto avvengono – quando le cose funzionano, quando caso mai un piccolo istituto tra mille acrobazie riesce a non cumulare montagne di sofferenze e a non far tribolare i suoi risparmiatori. Così è successo, ad esempio, nel caso di “Bene Banca”, piccolo istituto di credito cooperativo di Bene Vagienna, in provincia di Cuneo, commissariato da Ignazio Visco & C. senza che vi fosse, in quel caso, alcun reale motivo, appena 62 posizioni “critiche” su un totale di 70 mila clienti, appena 3 (tre) reali “sofferenze”, un utile lordo da 12 milioni e mezzo di euro per il bilancio 2012, con un uguale positivo trend per il primo trimestre 2013 (+ 3,2 milioni di euro). Ma per Bankitalia era “tutto da rifare”, quell’istituto andava a tutti i costi “fermato”.

Per contestare l’incredibile decisione si è costituto un comitato di rispamiatori, “SvegliamociBene” che ha attivato anche un sito in cui vengono denunciati non solo tutti i casi di “malcredito”, di truffe ai danni dei clienti, ma anche le politiche governative che penalizzano i risparmiatori e i casi di “malaVigilanza”. Prima di Natale è stata indetta una manifestazione con tanto di sit in davanti alla sede di Bankitalia, a Roma, per esprimere solidarietà alle “vittime di tutte le banche” e per rivolgere alcune precise domande al governatore Visco. “Se, come lo stesso Visco ha dichiarato, ‘le decisioni di porre una banca in amministrazione straordinaria riguardano in primo luogo il rispetto dei requisiti patrimoniali – è stato il tono dell’interrogativo principale – come mai è stata commissariata Bene Banca che non aveva problemi del genere?”. A fianco del comitato, si sono subito schierati Adusbef e Federconsumatori. E già ad agosto, in un incontro svoltosi a Fossano davanti a 400 cittadini, lo storico presidente di Adusbef, Elio Lannutti (autore nel 2010 di “Bankster”, che potete scaricare gratuitamente dal nostro sito) aveva denunciato “il commissariamento molto strano di Bene Banca”, invitando il comitato a pressare Bankitalia per far emergere la verità.

Silvano Trucco. In apertura il governatore Bankitalia Ignazio Visco.

Silvano Trucco. In apertura il governatore Bankitalia Ignazio Visco.

Una verità, del resto, emersa in modo evidente dalla successiva sentenza del Tar e poi confermata dal Consiglio di Stato. Ma senza che ne sortissero effetti concreti, dal momento che – come spiega l’ex direttore di Bene Banca, Silvano Trucco – “il giudice non può entrare nel merito delle decisioni”, adottate dall’istituto di Vigilanza. “Un’altra sentenza del Consiglio di Stato – afferma – spiega che le decisioni delle Authority non sono soggette al sindacato dei giudici salvo i casi di manifesta erroneità e irragionevolezza”.

Unici in Parlamento a prendere una decisa posizione contro l’operato di Bankitalia i 5 Stelle, che hanno presentato ben 6 interrogazioni (in basso il link dell’ultima, datata 8 febbraio, primo firmatario Daniele Pesco). Così commenta Silvano Trucco: “un’interrogazione estremamente dettagliata, particolarmente significativa e utile ai fini dei ricorsi ancora pendenti, in quanto constata come il Ministero dell’Economia e delle Finanze non abbia effettuato alcuna istruttoria autonoma sulla proposta di commissariamento della nostra Banca, replicando quanto suggerito da Bankitalia”.

Ma ecco la precisa ricostruzione dei fatti, e di una vicenda tanto emblematica quanto scandalosa, da parte dell’ex direttore generale di Bene Banca, che da allora – nonostante il licenziamento in tronco stabilito, caso più unico che raro, dalla Vigilanza – ha deciso di dare battaglia ai Moloch del credito.

Banca d’Italia fino al 26 febbraio 2015 aveva sempre vinto nei ricorsi contro procedure di amministrazione straordinaria (così tecnicamente è definito il commissariamento), ossia fino a quando la IV Sezione del Consiglio di Stato ha dato ragione agli ex amministratori della Banca Popolare Spoleto, quando solo sette giorni prima, la stessa sezione con lo stesso giudice relatore – il dottor Raffaele Greco – aveva respinto il ricorso dei vertici deposti di Bene Banca! Una situazione alquanto strana, in quanto la sentenza sul ricorso inerente la Popolare Spoleto è stata rilasciata 7 giorni dopo quella sul caso Bene Banca, quando la Camera di Consiglio si era tenuta ben prima della rispettiva per la bcc benese, ossia il 18 dicembre 2014 contro il 20 gennaio 2015”.

Il ricorso degli ex esponenti della Banca Popolare di Spoleto è stato accolto perchè il Consiglio di Stato ha censurato la fattispecie secondo cui il MEF non ha svolto una autonoma istruttoria della proposta di commissariamento avanzata dalla Banca d’Italia. Lo stesso rilievo però era stato sollevato ed articolato dalla difesa degli amministratori deposti di Bene Banca, ma stranamente non è stato colto dal Consiglio di Stato.

Schermata 2016-02-11 alle 18.27.51Probabilmente se le sentenze avessero rispettato l’ordine della Camera di Consiglio, l’esito sul ricorso dei vertici deposti di Bene Banca sarebbe stato diverso, essendoci stato un precedente in materia così eclatante.

Ma il Consiglio di Stato comunque ha riconosciuto ‘la peculiarità’ del caso Bene Banca, compensando le spese di lite, quando normalmente le spese seguono la soccombenza”.

Commenta ancora l’ex direttore generale: “Ora dalla interrogazione dei 5 Stelle emerge ancora una volta come il MEF non abbia effettuato la benchè minima istruttoria. E tutto ciò emergeva già dalla precedente interrogazione dell’onorevole pentastellata Fabia Dadone di quasi un anno fa, marzo 2015, e dalla risposta del viceministro Enrico Zanetti. Adesso spetterà alla Corte di Cassazione dare un giudizio di legittimità della sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso degli ex amministratori di Bene Banca”.

Intanto l’ultima chicca made in Renzi-Padoan: nessun rimborso per i risparmiatori truffati dalle banche…

Qui l’interrogazione  dei 5 stelle

Camera_dei_Deputati_-_interrogazione_a_risposta_in_commissione_n._5-_07700_del_8-2-2016-2

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