TUTTI ASSOLTI GLI “SCIENZIATI” DELL’AQUILA. E OGGI BOSCHI TWITTA CONSIGLI PER I SISMI…

“Adesso si è chiusa anche l’ultima porta della speranza”. Sono le parole di Maria Grazia Piccinini, madre di Ilaria, morta a 25 anni sotto le macerie dell’Aquila. E’ la pietra tombale a uno dei processi in corso per quel tragico terremoto, relativo alle responsabilità degli “scienziati” (sic), condannati in primo grado per omicidio colposo, assolti in secondo e adesso anche in terzo grado.

Enzo Boschi

Enzo Boschi

Per la serie: nonostante tutti gli strumenti scientifici a disposizione, alla faccia di una Commissione Grandi Rischi creata solo ed unicamente per vigilare, controllare ed allertare le popolazioni, lorsignori – i super sismologi in doppio petto – non erano tenuti a capire e a comunicare rischi & pericoli. Si trovavano su quelle poltrone, con ogni probabilità, per occupare il tempo twittando: come oggi fa abitualmente uno degli Einstein di casa nostra, Enzo Boschi, ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, nonché membro eccellente di quella (ora sappiamo) del tutto inutile ma soprattutto dannosa Commissione Grandi Rischi. “Oggi tengo un corso di sismologia come professore a contratto – si racconta a Repubblica – gratuitamente all’università di Bologna. E mi dedico – cinguetta – a twitter. Raccontare un concetto scientifico chiaro e corretto in 140 caratteri è una sfida che mi piace”. Renzi docet. E aggiunge: “molte persone, quando c’è un sisma anche piccolo, mi scrivono per chiedere consiglio”.

Piaceranno di meno, le sfide del twittante professore, alle famiglie di quelle vittime innocenti, ancora in cerca di giustizia. E sempre più disperate e sole, come Maria Grazia Piccinini.

Cerca in qualche modo di consolarsi Vincenzo Vittorini, che ha perso moglie e figlio. “E’ almeno una vittoria nei confronti della Protezione civile e dello Stato che ci ha rassicurato quando non doveva farlo”. La sentenza della Cassazione, infatti, condanna un solo imputato, ossia il numero due della Protezione civile dell’epoca Bernardo De Bernardinis, vice dell’allora uomo ovunque di tutte le Emergenze e le Catastrofi, Guido Bertolaso.

Notano altri parenti rimasti orfani di giustizia: “qualcuno ci dovrà spiegare che senso mai ha avere la commissione Grandi Rischi se non c’è assunzione di responsabilità per quello che dicono”. Elementare Watson, direbbe qualcuno. Non per gli ermellini del Palazzaccio, secondo i quali quella commissione avrebbe potuto essere tranquillamente composta da illustri imbecilli e ignoranti d’ogni rudimento da “piccolo chimico”, per occupare quelle – ben remunerate – poltrone. Con chi sarebbe poi entrato in contatto, il numero due della Protezione, oltre che con il suo Capo? Con dei fantasmi che non hanno alcuna colpa di quello che gli hanno fatto (o non fatto) sapere?

Guido Bertolaso

Guido Bertolaso

Per il Grande Capo Bertolaso nessuna condanna, in questo caso (non era neanche tra i processati). Lo aspetta, comunque, un altro verdetto riguardante un’inchiesta parallela, condotta sempre a L’Aquila (prossima udienza a metà marzo 2016, ma si va dritti verso la solita, miracolosa prescrizione salvatutti), scattata dopo la telefonata con l’assessore regionale alla protezione civile, Daniela Stasi, che se la rideva di gusto (come del resto alcuni faccendieri la stessa notte della tragedia). Allora, il mago di tutte le Emergenze aveva comunicato all’allegro assessore che la prevista riunione del 31 marzo (alcuni giorni prima del sisma, ndr) sarebbe stata solo “un’operazione mediatica per rassicurare la popolazione”, e nella quale illustrare la tesi della mancanza di ogni pericolo perchè si trattava unicamente di “positivo scarico di energia”.

Gli aquilani erano angosciati per una serie di scosse che avevano preceduto la catastrofe: così il Super Vertice della Protezione convocò la commissione e, in aggiunta, una conferenza stampa, tanto per tranquillizzare tutti, bacchettare i “profeti di sventure” (qualche piccolo ricercatore locale aveva “osato” parlare di pericoli imminenti, subito zittito dai soloni), ed evitare ogni sciocco allarmismo.

Positivo, quello “scarico” made in Bertolaso, per costruttori, faccendieri, ma soprattutto politici e camorristi, che si sono tuffati “in tempo reale” sul banchetto di morte (e milioni). Perfino una viola mammola come Boschi punta adesso il suo ditino: “Perchè non si va mai a vedere chi è responsabile di controlli e collaudi degli edifici? Da noi in Italia si è permesso di costruire in maniera insicura. E’ lì che la giustizia andrebbe cercata”. Ma la lezioncina del prof continua: “A uccidere sono gli edifici costruiti male, con l’unico scopo di arricchire i costruttori”. Vero, verissimo. Tutti complici nell’affare e nel massacro scientifico.

Allora. Come mai all’Aquila la “giustizia” è in grado di partorire, anche di fronte ad immani tragedie come quel terremoto di aprile 2009, solo i classici topolini?

Appena un’inchiesta sui “balconi” del famoso Progetto Case di berlusconiana memoria e nulla più? Piani e progetti – val la pena di ricordarlo – poi firmati da prestigiosi scienziati (sic) e soloni nazionali, come il Magnifico Rettore dell’Università di Napoli e a capo di tutti gli Atenei nazionali, il professor Gaetano Manfredi…

Possibile mai che le grandi manovre della camorra spa siano passate del tutto inosservate?

Che – come la Voce ad un mese dal sisma denunciava, nella cover story dal titolo “I Signori delle Macerie” di maggio 2009 – siano risultati del tutto invisibili quei traffici di betoniere provenienti dalle terre dei Casalesi in direzione L’Aquila e dintorni?

Che quella ricostruzione d’Abruzzo, densa di affari che puzzano lontano un miglio, l’abbia passata regolarmente liscia? Giustizia di casa (e di cosa) nostra.

 

 In apertura un’immagine tratta dal Corriere della Sera

 

Per approfondire:

TERREMOTO DELL’AQUILA / SOTTO INCHIESTA IL SUPER RETTORE GAETANO MANFREDI E ALTRI BIG NAPOLETANI DEL MATTONE

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RICOSTRUZIONE A L’AQUILA / ARRIVANO I SOLDI. MA CHI LI GESTISCE ? E I CASALESI NON STANNO A GUARDARE…

27 agosto 2015

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L’inchiesta della Voce di maggio 2009

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inchiesta terremoto AQ maggio 2009

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