A NAPOLI IL METRO’ PIU’ BELLO DEL MONDO. E CHISSENEFREGA SE E’ ANCHE IL PIU’ CARO, SFASCIAMBIENTE E SOTTO PROCESSO…

Napoli città estrema. Tra sangue di camorra, caos e monnezza, ecco spuntare il miracolo, degno del miglior San Gennaro: il metrò più bello del mondo. Lo ha sottolineato – fresco di nomina – il titolare alle Infrastrutture Delrio, quando in primavera tenne a battesimo la stazione di piazza Municipio, vis a vis con il Comune. Lo ha più volte ribadito il neo braccio destro dello stesso ministro, Ennio Cascetta, che ha preso il posto dell’eterno grand commis Ercole Incalza coinvolto nella maxi inchiesta su Tav e Grandi Appalti: ex eminenza grigia alla Regione Campania e strategico assessore ai Trasporti della giunta regionale di Antonio Bassolino – che ora si ricandida a vele spiegate alla poltrona di palazzo San Giacomo – per Cascetta quella linea 6 del metrò made in Napoli “è la più bella del mondo”. Cin cin.

E adesso si stappa lo spumante, dopo la pioggia dei riconoscimenti internazionali e delle standing ovation provenienti da tutte le latitudini. Di qualche giorno fa l’assegnazione ad Hagerbach, in Svizzera, a pochi chilometri da Zurigo, dell’Oscar per le migliori opere sotterranee, promosso dalla “International Tunneling Association”, nella mitica categoria “Innovative use of underground spaces”. Napoli, con la sua stazione Toledo, ha battuto l’agguerritissima concorrenza di Gerusalemme e Sidney. Ma il tripudio era cominciato oltre un anno fa. Tric trac proprio a novembre 2014, quando il sito statunitense “Boredpanda” l’aveva eletta miss mondo tra le linee metrò. Questa l’imperdibile motivazione: “le stazioni della metropolitana spesso sono associate a sporcizia, ratti e immondizia, ma ci sono poche metropolitane nel mondo che invece eccellono per la loro architettura, costituendo un bellissimo esempio di creatività e ingegno”. All right: basta rimanere nel ventre di Napoli, nel magnifico sottosuolo, e non osare mettere il naso in superficie, rischiando la collisione con distese dei sacchetti a perdere…

Ma il Guinness era appena cominciato. Poi è venuto il premio speciale del quotidiano The Daily Telegraph – e gli inglesi sono i primi intenditori al mondo di metro lines – quindi un altro Oscar, stavolta assegnato via etere e targato Cnn. Dagli States al mondo arabo l’entusiasmo è contagioso: ed ecco il prestigioso “Emirates Leaf International Award”, per la costruzione pubblica più bella dell’anno, il “Public building of the year”. Manca solo il selfie di Barack Obama & family e la consacrazione di papa Francesco dal balcone di piazza San Pietro…

A turbare i trionfi in casa Metrò all’ombra del Vesuvio, l’udienza in arrivo – metà dicembre – al tribunale di Napoli per “disastro colposo”. Ohibò, cosa sarà mai successo? Il crollo di un palazzo storico nella centralissima Riviera di Chiaia, un paio d’anni fa, solo per un miracolo non fece una strage. Motivo? I dissennati lavori per la linea 6: le responsabilità, a carico di 19 fra dirigenti comunali, imprenditori, tecnici, verranno chiarite – c’è da sperarlo, dopo il flop di altre inchieste proprio sul metrò partenopeo – nel corso del dibattimento davanti al giudice monocratico della sesta sezione penale, Barbara Madia, in seguito al rinvio a giudizio deciso dal gip Andrea Rovida.

Ma chissenefrega, se siamo di fronte a un’opera pubblica che il mondo ci invidia! Un po’ caruccia, il triplo rispetto ai metrò di tutta Europa (compresa la spendacciona Roma di mafia capitale) e il doppio rispetto al non semplice tunnel sotto la Manica: poco importa, possiamo gonfiare il petto per tutte le archistar che hanno disegnato MetroNapoli. Un po’ “arronzata”, come spesso succede da queste parti: lavori partiti senza VIA (la basilare – ormai anche per un balconcino – Valutazione d’Impatto Ambientale) e con le prime progettazioni “rubate” da tesi universitarie. Ma ‘scordammoce ‘o passato, abbiamo gli affreschi più belli del mondo, altro che Sistina! Se poi alle prime piogge – come è già successo svariate volte, tragedie abbondantemente sfiorate – le stazioni vanno sott’acqua… Beh, almeno si affoga tra opere d’arte, capolavori del “moderno” e firme che tutto il mondo ci invidia!

 

 Nella foto una fermata della Metro collinare partenopea

 

PER APPROFONDIRE:

TANGENZIALE E METRO’ A NAPOLI / VIAGGIO AI CONFINI DELLA REALTA’ TRA SCEMPI, SPERPERI E ILLEGALITA’

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