NUCLEARE MANGIAMILIARDI. TUTTE LE MANOVRE IN ATTESA DEL SITO

Continua il balletto nucleare. Fra palleggi, triangolazioni, passaggi di carte, responsabilità che vanno e vengono, istituzione di enti “fantasma”. I soldi pubblici, intanto, continuano a scorrere. Senza controllo. Mentre l’Italia di pensionati, senzalavoro, superprecari e piccole imprese muore.

Il pomo della discordia? La creazione del famoso sito nazionale di stoccaggio, previsto dalle normative comunitarie, al quale dovrebbero confluire tutte le scorie (tossiche e supertossiche) oggi ancora disseminate in ben 23 siti, vere bombe a orologeria lungo tutta la penisola. Avrebbe dovuto veder la luce già molti anni fa, il piano di “decommissioning”, ossia la dismissione e disattivazione delle centrali killer, con relativo trasloco in sicurezza e stoccaggio delle scorie in un sito ad hoc.

A molti, però, fa comodo che ciò non avvenga. O meglio, che possa avvenire nel modo più lento possibile, come del resto è successo fino ad oggi. Perchè “conviene” mantenere le attuali strutture, che costano alle casse pubbliche quasi 300 milioni di euro all’anno, e far lievitare i “piani” targati Sogin, un salasso ad oggi che supera abbondantemente i 2 miliardi e mezzo di euro per il primo, solo teorico, decommissioning. E almeno 4 miliardi da mettere ancora sul piatto.

Ma vediamo gli ultimi sviluppi. L’Ispra ha appena inviato ai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico la famosa “Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee” ad ospitare il sito: a quanto pare una decina di localizzazioni “possibili” (sic) dopo le ribellioni di interi territori, come è successo, per fare un solo esempio, in Sardegna. A redigere il documento è stata però la Sogin, la società del parastato che ha inghiottito palate di milioni a vuoto: ovvero per foraggiare clientele, amici e potenti di turno, capitanata per anni dal generale Carlo Jean, in prima linea anche per “risolvere” (sic) le emergenze monnezza nella martoriata Campania.

A quanto pare, la stessa Sogin dovrebbe partire a breve con una campagna di “sensibilizzazione e informazione” sul sito. Giusta propaggine dopo la campagna primaverile “centrali porte aperte”, con i cittadini invitati a visitare gli attuali impianti per vedere quanto sono belli e sicuri… Impianti che – secondo non pochi esperti – Sogin tarda in modo palese (e colpevole) a decommissionare.

Anche dal ministero del Tesoro – che controlla il capitale di Sogin – non arrivano notizie rassicuranti. La riunione per approvare il bilancio 2014 è stata rinviata un paio di volte. “Brutto segnale – commentano nei corridoi del ministero – significa che qualcosa di grosso non va”. Ma Sogin, a quanto pare, se ne frega: e va in campagna.

Ora la palla passa al governo. Che deve scegliere il famigerato sito. Ma tentenna, nonostante speedy Renzi. E altri mesi, sembra certo, trascorreranno per successive consultazioni dei territori. Con calma, in autunno…

Intanto entra in gioco un altro soggetto, l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin), sempre invocato dagli ambientalisti per esercitare un reale, concreto controllo su quanto avviene nello stradelicato (e milionario) mondo nucleare. A quanto pare il governo ha proposto un nome per il suo vertice, quello di Antonio Agostini. “Una persona non competente in materia”, accusa Greenpeace. “Incompetente, indagato e ora accusato di abuso d’ufficio e turbativa d’asta”, rincarano i 5 Stelle. E resta un fatto: il controllore Isin, in realtà, dipende dai due ministeri, Ambiente e Sviluppo Economico. Siamo alle solite: i controllati che si scelgono i controllori.

Ma su tutta la realizzazione del sito c’è un gigantesco punto interrogativo: che può significare tempi infiniti e, soprattutto, miliardi che non finiscono mai. Nel deposito nazionale, infatti, dovranno confluire sia rifiuti a “bassa e media attività” (non più pericolosi dopo 300 anni) che ad “alta attività” (in pratica tossici per l’eternità). Ecco: la “chiarezza scientifica” di Sogin vuol fare un bel minestrone per sistemare “in mondo temporaneo” nel mega sito anche i secondi. In attesa, poi, di un altro botto miliardario: la creazione di un ulteriore deposito geologico da allocare in un sito molto più profondo, chissà dove. Bum bum.

 

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