Dignità, prestigio?

Non è il caso di infierire sulla protervia di una società qual è la Juventus, vera e propria azienda quotata in borsa, obbligata a rispettare la legge e specialmente quella di settore, ma una domanda è lecita: per la seconda volta (la prima volta finì in serie B) la Juve commette reati accertati, che comportano la retrocessione della squadra nella serie inferiore. Per ora non è successo, anzi la prima sentenza, che ha privato il club di 15 punti, è stata edulcorata, ridotta a dieci. Il sospetto è che si voglia consentire ai bianconeri di vincere le prossime partite e agguantare comunque un posto per la prossima edizione della Champions League. Qualcuno, ma è purtroppo sentimento diffuso, chiede l’assoluzione di Agnelli e compagni di disavventura: “Non si può ignorare che la Juventus è ‘brand’ di alto livello”. Proprio perché è colpevole un ‘brand’ del calcio, non si può essere d’accordo con i difensori d’ufficio della ‘vecchia signora’e il giudizio sulle sue accertate manipolazioni di bilancio è giustamente drastico, ‘tranchant’. Il racconto della gloriosa Gazzetta dello Sport, che non nasconde l’empatia leghista per le squadre del Nord, riporta le reazioni dei tifosi, gli stessi noti per ingiurie razziste e xenofobe e titola ‘La furia sui social dei tifosi’: “Difendiamo il nome, il prestigio (?) i colori, la dignità (dignità?) di questa maglia. Sempre con voi fino alla fine (anche in B? ndr). Rompete questo sistema, fate ricorso, bloccate tutto, chiedete i danni. Basta chiacchiere andiamo al Tar, bloccate i campionati fino a ottobre”. La rabbia esagitata arriva a ipotizzare una sentenza ‘a orologeria’, arrivata alla vigilia di Empoli-Juventus. È miopia da ultra: fosse vero, Allegri e la sua ricca compagine avrebbero dovuto reagire con gara perfetta e vincente. Domanda agli arrabbiati tifosi juventini: “È dignitoso rispondere con la resa senza condizioni a una squadra di modesto livello?

Il via alla lotteria sulla ruota di Napoli è un rumor martellante  di che meravigliarsi, il premio per la ’tombola’ è la guida dei campioni d’Italia, l’ambizione di De Laurentiis di aggiungere ala palmares degli azzurri la Champions, di abitare il gotha delle sei big europee per progettare la grande bellezza di un mini torneo del calcio spettacolare. Nel bussolotto dei papabili per l’investitura di erede di Spalletti, circolano nomi altisonanti: Luis Enrique, ex ct della Spagna, in pole position. A seguire Thiago Motta, Gasperini, Conte. Il Luciano delle sorprese sembrerebbe orientato a godere un anno di ozi familiari, per scegliere con calma il suo futuro. Chissà che non si sia già accasato concordato con chi accrescerà il personale tesoretto. Ciao Spalletti, un ciao che include alla pari rammarico per l’esodo e dispetto per il ‘tradimento’.

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