VOCE CONTRO WADA / MERCOLEDI’ A NAPOLI TESTIMONIA SANDRO DONATI

Udienza clou al processo in corso di svolgimento al tribunale di Napoli che vede contrapposti la ‘Voce’ e la ‘WADA’, ossia la ‘World Anti Doping Association’, per 18 articoli da noi pubblicati sul ‘giallo Schwazer’ nel corso del 2017.

Davanti al giudice monocratico della V sezione penale, Cristiana Sirabella, si presenterà come teste Sandro Donati, una vita dedicata alla lotta contro il doping, preparatore atletico del nostro campione di marcia Alex Schwazer. Alla cui travagliatissima vicenda umana, sportiva e giudiziaria ha appena dedicato una imperdibile docu-serie in 4 puntate Netflix, ‘Il caso Schwazer’: potete leggere l’articolo della ‘Voce’ cliccando sul link in basso. Così come, andando alla casella CERCA che si trova in alto a destra della nostra home page, e digitando i nomi Alex Schwazer, Sandro Donati, oppure WADA, potete trovare e rileggere i tanti articoli e inchieste pubblicati dalla Voce, ben compresi i 18 ‘incriminati’.

Il tribunale di Napoli. In apertura Sandro Donati e, a destra, il suo libro

Sì, perché la corazzata internazionale WADA ha pensato bene, nel 2018, di querelare la Voce, accusandoci di aver scritto una montagna di menzogne e falsità contro l’Associazione Antidoping, di aver ‘costruito un castello di bugie’, di aver totalmente travisato i fatti: e una delle cose più gravi è che li abbiamo accusati aver tradito la loro ‘mission’ statutaria, quella di lottare contro l’uso del doping da parte degli atleti.

Abbiamo invece sostenuto (lo ha fatto il direttore della Voce e autore degli articoli, Andrea Cinquegrani nel corso del suo interrogatorio) che tutto quanto scritto nel corso del 2017 e pubblicato dalla Voce rientra in pieno nel DIRITTO di CRONACA e di CRITICA, tutelati dalla Costituzione; e che quanto scritto risponde ai criteri-base del giornalismo (e non li travalica mai), vale a dire la VERITA’ dei FATTI, l’INTERESSE PUBBLICO a quei fatti, la CONTINENZA nell’esporre quei fatti.

Ad un certo punto del dibattimento, circa un anno fa, il legale di WADA, Stefano Borrella del foro di Milano (mentre lo studio legale-base di WADA che ci ha querelati è svizzero), ha manifestato l’intenzione di WADA di ritirare la querela, di ‘rimetterla’, come si dice in gergo tecnico. La proposta è stata immediatamente respinta, in udienza, da Andrea Cinquegrani, che ha sostenuto di voler vincere la causa nel merito, in aula, vedendo condannareWADA che con la sua querela l’ha pesantemente, immotivatamente e in modo intimidatorio attaccata.

Oliver Niggli

La Voce ha chiesto che al processo di Napoli venisse interrogato il direttore generale di WADA, l’elvetico Olivier Niggli: il quale non si è presentato, adducendo di avere un altro impegno di lavoro. In quello stesso periodo, comunque, Nigli trovava il tempo per concedersi alle telecamere di Sky e rilasciare un’intervista da brividi: in cui sostiene come c’è solo una giustizia che conta, quella sportiva, mentre la giustizia ordinaria vale ben poco.

Di tutta evidenza scottato, Nigli, da quanto ha deciso, con un’ordinanza del 2021, il gip di Bolzano Walter Pelino, che ha scagionato Alex Schwazer da tutte accuse e ha letteralmente ‘ribaltato’ il tavolo. Ha infatti chiesto al procuratore capo di Bolzano di accertare tutte le responsabilità in capo a WADA e IAAF (la federazione internazionale di atletica, che ora si chiama ‘World Athletics’), che arrivano perfino alla gravissima ‘FRODE PROCESSUALE’.

Ecco il motivo per cui WADA voleva ritirare la querela: perché l’ordinanza firmata Pelino è durissima, un vero j’accuse lungo 89 pagine, tutti colpi da kocontro la credibilità di WADA, accusata senza mezzi termini dal gip di ‘aver costruito un castello di menzogne’. Guarda caso le stesso parole usate da WADA contro la Voce! E la Voce s’è resa colpevole di un ‘reato gravissimo’: aver, in sostanza, anticipato di quattro anni quanto poi il gip finirà per accertare!

Alex Schwazer nel docu-film di Netflix

Intanto, eccoci alla testimonianza, il 17 maggio, di Sandro Donati. Che ha firmato un altrettanto imperdibile volume, ‘I Signori del Doping’ che ricostruisce per filo e per segno (proprio come fa la docu-serie griffata Netflix) la gigantesca combine WADA-IAFF ordita ai danni di Alex Schwazer, che aveva avuto il coraggio di alzare il velo sul mondo dell’antidoping taroccato, facendo nomi e cognomi. E chi tocca certi fili, lo sappiamo bene, ‘muore’: viene delegittimato, tritato, calpestato.

Invece Alex ha avuto la forza di rimettersi in marcia.

 

LINK

IL CASO SCHWAZER / SPOPOLA LA DOCU-SERIE DI NETFLIX. E IL 17 MAGGIO PROCESSO VOCE CONTRO WADA

 

VOCE CONTRO WADA / ALL’UDIENZA DEL 17 MAGGIO TESTIMONIA SANDRO DONATI

 

WADA CONTRO VOCE / IL DIRETTORE NIGGLI NON SI PRESENTA AL PROCESSO DI NAPOLI

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