Il bello del ‘coming out’

Provo a non annoiare i lettori, benedico la creatività avveniristica di Robert Adler e la Zenith Radio Corporations. Devo all’inventiva del primo e alla concretezza applicativa della seconda se da mane a sera con un clic deciso sull’oggetto più diffuso al mondo, alla pari dei ‘telefonini’ cellulari, salto a piè pari Tg e approfondimenti’ politici di Rai e Mediaset. Ricorro all’outing, alla coraggiosa rivelazione sentimentale: ebbene sì, sono perdutamente innamorato di uno strumento di piacere e lotterò strenuamente perché non subisca la repressione che colpisce gay e transgender. Ecco, anche in questo momento lo stringo tra le mani, una carezza e un magico clic: d’un balzo scompare dal televisore laduecento ottantesima effige di “Yo soy Giorgia, donna, madre, patriota, italiana”, della tele Meloni. Approdo sul canale-cultura di Sky, che propone un esaustivo racconto (luci e ombre) del geniale Salvator Dalì. Contemporaneamente alleno l’emisfero destro del cervello, sede della memoria, perché impari con largo anticipo il numero del canale Discovery, dove sembra convinto a emigrare Fazio, uno dei prossimi epurati della Rai. Lo ‘zapping’, da oggi in poi, impedirà alle povere orecchie di ascoltare il chiacchiericcio di La Russa, Lollobrigida, Donzelli, Valditara, Piantedosi,  di Rita Dalla Chiesa, Iva Zanicchi, tra non molto del mussoliniano  Enrico Montesano, dei nostalgici destrofili Barbareschi e, Pino Insegno. Agli occhi incolpevoli eviterà di subire il perenne simil sorriso da miss dell’onnipresente premier, alias ‘TeleMeloni’, alias patriota’. E allora, si pagherebbe a vuoto canone Rai e abbonamenti delle private? Ma no. In Rai sopravviverà un po’ di buona televisione, la cultura non è patrimonio della destra e il network di Berlusconi, per non finire in un baratro, dovrà pur proporre qualcosa di decente. Di qui la gratitudine per gli inventori del telecomando.

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