Indovina: chi è una capra?

Il ‘caso’ è da sottomettere all’acume di un accreditato psicanalista: di Sgarbi capirebbe il vistoso sfasamento comportamentale che collude sinistramente. C’è uno Sgarbi critico d’arte dall’eloquio forbito, sostenuto da consistenti livelli di cultura specifica e sono godibili le dotte analisi di opere pittoriche d’ogni epoca, con evidente preferenza per artisti del passato remoto. C’è un lato B di Sgarbi narcisista, che per ottenere visibilità, notorietà, presenza seriale televisiva, ha oltrepassato il bon ton, premiato con l’arruolamento nella destra e incarichi istituzionali culminati con il ruolo di sottosegretario alla cultura dell’esecutivo Meloni. Pace all’anima sua, il ‘la’ all’irruzione di Sgarbi nell’arcipelago mediatico ha visto nel ruolo di starter il salotto Tv di Maurizio Costanzo, che usò la chiave per ottenere il successo di ascolti anche con le chiassate dell’allora nascente critico d’arte, condite di eccessi verbali.

La perenne impunità è valsa a Sgarbi l’arruolamento nel club degli onnipotenti a cui sono consentite trasgressioni estreme e come socio di spicco è stato preservato da condanne per diffamazione. Ma…ma superato il limite del lecito, è incappato in un caso di lodevole indipendenza della Giunta della Camera dei deputati per le autorizzazioni a procedere, che con voto unanime gli ha negato l’immunità (“È sindacabile per ingiurie”). Sgarbi sarà processerà, salvo imprevisti, per gli insulti rivolti a Mara Carfagna, che nel 2022 era vicepresidente di Montecitorio e richiamò il critico d’arte che non indossava la mascherina anti Covid.  Il critico-deputato pubblicò su Facebook video di insulti, in particolare definì la Carfagna capra:“Quella intollerabile cret*** della Carfagna dice ‘isolatevi’: quella poveretta, in Parlamento solo per essere stata in ginocchio davanti a Berlusconi. Capre! Carfagna capra! Mi fa schifo che mi rappresentiate in Parlamento”.

Oramai Inazio Benito La Russa colleziona solo contestazioni. L’ultima a L’Aquila dove una donna, subito allontanata, gli ha gridato “Non sei degno dei nostri morti”.  La seconda carica dello Stato, che  ha scoperto la stele che ricorda le 309 vitime del terremoto, si è presentato in ritardo di un’ora nella piazza dov’era atteso.

Tale Michele Facci, leghista (ma ‘ci facci il piacere’, sparisca, ndr), redarguito dalla vicepresidente dell’Assemblea Silvia Zamboni, ha più volte urlato “stai zitta” a Silvia Piccinini, 5Stelle che stava intervenendo e che commenta così lo sgradevole episodio: “Mi sono ritrovata ad essere oggetto dell’atteggiamento machista e sessista da parte di un esponente della Lega che mi ha più volte intimato di tacere con tono minaccioso durante un normale dibattito in Assemblea legislativa. Si tratta di un fatto grave che riguarda consiglieri uomini del partito di Salvini. Già in passato ci sono stati attacchi dello stesso spregevole tenore nei confronti di altre colleghe consigliere”.

Che dire, le parafarmacie si stanno di rifornendo di olio di ricino. Tra breve potrebbe essere un prodotto di banco molto richiesto. 

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