VOCE SOTTO ATTACCO / LE PROSSIME TRE BATTAGLIE LEGALI – SOSTENETE LA VOCE!

Continuano le battaglie legali della ‘Voce’, anche in difesa di quel diritto di cronaca e di critica tutelato dalla Costituzione ma sempre più dimenticato, marginalizzato e calpestato.

Abbiamo rammentato, poco meno di un anno fa, ai nostri lettori, il ‘bollettino di guerra’: e non è proprio un eufemismo, visti i sacrifici cui è costretta una piccola testata autogestita come la ‘Voce’ sia per sopravvivere e tirare avanti con quelle contro-inchieste che continueremo a fare fino alle nostre ultime energie; sia per fronteggiare, appunto, avversari da novanta in sede giudiziaria e sostenere le spese legali.

Massimo Marasca

Primo appuntamento alle porte, il 23 marzo al tribunale di Napoli, con il magistrato Massimo Marasca, che si è sentito diffamato da un nostro articolo del maggio 2019 in cui dettagliavamo il suo ruolo nel processo ‘Vannini’, una vicenda che tutti gli italiani conoscono.

E nel quale tratteggiavamo, in modo molto succinto, la ‘Marasca story’: perché quella toga ha in pratica decretato la morte della versione cartacea della Voce, nel 2014, con una sentenza     ‘anomala’ per una svariata serie di motivi, che poi abbiamo illustrato in un reportage pubblicato in seguito alla sua querela e   potete rileggere (così come l’articolo querelato) cliccando sui due link in basso.

L’ultima udienza ha visto la verbalizzazione di Marasca. La prossima (appunto il 23 marzo) sarà la volta del direttore della ‘Voce’ Andrea Cinquegrani, che illustrerà come l’articolo oggetto del contendere rispondesse in pieno ai criteri della legge sulla stampa: VERITA’ dei fatti, INTERESSE PUBBLICO a quegli stessi fatti, CONTINENZA nell’esposizione dei fatti.

 

 

 

Il secondo appuntamento (cliccando in basso trovate un paio di articoli che illustrano il caso) è per il 17 maggio, sempre al tribunale di Napoli, per il caso ‘WADA’, l’Agenzia Mondiale Antidoping che si è sentita profondamente offesa nell’onore per 18 articoli pubblicati nel corso del 2017 dalla ‘Voce’ sul caso Schwazer. Tanto profondamente da aver chiesto, alcuni mesi fa, dopo aver fatto fuoco e fiamme, di potere RITIRARE (rimettere, in gergo tecnico) la ponderosa querela redatta da un grosso studio legale elvetico.

Proposta che Andrea Cinquegrani, presente in aula, ha subito rifiutato: perché vuole vincere la causa nel merito, e veder condannare la WADA in modo adeguato, avendo la mega Agenzia accusato la Voce di aver scritto fandonie e falsità ben consapevole che così non era. Come del resto ha abbondantemente dimostrato la clamorosa ordinanza del gip del Tribunale di Bolzano, Walter Pelino, che ha scagionato Alex Schwazer da ogni accusa e accusato WADA di reati gravissimi, che arrivano – udite udite – fino alla FRODE PROCESSUALE.

Nel corso dell’ultima udienza Cinquegrani ha verbalizzato e risposto alle domande rivoltegli.


Per la prossima udienza del 17 maggio è prevista una testimonianza clou: quella del preparatore atletico di Schwazer, Sandro Donati, una vita dedicata alla lotta contro il doping nell’atletica e autore di un libro al vetriolo, ‘I Signori del Doping’, che tutti dovrebbero leggere per capire cosa realmente succede in quel mondo e in che modo si comportano proprio quelli che dovrebbero controllare e garantire integrità & trasparenza, tradendo la loro ‘mission’.

 

 

 

 

Passiamo al terzo appuntamento da novanta. Il 23 giugno, infatti, sempre al Tribunale di Napoli, si svolgerà l’interrogatorio di Andrea Marcucci, per anni capogruppo del PD al Senato, perché è uno dei tre fratelli (gli altri sono Marilina e Paolo) che hanno firmato due querele contro la ‘Voce’, rea di aver, con sette    articoli, leso l’onore della dinasty e della corazzata di famiglia ‘Kedrion’, regina nel settore degli emoderivati.

Il contenzioso si svolge in due round: il primo se lo è aggiudicato la Voce, che si è vista assolvere da ogni addebito per aver pubblicato tre articoli, uno dei quali da non poco, sui rapporti di lavoro tra Kedrion e alcuni istituti di ricerca di Wuhan. Ebbene, un anno e mezzo fa il gip, Valentina Gallo, ha accolto la richiesta del pm di assoluzione, perché quegli articoli rispondevano in pieno al diritto di critica e di cronaca, rispettando i tre criteri di verità, interesse pubblico e continenza.

Ora siamo al secondo round, che è andato in dibattimento dopo il rinvio a giudizio. Al centro del contendere c’è la storia del sangue infetto. E abbiamo sempre ribadito la nostra linea: il processo di Napoli sulla ‘strage’ durato vent’anni (con sole 9 parti civili) si è risolto con un’assoluzione ‘plenaria’ degli imputati, dall’ex plenipotenziario al ministero della Sanità Duilio Poggiolini agli ex dirigenti delle aziende del gruppo Marcucci perché – ha sentenziato il giudice – “il fatto non sussiste”.

Ma noi ribadiamo che niente al mondo ci potrà impedire di raccontare la vera storia della strage del sangue infetto, che solo in Italia ha fatto oltre 5.000 morti e altre migliaia in molte nazioni (in Francia il governo Juppè è caduto proprio per questa vicenda). La storia riguarda tutte le principali aziende del settore in Italia e all’estero, che si approvvigionavano della materia prima in modo quanto meno disinvolto. E, lo ripetiamo, è per noi un diritto- dovere ricordare quelle tragiche vicende, al fine di conservare, tutelare, tramandare, la MEMORIA STORICA di tante vittime innocenti, oggi del tutto dimenticate, e con i familiari che hanno ricevuto ridicoli risarcimenti danni.

Andrea Marcucci

Nel corso dell’ultima udienza, Paolo Marcucci, il Ceo di Kedrion, ha lamentato i grossi danni economici derivati alla loro azienda (i fratelli ne sono tutti soci) in seguito alla pubblicazione di 4 articoli della Voce che, a suo dire, hanno fatto il giro del mondo e causato, appunto, incalcolabili danni.  Che – come ha subito chiesto il nostro avvocato, Francesco Cafiero De Raho – dovrà ovviamente documentare, con corrispondenze, mail di supporto    e quant’altro.

O lo potrà fare, nell’udienza di giugno, il politico di famiglia, Andrea, passato dai trascorsi alla corte di Sua Sanità Francesco De Lorenzo, alle variazioni in salsa Pd (Pds, Ds, Ulivo, Pd)? Staremo a vedere.

 

Intanto, come abbiamo fatto lo scorso anno, invitiamo i nostri lettori a sostenere la ‘Voce’, con una donazione: che vale sia per consentirci di andare avanti con la nostra contro-informazione, che per sostenere le spese legali, visto che i nostri ‘avversari’ sono dei veri pezzi da novanta.

Una bicicletta – la ‘Voce’ – contro i carri armati di Sarajevo: come raffigurò più di trent’anni fa, in un memorabile intervento al Circolo della Stampa di Napoli, Giampaolo Pansa, venuto a presentare il suo ‘Penne Sporche’. Proprio sull’informazione al servizio del Potere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LINK

 

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