“Va de retro”: a passo lento ma va giù

“Specchio, mio specchio, chi è la più amata dagli italiani?” “Sai chi, cara ‘yo soy Giorgia’? La Nutella”. E giù lacrime di dolore e rabbia della ‘borgatara della Garbatella. Ella dopo le impennate post elettorali perde colpi. Il suo partito continua a scendere al di sotto del 30 percento. La ‘maratona’ dei primi cento giorni di governo, così li chiama la premier, taglia un primo traguardo con omissioni, passi del gambero e incompatibilità interne all’esecutivo. Sbugiardati Salvini e il suo megafono Piantedosi: lo sbarco di migranti prosegue e in aumento. Valditara, genio delle retribuzioni diversificate dei prof tra nord e sud, il paventato rischio di secessionismo razzista di Calderoli (autonomia regionale) fermi, in stand by. La Meloni: “Voglio un’Italia unita, no a territori di serie A e B”. “Ma all’insegna di efficienza e autonomia”, è la replica della Lega. Rissa. Bacchettato Nordio: parla troppo e sparla sulle intercettazioni telefoniche.

Il velenoso responsabile organizzativo di Fratelli d’Italia, tale  Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia vicinissimo alla Meloni, vicepresidente del Copasir, con incarichi apicali nel partito e scelto di recente anche come commissario della federazione romana di FdI, dà i numeri in parlamento. Sul caso Cospito e il 41 bis esce dal seminato della decenza istituzionale: “Voglio sapere, se questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia”. Si riferisce a una visita a in carcere, più che legittima, di deputati Pd nell’esercizio delle loro prerogative di parlamentari (Orlando, Verini, Serracchiani).  I dem reagiscono: “Vergogna”, Enrico Letta, chiede rispetto. Il verde Bonelli: “Lei ha detto una sciocchezza, si scusi”. In casa FdI, irrompe il caso della scomunica di Donzelli, fedelissimo della Meloni, che prende  le distanze dal fratello, arrestato per bancarotta fraudolenta. Dichiara: “L’amore fraterno è l’unica cosa che unisce me a questa vicenda“.

La cronaca racconta di un insegnante di Milano negazionista della shoa. Nella sua scuola era in corso uno spettacolo sulla Giornata della Memoria. Quando l’attrice ha elencato il numero dei morti della hoah, il docente si è alzato in piedi e dalla platea ha urlato “Questa è la vostra verità, dite solo quello che vi fa comodo, tate gonfiando completamente i numeri, questa è ideologia”. Tutto l’istituto si è dissociato.

Dovendo invitare un amico, un’amica, a cena, segnalate a voi stessi, in agenda, cosa e chi evitare. Per esempio i ristoranti di famosi chef, milionari grazie a sontuosi compensi televisivi e al costo dei rispettivi menù.  Cena di San Valentino nel ristorante di Cracco? 340 euro. Offre Ostrica e ibisco, Gambero viola tiepido, Radicchio e Melograno, Uovo soffice, Barbabietole e kefir, Riso allo zafferano, Ricci di mare, Filetto di vitello in crosta, Purea di patate e Salsa al tartufo, Dessert di San Valentino, Selezione di vini al calice. Cannavacciuolo? 240 euro. L’amatissimo chef napoletano gestisce una catena di ristoranti ed è tra i più ricchi (gode di compensi televisivi stratosferici), più di Cracco. Primi in classifica i fratelli Cerea (18 milioni di fatturato all’anno) seguiti dai Alajamo (13 milioni) e proprio da Cannavacciuolo (9 milioni), volto di Masterchef  Italia e di molti altri format televisivi, chef di Villa Crespi sul lago d’Orta.

Napoli: da ‘Carmela’. Un piatto favoloso di pasta con salsa alla ‘genovese’, polpette e friarielli, vino della casa, euro 12.  Consigliata.

Lascia un commento