ESCALATION SENZA FRENI / DAI MISSILI A LUNGA GITTATA ALL’URANIO IMPOVERITO. E POI? TAIWAN!  

Ormai lo scenario tutto a base di escalation militare, senza praticamente confini, si sta rapidamente delineando.

Gli USA e la NATO hanno – come si suol dire – gettato la maschera:

mai pensato a negoziati e vie diplomatiche, la Russia deve essere sconfitta sul campo, detronizzato il macellaio Vladimir Putin, utilizzando il comodo pupazzo Voldymyr Zelensky e senza fottersene della vita degli ucraini.

Per poi passate subito alla seconda ‘pratica’ bollente: la Cina, che va affrontata nel grande conflitto previsto per il 2025, con il pretesto di Taiwan.

Esaminiamo più in dettaglio i passaggi del ‘piano’ Usa, che li dovrà portare ad essere la prima potenza in assoluto nel mondo,  con i ‘grandi nemici’ Russia e, soprattutto Cina, resi del tutto inoffensivi, marginalizzati, ed un’Europa – ridotta allo stremo in tutto questo ‘casino’ scientificamente organizzato – che fungerà da maggiordomo, per dare un’occhiata ai confini, dialogare con i paesi africani (e in questa ottica l’ottima Giorgia Meloni sta ben svolgendo il suo compitino) e servire come meta turistica e, suvvia, culturale per i Paperoni a stelle e strisce che sbarcheranno  a frotte nel vecchio continente per sgranchirsi  le ossa dopo tanti ardori militari.

Vediamo i tasselli del mosaico.

E partiamo da un più che ‘istruttivo’ piano di azione elaborato mesi fa, per la precisione ad ottobre 2022, proprio per favorire l’escalation del conflitto in Ucraina.

Ad elaborarlo è stato un think tank che più guerrafondaio non si può, l’ ‘Atlantic Council’.

Guarda caso, il piano parte proprio dalla fresca richiesta del guitto-presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ossia l’urgente invio di ‘missili a lunga gittata in grado di colpire il territorio russo’. Non bastano più artiglieria e carri armati, droni e munizioni: è arrivato il momento dei più sofisticati aerei da combattimento e, soprattutto, dei missili a lunga gittata.

Tanto chiede oggi il burattino Zelensky battendo i pugni sul tavolo, tanto prevedeva e programmava a tavolino quattro mesi fa l’Atlantic Council nel suo documento articolato su precisi punti programmatici per alzare di molto il livello del conflitto e concretizzare quell’escalation militare così fortemente voluta, fin dall’inizio, dal ‘Dipartimento di Stato’ guidato dai super falchi Tony Blinken e Victoria Nuland (mentre il Pentagono

ha sempre tenuto una linea molto più moderata e quindi meno guerrafondaia) e dal numero uno della NATO, il norvegese Jens Stoltemberg, in eterna prorogatio, visto che il suo mandato è scaduto esattamente un anno fa: ma con ogni probabilità fa comodo anche al vertice della Casa Bianca, Joe Biden, un ‘yes man’ di quel calibro.

Torniamo al ‘piano di azione’ elaborato a ottobre dall’Atlantic Council e passiamone in rassegna i punti-cardine.

Punto primo. “Fornitura a Kiev di aerei da combattimento e missili a lunga gittata capaci di colpire il territorio russo”: quindi    non più in chiave difensiva, of course, ma offensiva, circostanza che ribalta totalmente lo scenario fino ad oggi ‘costruito’ dagli Usa e dalla NATO in modo scientemente depistante.

Punto secondo. “Aumentare la letalità dell’assistenza militare, includendo aerei da combattimento che permettano all’Ucraina di controllare il proprio spazio aereo e di attaccare le forze russe al loro interno; e tecnologia missilistica con una portata sufficiente a raggiungere il territorio russo allo scopo di prevenire ulteriori incursioni, interrompendo le linee di rifornimento e distruggendo le forze militari russe, sia in termini di personale che di equipaggiamento”.

Punto terzo. “Avviare ed espandere la stabilizzazione e la ricostruzione nelle aree controllate dall’Ucraina”: e in quest’ottica vanno visti i recenti incontri tra il burattino Zelensky e i vertici di ‘BlackRock’, il più grande fondo speculativo d’investimenti al mondo, che ha elaborato un preciso piano-Ucraina da centinaia di miliardi di dollari. Per cui gli Usa riescono a prendere due piccioni con una fava, via Ucraina: foraggiare con palate da miliardi di dollari sia l’industria militare americana che quella degli hedge fund.

Punto quarto.Rafforzare le difese ucraine in prima linea, vicino alla regione del Donbass. Ciò potrebbe comportare la fornitura di addestramento al combattimento incentrato sul sabotaggio, sull’artiglieria e sulla capacità offensiva per interrompere la logistica della Russia”.

Infine – quinto e sesto punto – “aumentare i costi economici per la Russia imponendo sanzioni secondarie a tutte le entità che fanno affari con il Cremlino; confiscare i 300 miliardi di dollari che lo Stato russo detiene negli Stati Uniti e nell’UE”.

 

Una delle prove lampanti dell’impegno-spinto degli Usa verso una sempre più efferata escalation è poi dato dal probabile impiego da parte ucraina – dietro ovvia fornitura Usa/Nato – di “munizioni tossiche all’uranio impoverito”.

Ricordate quell’uso del letale ‘uranio impoverito’ da parte degli Usa nell’aggressione contro la ex Jugoslavia, con l’ok dell’Italia, premier dell’epoca Massimo D’Alema?

Ebbene, i vertici della Casa Bianca non negano (quindi sostanzialmente confermano) che “i Bradley Fighting Veichles’ saranno equipaggiati con i proiettili anticarro all’uranio impoverito”. Un fatto di gravità inaudita, perché ormai è noto a tutti quali danni produca l’uso dell’uranio impoverito.

Afferma il direttore della ricerca e delle politiche presso l’Osservatorio sui conflitti e l’ambiente, Doung Weir: “E’ stata una preoccupazione sin dall’inizio del conflitto. Se gli Stati Uniti fornissero proiettili di uranio all’Ucraina contro la Russia, le probabilità potrebbero aumentare che anche la Russia utilizzi il suo arsenale”.

 

Finiamo il tour dell’orrore prossimo e possibile con un salto a Taiwan.

Mike Minihan

Ecco le freschissime dichiarazioni del generale dell’aeronautica militare statunitense, Mike Minihan, che ha inviato una più che preoccupata e preoccupante nota ai suoi ufficiali.

Riporta infatti ‘NBC News’ di aver ricevuto una copia della lettera, in cui tra l’altro si legge: “Spero di sbagliarmi, ma il mio istinto mi dice che combatterò bel 2025”.

L’Air Mobility Command, guidata dal generale, conta su circa 50.000 effettivi e 500 aerei.

Riferisce ancora NBC: “Nel 2024, ha ricordato Minihan, ci saranno le elezioni presidenziali sia in Usa che a Taiwan, e la Cina ne approfitterà per muoversi sull’isola contesa; nella nota il generale chiede aggiornamenti su tutto quanto i comandanti operativi dell’aereonautica stanno facendo per prepararsi a combattere in Cina entro la fine di febbraio. Il Dipartimento della Difesa Usa ha preso le distanze delle opinioni del generale riportate dalla stampa e ha ribadito in una nota che ‘il nostro obiettivo rimane quello di lavorare a fianco di alleati e partner per preservare un Indo-Pacifico libero e aperto”.

 

Di seguito vi proponiamo la lettura di un interessante intervento firmato da Larry Johnson intitolato “Gli Stati Uniti e la NATO sembrano determinati a iniziare una guerra armata contro la Russia” pubblicato il 29 gennaio dal sito ‘controinformazione’.

E poi quella di un articolo pubblicato sul sempre stimolante sito ‘Piccole Note’titolato “La costante escalation della NATO verso la guerra”.

 

LINK

GLI STATI UNITI E LA NATO SEMBRANO DETERMINATI A INIZIARE UNA GUERRA ARMATA CONTRO LA RUSSIA

 

 

La costante escalation della Nato verso la guerra globale

 

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