WADA / LE PESANTISSIME ACCUSE DELL’EX NUMERO DUE, ROBERT KOHLER

WADA sempre più nella bufera.

Nel corso di un seguitissimo programma americano, ‘Real Sports’ trasmesso dall’emittente ‘HBO’, l’ex numero due della ‘World Anti Doping Agency’ (Agenzia Mondiale Antidoping) fino al 2018, ossia Robert Kohler, ne racconta di cotte e di crude sul ‘Sistema  Wada’.

Franco Arturi

Ecco cosa acutamente commenta il 7 ottobre Franco Arturi nella sua rubrica ‘Porto Franco’ per ‘La Gazzetta dello Sport’.

“Le parole pronunciate da Kohler sono squassanti e demoliscono la credibilità di questa istituzione, sulla quale tutto il mondo dello sport, nel momento della sua nascita, 23 anni fa, aveva riposto tante speranze, puntando sulla sua terzietà. Proprio quest’ultima, di fatto, è venuta meno, secondo Kohler, perché in realtà il CIO, che comunque la sovvenziona al 50 per cento, la controlla secondo i propri piani politici, non sempre trasparenti”.

“Kohler denuncia pressioni precise ricevute da lui stesso, per insabbiare in un primo tempo il grande scandalo del doping di Stato russo e quasi azzera la capacità di controllo della WADA sul fenomeno doping, sostenendo che su una platea di oltre il 30 per cento di atleti di vertice dopati, se ne individuino a stento l’1 per cento. Kohler, che ha lavorato nell’Agenzia per 18 anni, parla di palesi conflitti di interesse. Un quadro drammatico”.

Robert Kohler

Continua Arturi: “L’intervista si occupa anche del ‘perseguimento troppo zelante dei test positivi che scienziati esterni hanno messo in discussione’. Non c’è una citazione diretta, ma è difficile non rapportare questo passo alla vicenda Schwazer-Donati, che ha avuto una conclusione duplice: l’ordinanza di 80 pagine del giudice Pelino di Bolzano, che ha respinto il rinvio a giudizio di Alex, individuando un vero e proprio complotto internazionale ai suoi danni; dall’altra l’impermeabilità assoluta delle istituzioni sportive che hanno confermato la squalifica di 8 anni, per una positività al testosterone, che oggi sappiamo essere stata fasulla. Come risponde la WADA a queste accuse, sempre più zelanti? In modo blando ed elusivo, e parlo sia dell’intervista da cui siamo partiti sia, ancor di più, sul caso del nostro marciatore e dei puntuali resoconti che ne ha fatto, per esempio, Sandro Donati nel suo libro-denuncia ‘I signori del doping’. Ma è chiaro che il muro di omertà sta cominciando ad incrinarsi. Ha iniziato a picconarlo Kohler, ma non credo che ci fermeremo qui”.

 

E lo ha picconato, per tutto il 2016, la ‘Voce’, con una ventina di inchieste al calor bianco che, incredibilmente, hanno anticipato di ben 5 anni quanto poi emergerà, in modo clamoroso, dall’ordinanza del febbraio 2021 firmata dal gip Walter Pelino, il quale non solo ha archiviato la posizione di Alex, ma ha addirittura chiesto alla Procura di Bolzano di mettere sotto inchiesta sia WADA che IAAF (i grandi accusatori di Alex) per una serie di reati gravissimi che arrivano fino alla ‘frode processuale’.

WADA, attraverso il suo studio legale di Lugano, ha querelato ben 18 articoli della Voce, accusandola senza mezzi termini di aver falsato i dati, di aver accusato ingiustamente WADA per aver tradito la sua missione istituzionale, e di non aver rispettato le regole del buon giornalismo.

Sandro Donati e Schwazer

Dopo una serie di udienze – incredibile ma vero – WADA un anno fa ha chiesto di poter ritirare la querela. La Voce, nella persona del suo direttore, Andrea Cinquegrani, ha rifiutato con decisione, perché intende avere una sentenza (ed ha anche controquerelato per calunnia WADA). Sicuri come siamo di aver perfettamente rispettato il diritto-dovere di cronaca e di critica; e di aver rispettato i tre criteri base che sono la verità dei fatti, l’interesse pubblico alla vicenda e la continenza espositiva.

Alla prossima udienza, prevista per l’11 gennaio 2023, testimonierà Cinquegrani. Poi verrà fissata la data per sentire Sandro Donati, in qualità di teste.

Potete leggere articoli e inchieste della Voce, soprattutto quelle ‘strategiche’ del 2016, andando sulla casella ‘cerca’ che porta al nostro archivio; quindi dovete digitare, nell’apposito spazio,  ‘WADA’, oppure ‘ALEX SCHWAZER’, o ‘SANDRO DONATI’. Ne potrete rileggere delle belle: tutti fatti e circostanze che incredibilmente – lo ribadiamo – hanno trovato puntuale e piena conferma nelle 87 pagine della ‘storica’ ordinanza Pelino: un vero spaccato di storia dello sport ‘deviato’, un preciso identikit di quei ‘Signori del Doping’ dei quali ha scritto Donati nel suo memorabile j’accuse.

 

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