Mea culpa, mea massima culpa

Un rapido percorso in autoanalisi ha la sua conclusione prevista: condanna il mancato rispetto del recente ‘fioretto’ che invitava a non occuparsi di ‘Yo soy Giorgia’ fino al 26 di settembre. Sta di fatto che la borgatara della Garbatella (“Non sono laureata perché ho fatto politica molto presto” Vero, ha cominciato con i neofascisti del ‘Fronte della Gioventù) esterna quotidianamente provocazioni che una sull’altra inducono a tradire la promessa del silenzio stampa. La ‘mujer, madre, cristiana’ dovrebbe aggiungere ai suoi ‘meriti’ anche “yo soy perspicaz”, in italiano”io sono furba”. Ovunque si spendsa per comizi anti europei (“Prima l’Italia”) ella deve sopportare spettatori di altra fede, dissidenti, contestatori. Per una nostalgica del Ventennio è cosa non solo sgradita, ma da stroncare con le buone o le cattive. In un video-selfie la ‘Sorella d’Italia’ ammonisce il ministro dell’interno Lamorgese con il seguente furbastro avavrtimento:“La pazienza ha un limite. Le azioni di disturbo, durante i miei comizi, rischiano di degenerare, di provocare reazioni di chi vuole assistere in pace ai miei interventi”. Traduciamo: la borgatara parla a Tizio per farsi intendere da Sempronio.  In pratica dice ai suoi seguaci che dai e dai, alle provocazioni  sono prevedibili (e giustificate, ndr) ‘contromisure’ per zittire i contestatori. Niente di nuovo, in anche in pieno tregime fascista il dissenso subiva ritorsioni violente, impunite. Le evoca “Yo soy Giorgia” (ammonimento alla Lamorgese) per future  reazione dei suoi militanti. Dite voi: se un alieno che segue di lassù le vicende della nostra serie A, per approfondire l’andamento di quest’ultima giornata, si affidasse alla cronaca sportiva di Repubblica, anche se non edotto di tanti suoi precedenti anti-Napoli, cosa penserebbe di una scelta editoriale pro domo sua (nel senso di Repubblica, da qualche tempo quotidiano confindustriale della FIAT) che in prima pagina, come si fa per notizie importanti,  titola “Juve sconfitta, è crisi bianconera, nessuno  segue più Allegri”. Con tutto il rispetto per le pene della ‘vecchia signora’ non era più rilevante l’impresa del Napoli, che in trasferta, nella Milano co-protagonista del campionato e in vetta alla classifica, ha sconfitto la ricca corazzata rossonera? No, per la redazione sportiva di Repubblica è stata più notizia la sconfitta di una squadra brutta copia di sé stessa (0 a 1 in quel di Monza, neopromossa), tanto da meritare anche i due primi paginoni della cronaca riservata al calcio. Al confronto non sfigura neppure il settore economia, che in dipendenza con la linea editoriale Gedi (Fiat) pubblica un giorno sì e l’altro pure articoli e foto di auto (oggi per il Suv Ferrari) del gruppo FCA (Fiat & Co.). Quanti hanno patito il vulnus della pandemia e ora della guerra in Ucraina, ma sono sopravvissuti sfamandosi con il vitale reddito di cittadinanza? A Renzi, divenuto milionario proponendosi agli arabi come consulente, conferenziere, intervistatore, che volete che importi se passasse l’abolizione del sussidio che lui invoca? Gli fa eco da Caserta la borgatara che attacca il reddito e invita a non votare “chi vi dà le paghetta”, ma finge di ignorare che in Sicilia il governatore Musumeci (Fratelli d’Italia) ha boicottato l’aiuto del governo a poveri e disoccupati con la nobile motivazione: “È una grande illusione che bene si coniuga con una parte della cultura meridionale”.

È un caso se ad ascoltare Renzi in quel di Palermo, ai Giardini del Massimo, caffè molto chic del famoso teatro che si affaccia nella piazza adiacente, la ‘folla’ di fan di Italia Viva e di passanti non superava le trecento unità? Dali strali del tribunale politico di Renzi non si salva nessuno: non i renziani trasmigrati in Lega, il ‘sovranismo di Fratelli d’Italia – chissà perché non usa il termine fascismo – il Pd, Forza Italia. Il Berlusconi di Tik Tok? ‘Inimitabile’ (sic).

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