UGO CHAVEZ / AVVELENATO DAI BIO-FARMACI AMERICANI?

Dai biolaboratori realizzati dagli Stati Uniti in Ucraina e man mano sequestrati dai russi nel corso del conflitto, stanno emergendo non solo dati ‘bollenti’ sull’attività di quelle strutture di ricerca impegnate sul fronte del bioterrorismo (come ha ‘Voce’ ha documentato attraverso svariate inchieste), ma anche su alcuni ‘Misteri di Stato’ che oggi, forse, possono finalmente trovare una spiegazione.

E’ il caso, per fare solo un esempio, della morte del presidente venezuelano Hugo Chavez, avvenuta nove anni fa, nel 2013.

Igor Kirillov. Sopra, Hugo Chavez

Giorni fa, il capo delle forze di ‘Difesa radiologica, chimica e biologica’ dell’esercito russo, Igor Kirillov, ha reso delle dichiarazioni molto pesanti e circostanziate nel corso di una conferenza stampa – ovviamente censurata dai media occidentali, soprattutto quelli di casa nostra, ormai totalmente cloroformizzati e genuflessi davanti a USA & NATO – circa la fine di Chavez.

“L’attività biologica degli Stati Uniti è legata alla morte dell’ex presidente venezuelano Hugo Chavez”, ha affermato Kirillov.

E lo stesso successore di Chavez e attuale numero uno del Venezuela, Nicolas Maduro, il 18 luglio scorso ha parlato pubblicamente e senza mezzi termini di un “coinvolgimento degli Stati Uniti nell’assassinio” (non ha pronunciato la parola ‘morte’) di Chavez.

Kirillov, dal canto suo, ha precisato che le autorità venezuelane sono in possesso di dati secondo cui “i servizi speciali di Washington stavano lavorando a possibili piani per eliminare Chavez, artefice di un’attività politica anti-Usa”.

Non solo: ma è anche giunto ad affermare che erano stati “identificati e sventati” alcuni tentativi per eliminare il presidente venezuelano, con il coinvolgimento diretto di alcuni funzionari dell’ambasciata americana di Caracas.

Ecco altre affermazioni bollenti di Kirillov: “In violazione del diritto internazionale, gli Stati Uniti hanno svolto attività per creare farmaci che, se somministrati all’organismo, a breve termine causano malattie croniche e provocano lo sviluppo di diverse forme di cancro”.

E, ancora di più, ha fatto anche un nome: “Secondo fonti venezuelane, un farmaco simile è stato usato per avvelenare Chavez da Claudia Diaz, che faceva parte dell’entourage presidenziale”.

Nicolas Maduro

A quanto pare, dopo la morte (o meglio, l’assassinio di Chavez), lady Diaz ha subito lasciato il Venezuela e poi “è stata trasferita – secondo fonti diplomatiche – negli Usa per evitare che saltassero fuori i suoi legami con la CIA”.

Ancora un commento del generale Kirillov sulla fine del presidente sudamericano tanto odiato dagli Stati Uniti: “Le indicazioni dell’esame forense e le testimonianze dei medici cubani che hanno avuto in cura Chavez e che hanno richiamato l’attenzione sul decorso ‘anomalo’ della malattia per la sua resistenza ai farmaci, avvalorano il rapporto di causa-effetto tra la morte dell’ex presidente e gli sviluppo nel campo delle armi biologiche da parte di Washington”.

Sintetizzando estremamente i fatti, i problemi di salute per Chavez (giunto al suo quarto mandato presidenziale) cominciano nel 2011: a quanto pare si tratta di un classico tumore alla prostata. La malattia prosegue tra trattamenti chemioterapici e farmaci per un anno e mezzo. Poi insorgono complicazione e muore ‘ufficialmente’, nel 2013, per un’infezione polmonare.

Fin dal primo momento il successore, Maduro, puntò l’indice contro di Stati Uniti, accusandoli di avergli inoculato un virus in grado di ostacolarne la guarigione. In un’intervista a botta calda rilasciata a ‘TeleSUR’, Maduro affermò che il presidente era stato ucciso da “un cancro che aveva rotto tutte le regolarità” e che “la verità sarebbe saltata fuori a tempo debito”

L’allora presidente degli Usa, Barack Obama, respinse ogni accusa o coinvolgimento.

A gettare altra benzina sul fuoco e alimentare, all’epoca, ulteriori sospetti, furono le coraggiose dichiarazioni dell’allora presidente della Bolivia Evo Morales, secondo cui Chavez era stato “avvelenato dagli imperialisti”. L’agenzia di stampa ‘ABI’ scrisse che “Morales si diceva quasi convinto, come Maduro e le altre autorità venezuelane che svolgeranno un’indagine approfondita, che sia stato un avvelenamento ad uccidere il compagno Chavez”.

Potranno adesso saltar fuori, dagli archivi ucraini finiti nelle mani dei russi, nuove prove sulla diretta responsabilità americana per aver provocato la morte di Chavez?

Staremo a vedere.

 

 

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