BASE USA DI AVIANO / LA MILITARE KILLER DEVE ESSERE PROCESSATA IN ITALIA

La ventenne militare della base americana di Aviano guidava in stato di ubriachezza.

Non lo certifica solo l’esame alcolemico, con un tasso di 4 volte superiore al limite massimo (2,09 rispetto a 0,5), ma lo prova   anche la testimonianza di chi l’ha vista guidare, zigzagando di continuo, spegnendo più volte il motore, procedendo a forte velocità sena riuscire a mantenere la strada.

Scontata, a questo punto, la tragedia, l’impatto mortale con il quindicenne di Porcia, Giovanni Zanier.

Scarno il comunicato diramato dal Comando della base USAF di Aviano che, espresse in due righe le scontate condoglianze alla famiglia, fa sapere che “I Comandi del 31st Fighter Wing e dell’Aeroporto Pagliano e Gori stanno lavorando a stretto contatto con le autorità competenti italiane”.

Tutto qui.

Il disastro del Cermis. In apertura la base Nato di Aviano

Sottolinea Beppe Pontrelli, fondatore del ‘Comitato Giustizia 3 febbraio’ creato dopo la tragedia del Cermis dove 24 anni fa un   velivolo militare Usa dello ‘United State Marine Corps’ che procedeva a bassissima quota tranciò i cavi della funivia, tranciando anche la vita di 20 innocenti. Il capitano Richard Ashby, comandante dell’aereo, e il suo navigatore furono processati negli Stati Uniti e assolti. I 20 italiani di tutta evidenza – secondo la giustizia a stelle e strisce – avevano scelto un modo un po’ anomalo per passare a miglior vita.

Ecco le parole di Pontrelli: “Dal punto di vista morale e giuridico,   casi come quelli del Cermis sono un abominio. Almeno in quella occasione era in corso un’esercitazione militare, ma in questo caso, c’è solo una militare americana che ammazza un ragazzo. Se venisse mai decisa una competenza americana, sarebbe una totale, del tutto ingiustificata invenzione di competenza territoriale del tutto campata per aria”.

E aggiunge, con amarezza: “Ma il discorso è un altro: chi ha il potere lo esercita a scapito di chi non ce l’ha. La legge, perciò, viene frantumata perché qualcuno la distorce a proprio piacimento”.

 

Vediamo cosa prevedono le vecchie leggi.

Esiste tra Italia e Usa una convezione firmata nel ’51 e poi il decreto firmato dall’allora capo dello Stato Giovanni Gronchi. Tali normative prevedono che se statunitensi compiono reati nell’esercizio delle loro funzioni militari, la competenza spetta agli Usa. Mentre nel caso di reati comuni commessi da militari non nell’esercizio delle loro funzioni (come può essere un omicidio stradale), la competenza spetta, senza se e senza ma, all’Italia, ed in particolare al nostro ministro della Giustizia: il solo che, in una remotissima ipotesi, può decidere di ‘Rinunciare’ all’esercizio della giurisdizione.

Rammentiamo che la procura competente per territorio è quella di Pordenone, guidata da Raffaele Tito.

Per la cronaca, da rammentare che esattamente 20 anni fa, nel 2002, sempre un militare della base di Aviano fu protagonista di un altro vergognoso episodio: insieme a tre albanesi, stuprò una ragazza, quella volta si trattava di una quattordicenne. L’allora Guardasigilli ‘rinunciò’ alla giurisdizione, evidentemente per non turbare i rapporti politici con gli alleati americani, ai quali siamo storicamente genuflessi (e oggi ancora più con il governo Draghi-Letta). Per fortuna allora, per le proteste di alcune associazioni e soprattutto per la battaglia legale intrapresa dai familiari della ragazza, la decisione venne ribaltata e i colpevoli furono processati in Italia.

Cosa succederà adesso da noi? Deciderà il ministro uscente Elisabetta Cartabia? O se ne laverà le mani e la scelta (che dovrebbe essere scontata, in un paese normale e ‘civile’: il processo va fatto in Italia, la procura e il tribunale competenti sono quelli di Pordenone) verrà presa dal guardasigilli del nuovo governo che uscirà dalle urne del 25 settembre?

 

P.S. Vi consigliamo ‘calorosamente’ di vedere il film ‘Nella Valle di Elah’, del 2007 per la regia (ma è anche autore del soggetto e sceneggiatore), Paul Haggis, interpretato dei due splendidi protagonisti, Tommy Lee Jones eCharlize Theron. Si svolge in una base americana che ospita reduci dalla guerra in Iraq. Una delle più significative pellicole contro tutte le ragioni di una guerra, pur se, paradossalmente, immagini di guerra praticamente non se ne vedono.

Mitico.

 

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