NUOVO SOGGETTO PER L’ULTIMA CENA DI LEONARDO

È azzardo per eccesso di severità confrontare il tradimento di Calenda, qualche ora dopo la conclusione di un faticoso accordo elettorale di centrosinistra, plasticamente visibile nella foto di gruppo che includeva il viso del fondatore di Azione. Lo abbiamo immaginato nell’atto di stringere la mano a Letta. Il paragone con il bacio di Giuda, traditore per trenta denari di Cristo è indotto dalla fasulla motivazione dell’esodo traumatico dalla coalizione. Calenda in deficit di argomentazioni plausibili si dice impossibilitato a convivere con chi ha più volte negato la fiducia a Draghi. Domanda legittima: ma non ne era consapevole anche quando ha condiviso l’accordo con Letta? La replica, ma c’è sovra esposizione della sinistra nella suddivisione dei collegi elettorali. A giudizio di osservatori imparziali è apparsa molto generosa la quota del 40 per cento offerta a Calenda. Il sospetto che il dietro front nasconda ben altro nasce da una doppia lettura del caso. Il soggetto in questione appare vistosamente narcisista, è un fatto, e i consensi raccattati da frammenti di satelliti del pianeta abitato dai moderati lo hanno convinto di essere pronto a interpretare il terzo incomodo del frastagliato partitismo. A voler infierire, il sospetto appena enunciato potrebbe mascherare un disegno per nulla nuovo nel tormentato curriculum della politica italiana che annovera non pochi esempi di voltagabbana indotti da libido del potere. Ipotesi: la destra, in particolare Forza Italia, spaventata dall’addio di storici berlusconiani, potrebbe aver mediato l’offerta di più collegi elettorali ai moderati di Azione rispetto ai 40 concessi da Letta e la prospettiva di partecipare a un governo di centro destra con ruoli non secondari nell’esecutivo, oltre a nomine prestigiose a latere. Fantapolitica? Può darsi, ma il delirio di autostima di Calenda somiglia molto alla replica di analoghi tradimenti, uno per tutti la scissione dal Pd di Renzi. Nessun dubbio, l’emulo di Giuda aggrava il percorso a ostacoli di Letta che intende sovvertire le previsioni di vittoria della destra al voto del 25 settembre. Il Calenda proiettato nella competizione elettorale, sogna di sorpassare la Lega con un reboante 15 percento, sempre che riesca a raccogliere le firme richieste dalla legge di settore. Non riuscisse subentrerebbe il piano B dell’alleanza strategica con Italia Viva e i due sabotatori del centrosinistra sarebbero nella condizione di ago della bilancia: a chi offrirsi?  Fallisce il tentativo dei media di giocare allo scoperto con gli ‘azionisti’ e gli ‘Italia Viva’: bocche cucite alla domanda sulla scelta di destra o di sinistra del dopo voto. Torna, impellente l’urgenza di semplificazione della politica italiana, da ridimensionare a dualismo progressisti-moderati ma la risposta la conosceranno i nostri nipoti. Forse.

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