REGIONE CAMPANIA / SEMPLIFICAZIONI URBANISTICHE PRO SPECULAZIONI AL VIA

Edilizia sempre più selvaggia in Campania. Stavolta addirittura con il lasciapassare delle normative regionali approvate dalla Giunta capeggiata da Vincenzo De Luca.

La notizia campeggia nel Portale della Regione, all’interno della sezione dedicata al Territorio, così succintamente dipinta: “Con Delibera di Giunta regionale è stata approvata la proposta di disegno di legge recante ‘Disposizioni in materia di semplificazione edilizia, di rigenerazione urbana e per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente”.

Sottolinea l’assessore regionale all’Urbanista, Bruno Discepolo: “Il provvedimento mira ad introdurre in Regione Campania disposizioni di semplificazione amministrativa in materia edilizia e una nuova disciplina stabile orientata a ridurre il consumo del suolo, promuovendo azioni di rigenerazione urbana e di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed anticipa i contenuti di quello che sarà il Testo Unico del Governo del Territorio, ovvero una riforma organica del settore rispetto alla vigente legge regionale numero 16 del 2004”.

Il ragionamento non farebbe una grinza. Solo che la realtà è ben diversa, soprattutto quella attualmente espressa da numeri e dati, in particolare sul fronte del ‘consumo di suolo’ che prosegue a ritmi sempre più vertiginosi.

Stando agli ultimi dati ‘ISPRA’, nel corso del 2020 è stato consumato oltre il 10 per cento del territorio regionale, per la precisione il 10,4 per cento. Si tratta del dato più negativo a livello nazionale, superato solo da Lombardia e Veneto.

Per non parlare degli endemici abusi edilizi. Secondo ‘Legambiente’, a febbraio 2021 le domande di sanatoria a seguito di ben tre condoni, si sono attestate a quota 326.646. Nello stesso anno gli abusi ammontano al 12 per cento di quelli nazionali. E l’asino casca sulle ordinanze di demolizione emesse: nell’arco di 15 anni (dal 2004 al 2016) ne sono state emesse non poche, 7.000: ma un numero risibile, appena 1.363, sono state eseguite.

Aspre le critiche degli ambientalisti ai freschi provvedimenti regionali varati.

Sostiene Mariateresa Imparato, presidente di ‘Legambiente Campania’: “Un ulteriore duro colpo al governo del territorio, dove le finte semplificazioni aprono le porte alla speculazione edilizia e alla realizzazione di ecomostri legalizzati”.

E aggiunge: “con gli effetti dei cambiamenti climatici sempre più evidenti, bisognerebbe puntare ad una visione della città e ad un governo del territorio che abbia come priorità la tutela dagli eventi estremi. Per farlo c’è bisogno di pianificazione e strumenti urbanistici ordinari. Qui invece assistiamo ad una moltiplicazione di norme che mancano del tutto di una strategia complessiva per la effettiva tutela del territorio e delle comunità che vi risiedono”.

Anche ‘Italia Nostra’ dice no, insieme ad altre sigle e associazioni, come ‘ICOMOS Italia’ e ‘Attuare la Costituzione’, secondo cui il testo deve essere respinto dalle commissioni consiliari che lo dovranno valutare e dallo stesso Consiglio regionale.

Nota la consigliera regionale del Gruppo Misto Gabriella Muscarà: “In caso di approvazione, la Regione Campania sancirà la supremazia del regime edilizio derogatorio a favore delle libera iniziativa privata: il tutto nonostante ci sia una relazione degli uffici della Giunta che dichiara un rischio di incostituzionalità”.

Molto duro il giudizio ‘tecnico’ espresso da Laura Travaglini, ex dirigente del Servizio Pianificazione Urbanistica del Comune di Napoli: “Il disegno di legge proposto in Campania si affianca a quelle leggi regionali che hanno intrapreso la strada dell’ulteriore urbanizzazione. Rinnovando e stabilizzando i meccanismi derogatori dei cosiddetti Piani Casa, con disinvolte premialità volumetriche concesse ai privati, indiscriminate sostituzioni edilizie, nuovo consumo del suolo. Si è proceduto in totale assenza dell’approvazione dei Piani Paesaggistici, cosa già censurata dalla Corte Costituzionale. Le trasformazioni in deroga, parcellizzate, ad iniziativa dei singoli, protratte nel tempo, al di fuori di una programmazione d’insieme che risponda ad obiettivi di reale sostenibilità, comportano seri danni al territorio, con una evidente lesione della sfera di competenza statale in tema di tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”.

E aggiunge: “Il disegno di legge regionale contiene poi forti semplificazioni nelle procedure per la realizzazione di interventi spostando in edilizia libera e in semplice ‘comunicazione di inizio lavori’ vere attività trasformative. Portando fuori controllo molti cambi di destinazione d’uso, movimenti terra, sbancamenti, opere di demolizione anche integrale di manufatti di qualsiasi consistenza. Anche qui, a quanto pare, travalicando i limiti di competenza regionale”.

Gaetano Manfredi. Sopra, Vincenzo De Luca

E visto che la Regione di Rambo-De Luca si muove con tale forza d’urto, perché deve restare con le mani in mano il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, alle prese con l’atavico problema della casa a Napoli?

Detto fatto, proprio in queste ore – reca infatti la data del 27 luglio – è stato firmato un protocollo d’intesa tra Palazzo San Giacomo e l’Agenzia del Demanio sul tema “Rigenerazione urbana, immobili pubblici da riqualificare”.

Così recita un comunicato dell’Agenzia: “Immobili pubblici comunali e statali da rigenerare, protagonisti di importanti progetti di riqualificazione urbana destinati a nuovi servizi e funzioni a beneficio della collettività. E’ il tema dell’accordo di collaborazione istituzionale che l’Agenzia del Demanio e il Comune di Napoli hanno sottoscritto per avviare iniziative che generano valore economico e sociale per la città e attivare investimenti in ottica di sostenibilità. L’intesa – viene aggiunto – coinvolge immobili di particolare interesse, anche storico-artistico e paesaggistico, con l’obiettivo di promuoverne il riuso e la rifunzionalizzazione, rigenerare importanti aree della città e rafforzare l’offerta turistica e culturale”.

Sarà tutto oro quel che luce, visto anche quanto sta succedendo nei Palazzi della Regione?

Staremo a vedere.

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