INPS / DIRPUBBLICA CHIEDE ALL’ANAC DI INTERVENIRE

Stavolta nel mirino di ‘Dirpubblica’, la battagliera sigla sindacale impegnata sul fronte del pubblico impiego, è finito l’INPS.

Il suo segretario generale, Giancarlo Barra, ha infatti appena inviato a Giuseppe Busia, il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), una segnalazione focalizzata sulle quanto meno controverse e poco trasparenti ‘prassi’ in vigore all’INPS per quanto concerne concorsi, valutazione del personale, criteri adottati. Lanciando un forte sospetto: che fra tante opacità e discrezionalità possano proliferare attività corruttive.

Dirpubblica da anni si batte per una effettiva trasparenza proprio su questi temi. Per fare un solo esempio, ha condotto una forte lotta perché cambino i criteri per quanto concerne concorsi, promozioni, valutazione del personale in uno dei santuari della vita amministrativa e finanziaria del nostro Paese, l’Agenzia delle Entrate, non mancando di portare alla luce anche i conflitti d’interesse che hanno caratterizzato l’azione dei suoi vertici.

Di seguito, pubblichiamo il testo della missiva inviata da Dirpubblica all’ANAC dal titolo non poco significativo: “Valutazione del personale pubblico e corruzione”.

 

Illustre sig. Presidente,

DIRPUBBLICA condivide il motto inserito nel sito ANAC: “Prevenire la corruzione, promuovere la trasparenza e la cultura della legalità”. Essa, altresì, apprezza moltissimo il teleseminario, il webinar del 21 luglio prossimo, al quale molti suoi esponenti si sono iscritti: “Misurazione del rischio di corruzione a livello territoriale e promozione della trasparenza”, finanziato dal Programma Operativo Nazionale “Governance e Capacità istituzionale 2014-2020”.

Proprio con riferimento ai campanelli di allarme, le “red flags” cui ANAC fa riferimento, desidero segnalarLe il cosiddetto “Nuovo sistema di misurazione e valutazione della performance per il personale delle Aree A, B e C” avviato dall’INPS per il proprio Personale delle Aree e, con esso, i sistemi paralleli adottati dalle altre Amministrazioni pubbliche.

 

L’apparato INPS di valutazione, come è riscontrabile, presenta tre caratteristiche essenziali:

  1. non è ancorato a criteri obiettivi;
  2. non è sottoposto ad un regime di pubblicità;
  3. non comporta responsabilità.

 

In altre parole, il valutato riceve segretamente una valutazione da un valutatore che agisce (o può agire) in modo pressoché arbitrario, senza che al valutatore stesso derivi alcuna conseguenza diretta e concreta dagli esiti della valutazione effettuata.

 

È chiaro, invece, che il soggetto valutato dovrebbe ricevere certezze da un sistema obiettivo di valutazione e, quindi, poter conoscere (anche ai fini di una potenziale azione) le valutazioni che hanno conseguito i suoi Colleghi; deve essere certo, a mio giudizio, che da una sua vittoria in una qualsiasi e correlativa azione contenziosa, al valutatore delle posizioni impugnate (quali che esse siano) derivino precise e prestabilite conseguenze.

 

Mancando tali caratteristiche, la valutazione è arbitraria e si espone alla corruzione.

 

Ed infatti, se dalla valutazione derivano avanzamenti, l’avanzamento può oggi configurare un nuovo modello di tangente che una valutazione fumosa e segreta favorirebbe. Ricordiamo, per tutte le ipotesi similari, quanto ebbe a pronunciare il Tribunale del riesame di Venezia, secondo le notizie stampa del 12/07/2017, a proposito di una rete di corruttele interna-esterna all’Agenzia delle Entrate fondata su falsi incarichi dirigenziali[1].

 

In attesa di riscontro, La ringrazio per l’attenzione e La prego di gradire i saluti della Segreteria generale DIRPUBBLICA e quelli miei personali e cordialissimi.

 

Giancarlo Barra

 

 

 

 

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