Noi non siamo “sotto l’ombrello della Nato”. Noi SIAMO l’ombrello della Nato.

Noi non siamo “sotto l’ombrello della Nato”. Noi SIAMO l’ombrello della Nato.

E casomai non foste adusi all’utilizzo dei parapioggia, mi corre l’obbligo ricordarvi che l’ombrello è proprio la parte che si prende tutta la pioggia.

 

Dunque, cari amici, davvero vi “sentite sicuri” grazie al fatto che in Italia abbiamo 60 basi militari americane con 70 testate nucleari, sufficienti a cancellare l’Europa dalla faccia della terra?

 

Ecco, prendete una cartina geografica. Come potete notare, l’Italia è la portaerei Nato in Europa, che si protende ad Est verso la Russia e a Sud verso il Nord-Africa e il Medio-Oriente. Siamo dunque la prima linea del fronte rispetto a qualunque conflitto in cui davvero la Nato sia chiamata ad agire.

 

Se, come al solito, si tratta solo di sganciare un po’ di “bombe intelligenti” (ed educate) sulle città libiche o irachene o serbe, niente paura, salvo esserci prenotati un posto nel girone degli ipocriti senza vergogna, per il resto non corriamo altri rischi.

 

Ma il giorno in cui dovesse scoppiare una guerra vera, di quelle per cui la Nato sarebbe stata istituita, il territorio italiano, e nello specifico le basi militari USA, con atomiche annesse, sarebbero il PRIMO obiettivo ad essere colpito, perché rappresentano la prima minaccia nei confronti di un eventuale nemico.

 

Una volta trasformati in un deserto nuclearizzato, avremo però la significativa soddisfazione di aver protetto, come valente parapioggia, il nostro “alleato” americano all’altro estremo del pianeta, che avrà così agio e tempo per allertare le proprie difese territoriali.

 

E siate lieti che la gratitudine americana non mancherà di esprimersi: ad Hollywood faranno per anni bellissimi film in nostra memoria (e c’è già chi mormora di Nicolas Cage nei panni di Draghi e Morgan Freeman in quelli di Mattarella).

 

ANDREA ZHOK

Professore di Filosofia Morale all’Università di Milano

 

FONTE

L’Antidiplomatico

Lascia un commento