CORTINA 2026 / IL J’ACCUSE DI ‘ITALIA NOSTRA’ SU RISCHI & COSTI   

Il prossimo Villaggio Olimpico che dovrà sorgere a Cortina per le prossime Olimpiadi invernali 2026 è situato in “una zona a rischio idrogeologico”.

Ma non solo. Perché carenze e mancanze nel ‘Dossier Olimpico’ sono macroscopiche.

A denuncialo sono alcune sigle ambientaliste, capeggiate da ‘Italia Nostra’, che hanno inviato un corposo, pesantissimo documento ad una sfilza di autorità che dovranno valutare il caso con molta attenzione: primo destinatario, ovviamente, è il presidente del CIO (il ‘Comitato Internazionale Olimpico’) Thomas Bach; seguono a ruota, per ovvia conoscenza, la Regione Veneto, i ministeri coinvolti nell’organizzazione, la ‘Fondazione Milano Cortina 2026’ ad hoc costituita.

Il Villaggio Olimpico (e l’annesso centro stampa) verrà realizzato, secondo i progetti, a Fiames, a poca distanza da Cortina, in un’area pianeggiante. Strano ma vero, lo stesso progetto, approvato tre anni fa, prevede che il Villaggio sia solo una struttura ‘a tempo’, da rimuovere in tempi brevissimi, e cioè al massimo entro maggio 2026. Una circostanza che già, da sola, fa pensare: dal momento che è ben più logico realizzare strutture, come nella maggior parte dei casi accadde, in grado di valorizzare negli anni a venire le zone circostanti, soprattutto a fini sportivi e turistici. Come mai tale rapidità demolitoria?

Ma veniamo al documento bollente. Che così esordisce: “Egregio presidente del CIO, desideriamo farla partecipe delle forti preoccupazioni dei cittadini per la mancata trasparenza e per l’approssimazione con la quale vengono portate avanti le attività di organizzazione dei Giochi. Abbiamo incontrato una rappresentanza della Regione Veneto e l’incontro ha confermato le nostre più pessimistiche previsioni: sono stati confermati i gravissimi ritardi, sia le vistose difformità da quanto indicato nel Dossier di candidatura olimpico, con le conseguenze sociali, economiche e ambientali che ne derivano”.

Per quanto riguarda il Villaggio, è previsto in una zona compresa tra un corso d’acqua a rischio idraulico e un pendio con rischio geologico in località Fiames: esso non risponde ai criteri di sicurezza e tradisce la natura speculativa del progetto, evidenziando nel contempo la scarsa attendibilità del Dossier Olimpico, tenuto anche conto dell’incertezza sul numero dei possibili utilizzatori della struttura. Ad oggi non si conosce ancora il numero dei posti letto necessari per atleti e preparatori. E poi: il Centro stampa sarà realizzato poco lontano, in un luogo soggetto a rischio geologico ancora più marcato”.

Il cahier de doleances è appena all’inizio. Forti perplessità anche a proposito della pista che dovrà essere realizzata per le gare di bob: “La progettazione preliminare del rifacimento della pista è già stata portata a termine dallo studio ‘Planungsburo Deyle’ di Stoccarda, ma nulla è stato reso pubblico su costi, tracciato, opere connesse, disboscamento, movimenti di terra e volumi di scavo”.

Secondo ‘Italia Nostra’ e le altre sigle ambientaliste che contestano il prossimo Villaggio Olimpico, sarebbe stato assai più logico usare la pista di Innsbruck, “che avrebbe potuto essere adeguata con una spesa di gran lunga inferiore rispetto a quella per realizzare una nuova struttura e con zero consumo di suolo”.

Ma il bello deve ancora venire, con i possibili, disastrosi impatti ambientali, visto le che classiche ‘Valutazioni di Impatto Ambientale’, ormai necessarie anche per realizzare un terrazzino, sono state – a quanto pare – fino ad oggi abbondantemente prese sottogamba. Denunciano infatti ‘Italia Nostra’ &C.: “Le perplessità maggiori si incentrano sulle Valutazioni di Impatto Ambientale e sulla Valutazione Ambientale Strategica nazionale, previste dalle norme inserite nel Dossier tra le disposizioni da attuarsi: sono in forse o saranno parcellizzate così da depotenziare la loro efficacia”.

E ancora, con estrema durezza: “Un lungo elenco di opere, dall’altra velocità alle autostrade, agli aeroporti, andranno ad interessare un vasto territorio già ampiamente compromesso. E’ un concentrato di modifiche che prevede cantieri aperti per diversi anni (un milione di metri cubi di scavi per la sola Cortina!) e con lavori che si protrarranno necessariamente bel oltre il 2026. E’ certo che Cortina e la Valle del Boite si presenteranno all’appuntamento delle Olimpiadi come un grande cantiere aperto”.

Il documento, lo ribadiamo, è firmato dal responsabile per il Veneto di ‘Italia Nostra’, Carmine Abate, e sottoscritto dalla portavoce di ‘PeraltestrsadeDolomiti’ Giovanna Deppi, dal portavoce del ‘Comitato Civico Cortina’ Marina Menardi, e dal coordinatore del ‘Gruppo Parco del Cadore’Mirta Da Pra.

Siamo in trepida attesa, a giorni, di una concreta risposta a tali drammatici quesiti da parte di tutte le autorità coinvolte.

A cominciare dal CIO. Per finire con la magistratura: affichè, una volta tanto, non si apra un’inchiesta quando i buoi hanno già ampiamente razzolato e sono anche fuggiti da stalle e recinti.

Gli esempi ‘storici’ sono infiniti. E anche a proposito di eventi sportivi, come ha sempre ricordato il mitico campione olimpico Pietro Mennea.

 

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