NATO / SARA’ UN ITALIANO IL PROSSIMO SEGRETARIO GENERALE 

L’Italia è destinata a restare l’alleato più fedele e genuflesso al padrone a stelle e strisce.

Secondo gli ultimi ‘rumors’, infatti, il prossimo Segretario generale della NATO sarà un italiano. Con un ballottaggio a tre che si preannuncia molto emozionante: in lizza il premier Mario Draghi, il segretario del Pd Enrico Letta e il Commissario UE Paolo Gentiloni.

Paolo Gentiloni

Uno dei tre assi di casa nostra è destinato a prendere il posto del norvegese Jeans Stoltemberg, il cui incarico è stato prorogato di un anno, proprio ad inizio febbraio, per via del conflitto in Ucraina. Nominato nel 2014, infatti, l’ex leader del partito laburista norvegese dal 2002 proprio al 2014, avrebbe dovuto passare ad interessarsi di credito e finanza, essendo stato scelto come numero uno della ‘Norges Bank’. Ma la poltrona è saltata, o almeno rimandata, per motivi di forza maggiore, ossia per non turbare i delicati assetti NATO in un momento tanto delicato.

Eccoci a quelli futuri, che vedranno con ogni probabilità un italiano al vertice.

Molti puntano su Draghi che, scottato dalla mancata ascesa al Quirinale e sempre più stufo di brigare con i litigiosi alleati (sic) di governo, può prendere in seria considerazione l’incarico. Il ringhio bellicoso e bellicista mostrato in queste settimane sembra molto adatto per le ‘nuove’ politiche NATO-USA.

Calza a pennello il profilo di Letta, il più atlantista tra i politici di casa nostra, sempre più appiattito sulle posizioni NATO-USA. Le ultime prese di posizioni ricalcano in pieno quelle biliose e astiose del padrone, Joe Biden. C’è però l’incognita elezioni: in caso di vittoria del centrosinistra, Letta punta a Palazzo Chigi.

Ma secondo non pochi il vero favorito è Paolo Gentiloni, un profilo più basso e meno smaccatamente guerrafondaio, già ministro degli Esteri e oggi Commissario UE. Su di lui punterebbe il Pentagono.

Sarebbe un gran ritorno al passato, per noi. Visto che per trovare un Segretario generale della NATO con la casacca tricolore bisogna tornare a quasi mezzo secolo fa, quando la poltrona venne occupata, tra il 1964 e il 1971, da Manlio Brosio, una carriera in diplomazia e poi in politica, tra le fila del PLI. Massone iscritto al Grande Oriente d’Italia, nel suo pedigree spiccava soprattutto l’incarico di ambasciatore dal 1955 al 1961 a Washington, nominato dal governo Scelba. Un incarico svolto con profitto, visto il riconoscimento (la ‘Medaglia presidenziale della libertà’) tributatogli dall’allora capo della Casa Bianca Richard Nixon.

L’unica insidia per l’Italia – secondo i bene informati – può arrivare dalla Gran Bretagna. I cui papabili, per la poltronissima NATO, sono due: Theresa May eWilliam Hauge, entrambi conservatori. May è stata premier dal 2016 al 2019, prima dello sbarco di Boris Johnson; mentre il secondo ha ricoperto l’incarico di ministro degli Esteri con il governo guidato da David Cameron nel 2010.

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