Vuoi tu sposare la qui presente…

Signor Presidente della Confederazione russa

Cremlino, Mosca

Arcore, Italia, marzo 2022  

Alla signoria Vostra:

Silvio e Marta sono lieti di invitarLa alla cerimonia di nozze che avverrà nella Villa Gernetto, alle 12 del 19 di Marzo. La Sua presenza è particolarmente gradita. Silvo Berlusconi e Marta Antonia Fascina.

Risponde l’amico Putin, in altre faccende affaccendato:Con profondo dispiacer sono costretto a declinare l’invito. Auguri e figli maschi. Ho disposto per un mio dono ‘patriottico’, una statua che ha realizzato un amico scultore in formato comò da stanza da letto, dove vi auguro di consumare felicemente la sacra unione: mi raffigura a cavallo, durante una battuta di caccia alle lepre. Spero sia di vostro gradimento.

Un vero peccato: Putin è impegnato da mane a sera nel suggerire gli obiettivi delle città ucraine da colpire con i missili a lunga gittata e specialmente ospedali, scuole, edifici delle istituzioni locali e statali. Ma a cosa rinuncia il neo zar? L’invito, per forma e stile, è tipicamente redatto per la celebrazione di nozze. E però, Silvio e Marta non si sposano. Mentre l’ennesima variante del Covid minaccia nuove impennate della pandemia e incombe la follia della guerra provocata dall’aggressione russa all’Ucraina, i due ‘piccioncini’ organizzano una mega festa, tanto per divertirsi un po’! Vi risparmiamo la potenziale tonnellata di ironia sui falsi di Berlusconi, che Vespa ha certificato nello studio usurpato di ‘Porta a Porta’, quasi una dependance di Arcore. Povera Italia

Appunto, povera Italia. Tra due giorni Volodymir Zelensky, replica l’incontro a distanza con il parlamento italiano già realizzato nei giorni scorsi con il congresso americano e la Camera dei deputati della Gran Bretagna. L’iniziativa, come non era difficile prevedere, tira via la maschera dell’ambiguità indossata da amici ed estimatori di Putin. Se Berlusconi avrebbe gioito per la sua presenza alle finte nozze (l’invito è nella fantasia di chi scrive, ma plausibile),  la Lega va oltre e chiede l’equidistanza Russia-Ucraina, Salvini confessa di essere in difficoltà a votare il decreto in favore degli aggrediti (invio di armi), un senatore del Carroccio pretende di accreditare l’Italia con gli uni  e con gli altri, il grillino Grimaldi lancia la proposta di ascoltare anche Putin via streaming e il collega Serritella conferma, mentre Lorenzoni ambisce a conoscere la versione russa sulle bombe esplose sull’ospedale di Marjupol. Tale Bazzarro, leghista, contesta anche le sanzioni comminate alla Russia. Il mite Zaia, quale ardire, bacchetta Biden che ha definito Putin un criminale (ovvero il mandante di omicidi di civili innocenti). Grillini e forzitalioti, l’ex 5Stelle Paragone, storcono il naso, vorrebbero cancellare il collegamento con Zelensky. Viva l’Italia.

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