BIOLABORATORI MILITARI STATUNITENSI IN UCRAINA / LE PESANTI ACCUSE DI RUSSIA E CINA

Bio-laboratori militari statunitensi nel cuore dell’Ucraina sempre più al centro delle infuocate polemiche internazionali. E tra i ‘moventi’ più plausibili per l’attacco russo.

Ne ha dato conferma nientemeno che Vladimir Putin nel corso della oceanica manifestazione che si è svolta nel maxi stadio di Mosca.

Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Sergej Lavrov: “I programmi biologici militari statunitensi rappresentano una minaccia mortale per un numero enorme di civili”.

Sergej Lavrov. In apertura e nell’altra foto, laboratori americani in Ucraina

Lo sostengono con vigore parecchi scienziati e virologi russi e lo ribadiscono con altrettanta decisione autorità e scienziati cinesi.

Mentre sempre più ridicole si dimostrano le repliche americane   che parlano di fake news e disinformazione: tanto più ridicole se si tiene presente che le notizie sui bio-laboratori voluti dal Pentagono in mezzo mondo e soprattutto nelle ex repubbliche sovietiche (in particolare – guarda caso – l’Ucraina) circolavano già da tempo.

Tanto che la Voce, a cominciare da gennaio, ha pubblicato ben tre inchieste (che potete leggere cliccando sui link in basso) su quei pericolosissimi centri di ricerca, attivati dai ricercatori militari a stelle e strisce in Georgia, in Kazakistan e, of course, in Ucraina.

Ma procediamo con ordine e partiamo dalle news.

 

IL J’ACCUSE DI PUTIN SUI BIOLABORATORI  

Ecco le parole pronunciate dal capo del Cremlino tre giorni fa davanti a 200 mila russi: “C’era una rete di dozzine di laboratori in Ucraina, dove sono stati condotti programmi biologici militari sotto la guida e con il sostegno finanziario del Pentagono, inclusi esperimenti con ceppi di coronavirus, antrace, colera, peste suina africana e altre malattie mortali”.

Ed ha aggiunto: “Sono in corso tentativi frenetici per nascondere le tracce di questi programmi segreti”.

Le parole sono significativamente riportate da ‘Global Times’, l’agenzia di stampa più vicina ai vertici del governo di Pechino.

Così inizia il fresco report interamente dedicato ai bio-laboratori Usa in Ucraina: “La Russia sta ora rafforzando le sue accuse contro gli Stati Uniti di aver sviluppato armi biologiche in Ucraina con documenti e prove che aveva ottenuto durante le sue operazioni militari nel paese vicino; e gli Stati Uniti continuano ad affermare che le accuse della Russia sono ‘disinformazione’, anche se le dichiarazioni di diversi funzionari dell’amministrazione Biden sono contraddittorie e ciò sta causando crescenti preoccupazioni internazionali sui biolab statunitensi in tutto il mondo”.

Victoria Nuland

Il riferimento è alla mezza ammissione fornita, nel corso di una conferenza stampa, da uno dei più influenti bracci destri di Joe Biden, la ‘zarina’ Victoria Nuland che tanto bene conosce le vicende ucraine avendo condotto personalmente – come ‘inviata speciale’ della Casa Bianca a Kiev – la regia del golpe che nel 2014 ha defenestrato il presidente liberamente eletto Viktor Janukovyc e spianato la strada alla ‘militarizzazione’ (anche e soprattutto attraverso i biolab, 13 quelli ‘ufficiali’, ma si parla di addirittura una trentina) e alla ‘nazificazione’ del territorio (anche attraverso l’elezione – sic – di sindaci ‘fantoccio’).

 

….E LE ACCUSE CINESI AGLI STATI UNITI

Ma torniamo al dettagliato report di ‘Global Times’.

Che così continua: “Gli analisti hanno affermato che le osservazioni di Putin hanno mostrato che la Russia è molto seria riguardo alle accuse contro gli Stati Uniti e, oltre a fornire i documenti che hanno ottenuto in Ucraina, e al fine di verificare ulteriormente le accuse, Mosca e Kiev potrebbero prendere in considerazione l’idea di invitare una squadra investigativa internazionale a includere paesi come Cina, India, Turchia e rappresentanti di organizzazioni internazionali per entrare nelle strutture pertinenti e raccogliere prove più dirette e convincenti”.

Rincara l’agenzia: “Le risposte di Washington hanno reso più preoccupata la comunità internazionale. Il capo ufficio stampa della Casa Bianca, Jen Psaki, la settimana scorsa ha denunciato le affermazioni russe secondo cui gli Stati Uniti hanno gestito segretamente laboratori di armi chimiche e biologiche sul territorio ucraino come ‘una campagna di disinformazione’. Gli Stati Uniti sono un paese che ha rifiutato il protocollo di monitoraggio delle armi biologiche per rafforzare la Convenzione sulle armi biologiche (BWC), quindi tutti i suoi laboratori biologici nel mondo non hanno trasparenza. A causa degli incidenti relativi a questi laboratori in passato e del brutto ricordo degli Stati Uniti che utilizzano armi biologiche e chimiche in Vietnam e nella penisola coreana, gli esperti hanno affermato che è necessario che la comunità internazionale eserciti più pressione sugli Stati Uniti affinchè accettino la BWC, anche per impedirgli di utilizzare il suolo di altri paesi per lo sviluppo di armi di distruzione di massa”.

E’ evidente il riferimento ai criminali esperimenti effettuati dai ricercatori militari americani dei bio-lab utilizzando come cavie molti civili ucraini, spesso e volentieri ignari circa la pericolosità di quei test.

Proseguiamo con il più che istruttivo report: “Wang Yiwei, direttore dell’Istituto per gli affari internazionali della Renmin University of China, ha dichiarato a Global Times che gli Stati Uniti hanno bisogno di centinaia di biolab in tutto il mondo, disseminati nei territori dei loro alleati. ‘Gli americani hanno 336 laboratori in tutto il mondo: questo numero deriva dalle informazioni fornite dagli Stati Uniti alla Conferenza delle parti della BWC’, ha affermato l’ambasciatore cinese all’ONU, Zhang Jun. Du Kaiyuan, un commentatore militare con sede a Shanghai, ha affermato che gli Stati Uniti hanno bisogno di centinaia di strutture in tutto il mondo piuttosto che concentrarsi sulla ricerca nei loro laboratori nazionali perché ‘gli esperimenti per le armi biologiche richiedono test dal vivo che potrebbero causare problemi legali negli Stati Uniti’”.

Non è finita qui. “Le preoccupazioni non provengono solo da Russia e Cina. Anche esperti di molti altri paesi, compresi gli Stati Uniti, esprimono le loro preoccupazioni su tale questione. Jeffrey Kaye, un ex psicologo clinico di San Francisco, ha detto a Global Times in una videointervista che gli Usa devono fornire la documentazione e aprirsi a ciò che viene realmente fatto in quei laboratori in Ucraina. ‘Dobbiamo declassificare i documenti che risalgono alla fine della seconda guerra mondiale, alla guerra di Corea e alla guerra del Vietnam in modo da poter scoprire cosa stanno facendo in queste centinaia di biolab. Ma il problema è che il governo degli Stati Uniti non lo farà’. Un analista politico indipendente kirghiso con sede a Biskek, Sheradil Baktygulov, ha dichiarato a Global Times: ‘Le spiegazioni formali delle autorità statunitensi su oltre 300 attività di biolab americani in tutto il mondo non corrispondono alla situazione reale sul campo. La verità è molto più oscura, come è stato dimostrato da diverse indagini indipendenti effettuate a partire dal 2018. Ci sono stati numerosi misteriosi focolai di malattie umane e ingenti perdite di bestiame in Georgia, in Ucraina e nelle province russe al confine con quei paesi dal 2007. Gli Stati Uniti mantengono le loro armi biologiche in aperta violazione dei trattati internazionali. Invece, dovrebbero aprire alla trasparenza sulle operazioni che vengono condotte in quei biolaboratori”.

Abdullah Agar

Le testimonianze raccolte da ‘Global Times’ sono numerose e qualificate. Eccone alcune altre. “‘A questo punto, tutta l’umanità ha bisogno di trasparenza, non solo le persone sul campo di battaglia’, afferma Abdullah Agar, esperto di sicurezza e accademico della Bahcesehir University di Istambul. Mentre secondo Korkut Ulucan, uno specialista turco in biologica medica e genetica, ‘tali laboratori devono essere accessibili ai comitati scientifici internazionali e le loro attività devono essere verificate da più organizzazioni indipendenti. Per prevenire pericolose perdite, questi laboratori dovrebbero essere gradualmente evacuati con la massima cura, in condizioni di sicurezza di alto livello e la supervisione di un comitato internazionale di scienziati. Ma, soprattutto, devono essere inattivati’”.

ALTRI SOS DALLA RUSSIA

Torniamo sul fronte russo.

Così lancia l’allarme Lavrov: “Sono persuaso che la comunità mondiale si sia convinta e continuerà ad essere convinta dell’inammissibilità di tali attività, che sono irte di minacce mortali per un numero enorme di civili. Chiederemo di considerare questo grave problema nel contesto degli obblighi contenuti per tutti i paesi che sono parti della Convenzione sulla proibizione delle armi biologiche e tossiche”.

Igor Nikulin

Ecco il più che allarmato parere di Igor Nikulin, microbiologo ed ex membro della Commissione ONU sulle armi biologiche: “Se la Russia non avesse lanciato un’operazione speciale in Ucraina, frustrando i piani degli americani, l’umanità avrebbe potuto dover affrontare nuovi ceppi di molti pericolosi virus”.

E dettaglia, Nikulin: “Nei laboratori biologici statunitensi studiavano i patogeni dell’antrace, la peste suina africana e altre malattie pericolose. Inoltre si è scoperto che gli scienziati stavano studiando la possibilità di diffondere virus pericolosi con l’aiuto di uccelli migratori che volano attraverso il territorio della Russia. I biologi si sono concentrati sullo studio dell’effetto dei patogeni creato sul gruppo etnico slavo. In quei laboratori degli americani in Ucraina c’erano un sacco di tipi diversi di agenti patogeni. Comprese le cosiddette zoonosi, malattie infettive che sono veicolate da animali o uccelli. Ce ne sono stati altri: ceppi classici su nuovi portatori o con nuove proprietà come peste, tularemia, antrace e simili”.

Continua Nikulin nella sua impietosa ‘diagnosi’: “I ricercatori statunitensi lavorano da tempo con i cosiddetti ‘virus da design’, progettati per infettare interi gruppi etnici. Il compito principale che gli americani promuovono da oltre vent’anni, infatti, è la creazione di patogeni etnicamente specifici. Per creare i virus di design, spendono ogni anno circa 2 miliardi di dollari. Negli Stati Uniti gli studi per ottimizzare la patogenicità sono vietati e per questo vengono portati avanti in altri paesi”.

E conclude: “I biolaboratori statunitensi sono sparsi in tutto il mondo. Sono circondati molti grandi paesi del ‘mondo non occidentale’, come Cina, Kazakistan, Vietnam e molti altri. Sia la  Russia che la Cina e molti altri paesi sono in pericolo, perché il Pentagono, l’America e il Regno Unito si sono praticamente ritirati dalla Convenzione sulla proibizione delle armi biologiche e tossiche. Non la rispettano, rifiutano qualsiasi controllo da parte della comunità internazionale”.

E furono proprio Stati Uniti e Regno Unito (ricordate il grande impegno sia del presidente Usa George Bush junior che del leader britannico Tony Blair?) ad inventare letteralmente quelle armi di distruzioni di massa che l’Iraq di Saddam Hussein non ha mai posseduto.

Utilissime, però, per ‘giustificare’ quella ‘democratica’ invasione e il massacro ‘chirurgico’ di un popolo.

Capito?

 

 

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