Nessun alibi per la ‘nostalgia canaglia’

Residua, nell’immaginario di una parte fortunatamente minoritaria dell’umanità, un accorato sentimento di nostalgia per l’evento radicalmente più incisivo della storia moderna. Il pensiero rivoluzionario di Marx, la straordinaria connessione con la statura carismatica di Lenin, operarono la transazione politicamente e socialmente senza uguali dal regime zarista al comunismo delle eguaglianze. Le nefandezze dello stalinismo hanno disintegrato i valori della rivoluzione, ma l’inevitabile processo demolitore si è arrestato, messo in stand by dal protagonismo decisivo dell’Unione Sovietica per la sconfitta del nazismo e con la pagina dell’eroica difesa di Stalingrado. Il nuovo zar che il pacifista Gorbaciov invita a neutralizzare, ha ripreso e trasformato lo stalinismo in oligarchia trumpiana, in clan affaristico Il peggio non è nell’omologazione al liberismo dell’economia cosiddetta globale, che estremizza l’indecente gap ricchezze-povertà. Putin, per preservare il regime e il potere finanziario della casta ha estromesso la democrazia dalla Russia e dai Paesi satelliti. L’anomalia dell’Ucraina, pur con le sue patologie, il precario equilibrio democrazia-dittatura in transito per l’aggregazione alla Comunità europea e all’organismo militare della Nato[S1] , tenace antagonista della Russia, è per il Cremlino una mina accesa alle porte dell’impero sovietico. Di là da tempi e conseguenze dell’aggressione unilaterale dell’Ucraina, che misurato il potenziale bellico in campo pronostica la vittoria di Putin, sono altrettanto prevedibili i suoi effetti collaterali. Il dittatore, in delirio onnipotenza militare, consapevole di poter attentare all’economia occidentale, dosando e perfino bloccando la fornitura di gas, rischia di pagare la tracotanza tipica di follia’ hitleriana: in una settimana ha collezionato sanzioni economiche, che incidono gravemente sul proprio patrimonio e i miliardi degli oligarchi, l’ostilità di tre quarti del mondo: sport, arte, multinazionali, colossi dell’informatica. Estremo assurdo in tempi normali, ma ora non meno, irrompe nel capitolo della solidarietà il mimetismo di Salvini, amico dello zar, che si offre volontario, armato, per ‘dare una mano’ al popolo ucraino!

Andrà come andrà, ma (lo avverte anche buona parte del popolo russo) il discredito, l’odio del mondo, la condanna senza possibilità di patteggiamento spedisce la Russia di Putin e non per tempi limitati in un girone dell’Inferno dove le fiamme sono la punizione eterna.

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