OMICRON UGUALE INFLUENZA / PERFINO BILL GATES, OMS E EMA FANNO MARCIA INDIETRO

Ormai anche il più accanito pro vax, il filantropo miliardario Bill Gates, sta facendo marcia indietro rispetto alle più nere previsioni e in una fresca intervista con una ricercatrice statunitense è costretto ad ammettere: “Dopo la variante Omicron, il covid potrà essere trattato come un’influenza stagionale”.

Un cessato allarme o poco ci manca. Accompagnato dalle altrettanto recenti raccomandazioni che arrivano da due organismi che non hanno (fino a ieri) mai smesso di alimentare il panico a livello internazionale, come l’Organizzazione Mondiale per la Sanità e l’EMA. Oggi, infatti, fanno una analoga retromarcia e si vedono altrettanto costretti a sconsigliare, quasi caldamente, di intraprendere la via dei booster, a cominciare dalla quarta dose, ritenuta assolutamente non necessaria, in pratica dannosa. Perché incammina tutti sulla via dei richiami a vita, che finiscono per minare le difese immunitarie tipiche di ogni organismo umano.

 

LE PREVISIONI DEL ‘FINANCIAL TIMES’

Azzeccate, quindi, le previsioni formulate dal ‘Financial Times’, che aveva visto giusto in due reportage del 14 e del 22 novembre 2021.

Ecco cosa scriveva: “L’idea di fondo è che l’eliminazione del covid semplicemente non è possibile. Non importa quante volte un Paese elimini la malattia, tornerà e continuerà a tornare. In questa fase, quindi, le chiusure di frontiera e i blocchi draconiani servono semplicemente a rinviare il momento in cui covid-19 diventerà inevitabilmente endemico in un Paese”.

Bill Gates

La ‘diagnosi’ del Financial Times partiva dall’analisi di quanto stava succedendo il alcuni paesi.

“La Nuova Zelanda, da tempo sostenitrice dello zero-covid, ha iniziato ad abbandonare tale politica, a favore della convivenza con il virus. Stress simili sono visibili in altri luoghi che aspirano ancora a zero-covid, come Hong Kong e Taiwan: devono mantenere i loro confini sigillati, con lunghe quarantene, anche quando i rivali regionali come Singapore, Corea del Sud e Giappone aprono le loro”.

La politica delle restrizioni – continuava il Financial Times – è stata sensata per tutto il 2020 e per parte del 2021. Ma ora non è più così per almeno due ragioni: “Il resto del mondo non ha eliminato il covid e se una malattia resta, in qualsiasi parte del mondo essa sia, può sempre ripresentarsi, a meno che non si chiudano per sempre le frontiere. In secondo luogo, l’emergere della variante Delta, più infettiva, significa che solo i blocchi estremi possono eliminare la malattia e i vaccini non possono più fornire una soluzione totale”.

La conclusione tirata dall’autorevole quotidiano è che “l’eliminazione del covid non è possibile”; chiusure e lockdown, quindi, per quanto severi, servono solo a rimandare il momento in cui il covid sarà dichiarato, com’è inevitabile, “endemico”. E ricondotto entro i confini di una “influenza stagionale”, anche se forte, come è sempre capitato da che mondo è mondo.

E il Financial Times spiegava in modo chiaro, ai suoi lettori, cosa vuol dire “endemico”: “L’umanità dovrà trovare un modo per conviverci, col covid, come accade per tutte le malattie virali endemiche, dal morbillo all’influenza”, appunto.

Senza che caschi il mondo, tanto per continuare con gli adagi d’un tempo. E senza che ci sia bisogno di instaurare alcuna dittatura sanitaria, né di proclamare un Monarca assoluto come da noi è successo con l’incoronazione di Mario Draghi.

 

VIVA FARMACI & CURE MIRATE

Clive Dix

Così continuava l’analisi di F.T.: “Ciò potrebbe portare ad abbassare le restrizioni, fino ad annullarle, man mano che cresce la popolazione vaccinata e man mano che aumentano le terapie di contrasto, campo poco esplorato fino ad oggi dalla scienza ufficiale”.

Le ‘cure’, i ‘farmaci’ sempre boicottati da tanti, troppi governi, ben compreso il nostro, fin dai tempi del diktat “tachipirina e vigile attesa” che ha fatto strage da decine di migliaia di vite innocenti, le quali si sarebbero potute salvare con l’aiuto delle pillole giuste, ben presenti in commercio, alla portata di tutte le tasche. Senza neanche scomodare idrossiclorochina e invermectina (osteggiate in modo clamoroso), antibiotici (come lo zitromax, tanto per fare un nome) e antinfiammatori (caso mai con l’aggiunta di un cortisonico, nei casi più impegnativi) sono –  e sarebbero stati – un più che valido presidio anticovid fin dai primi sintomi.

Perché nascondere tali verità, per mesi e mesi, agli italiani?

E perché continuare a farlo oggi, in modo ancora più colpevole?

E tanto per tornare in Inghilterra, ecco cosa ha dichiarato pochi giorni fa   Clive Dix, ex capo della task force sui vaccini del Regno Unito: “Il covid dovrebbe oggi essere trattato come un virus endemico simile all’influenza e la vaccinazione di massa dovrebbe terminare dopo la campagna di richiamo”.

Chiedendo un “grande ripensamento” della strategia anticovid in tutto il Regno Unito, Dix incoraggia i ministri a “sostenere urgentemente la ricerca sull’immunità covid oltre gli anticorpi, per includere i linfociti B e i linfociti T, ossia i globuli bianchi”.

Sulla scarsa efficacia, ormai, dei richiami, ed anzi sugli effetti dannosi che ne possono derivare, firma un significativo reportage Megan Redshaw, redattrice scientifica di ‘Children’s Health Defence’, il sito fondato e animato da Robert Kennedy junior, da anni in prima fila per la tutela della salute dei più indifesi, i bambini.

Scrive Redshaw: “Le autorità di regolamentazione dei farmaci dell’Unione europea (l’EMA, ndr) hanno avvertito che i frequenti richiami di vaccini potrebbero influire negativamente sul sistema immunitario e hanno affermato che al momento non ci sono dati a supporto di dosi ripetute. Ciò arriva un mese dopo che le stesse autorità Ue hanno affermato che aveva senso ‘somministrare i richiami del vaccino già tre mesi dopo il regime iniziale a due dosi’, tra le preoccupazioni sulla variante Omicron”.

Continua la reporter: “Secondo EMA, ora, dosi di richiamo continue ogni quattro mesi potrebbero rappresentare un rischio di sovraccarico del sistema immunitario. Invece, l’agenzia ha raccomandato ai paesi di distanziare gli intervalli tra i richiami e di coordinare i loro programmi con l’inizio della stagione fredda in ciascun emisfero, seguendo i progetti delle strategie di vaccinazione antinfluenzale”.

Appunto: il covid come una forte influenza.

 

PERFINO L’EMA ADESSO AMMETTE

Redshaw riporta alcune frasi pronunciate dal capo della strategia sui vaccini dell’EMA, l’italiano Marco Cavaleri.

Megan Redshaw

Frasi, ovviamente, oscurate dai media di casa nostra, tesi solo ad amplificare i diktat di Sua Maestà Draghi e della sua corte dei miracoli:  pardòn, dei virologi pret a porter,  quelli del ‘Comitato Tecnico Scientifico’ ma non solo. Alcuni dei quali, però, finalmente stanno cominciando ad aprire e a far aprire gli occhi agli italiani, come Matteo Bassetti e Andrea Crisanti.

Ecco le parole di Cavaleri. “Sebbene l’uso di booster aggiuntivi possa far parte dei piani di emergenza, le vaccinazioni ripetute a brevi intervalli non rappresentano una strategia sostenibile a lungo termine. I booster possono essere fatti una, o forse due volte, ma non è qualcosa che possiamo pensare debba essere ripetuta costantemente”: assestando, in questo modo, un bel ceffone in faccia alle star dei vaccini, Pfizer e Moderna in pole position, a caccia di richiami continui per veder lievitare i loro profitti a dismisura.

Ed eccoci alla rivelazione che fino a qualche settimana fa sarebbe stata impensabile, soprattutto da una fonte di ‘regime’, come EMA. Ammette infatti Cavaleri: “Dobbiamo pensare a come possiamo passare dall’attuale ambiente pandemico a un ambiente più endemico”

E’ proprio qui lo snodo, il passaggio clou. Che significa, in soldoni, come raggiungere al più presto la tanto famigerata (dai Soloni della Medicina di Regime) “immunità di gregge”.

E anche all’Organizzazione Mondiale della Sanità – nota Redshaw – stanno cominciando ad aprire gli occhi, di fronte all’evidenza dei fatti.

Marco Cavaleri

Sottolinea infatti: “L’OMS avverte che i ripetuti booster non sono una strategia praticabile contro le nuove varianti. Il suo gruppo consultivo l’11 gennaio ha avvertito che è improbabile che una strategia di vaccinazione basata su dosi ripetute di richiamo della composizione originale del vaccino sia appropriata o sostenibile. Il gruppo di esperti ha affermato che fornire nuove dosi di vaccini già esistenti quando emergono nuovi ceppi non è il modo migliore per combattere una pandemia”.

E terminiamo con un’altra firma del giornalismo americano, Alex Berenson, ex redattore del ‘New York Times’ e autore di non pochi best seller.

Ecco cosa ha appena scritto: “E’ finita, gente. A parte alcuni sfortunati israeliani, nessuno riceverà una quarta dose del vaccino originale. Chiunque abbia gli occhi può vedere che non funziona contro Omicron: e se non hai ricevuto una terza dose, a questo punto, perché dovresti? Stai ricevendo al massimo poche settimane di protezione leggermente migliorata per effetti collaterali potenzialmente gravi”.

 

 

P.S. In basso trovate i link di alcune tra le inchieste e gli articoli pubblicati sulla Voce in questi due anni di pandemia.

In modo non poco significativo ci riportano ai nostri giorni, perché già parlavano di “covid come influenza”. Leggere per credere: facendo ben attenzione alle date.  

 

 

COVID 19 / SI SCONFIGGE SE DIVENTA ENDEMICO, LA RIVOLUZIONARIA SCOPERTA PUBBLICATA DA “SCIENCE”

6 Marzo 2021

 

 

COVID / POTRA’ TRASFORMARSI IN UN RAFFREDDORE ?

17 Gennaio 2021 di Cristiano Mais

 

 

REGNO UNITO / 10 VOLTE PIU’ MORTI PER INFLUENZA E POLMONITE CHE PER COVID

29 Giugno 2021 di PAOLO SPIGA

 

 

COVID 19 / HA “AMMAZZATO” L’INFLUENZA

27 Ottobre 2020 di Andrea Cinquegrani

 

 

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