Untori in abito talare

Nessun dubbio, ‘papa comunista’, è l’attributo addossato alla figura di Bergoglio dai malintenzionati che affollano le segrete stanze del Vaticano. Segnala odio, l’intensificarsi di attacchi al pontefice per il diffuso timore di perdere potere temporale, con annessi e connessi di cui fanno man bassa i vertici del clero, seguiti in ricaduta dalla malapianta di buona parte del cattolicesimo a livelli più modesti, che ha comunque tradito o travisato i canoni del cristianesimo. Per chi sa guardare è visibile e confermata da testimonianze esplicite, echeggiate in prudente misura dai media, la guerra civile che i potenti della chiesa di Cristo hanno dichiarato a Francesco. E si capisce, il buon papa argentino ha inciso in profondità su distorsioni, sconfinamenti nell’illecito e in direzione opposta su elementi di innovazione coerenti con la rivoluzione della società mondiale. Certo, qualche scontato intralcio impedisce di completare l’operazione di modernizzazione (esempio, il voto di castità). È di questi giorni di ossessione mediatica per il ‘caso Covid’, un episodio suscettibile di confermare o smentire la rivoluzione in atto, che i ‘nemici’ interni provano a bloccare, agitando lo spauracchio di Bergoglio, capo comunista della Chiesa. Dunque: è in primo piano la sciagurata iniziativa di uno sparuto nucleo di sconsiderati che indossano l’abito talare (chiesa di Ambivere, nel bergamasco) totalmente inaffidabili per specifica ignoranza, privi di competenze scientifiche anche elementari, quasi certamente plagiati da agitatori sociali, da negazionisti fuori di  testa, da avamposti del disfattismo con pericolose radici nella destra che si tenta di riesumare e a loro si unisce qualche sprovveduto senz’arte e né parte, cioè incoscienti per deficit di obiettività. I preti in questione hanno prodotto un opuscolo no vax e ‘predicano’ la disobbedienza a immunizzare sé stessi e il loro prossimo. Conoscendo la capacità di subornazione dei parroci nei confronti di fedeli culturalmente ‘fragili’, si spiega l’allarme che ha indotto i sindaci dell’area a denunciare la pericolosità del messaggio diffuso dalla chiesa di Ambivere. Sono contestate le fandonie sui vaccini, raccattate qua e là, assemblate connettendo colossali falsità alle farneticazioni di inesperti, che pontificano a [S1] vanvera, per esempio filosofi in libera uscita e intellettuali a caccia della visibilità perduta per motivi anagrafici o perché destituiti da ruoli in evidenza. Che dire? La madre degli imbecilli è sempre gravida e il pericolo per la salute collettiva alimenta la speranza che abortiscano. La delicata questione non può, non deve esentare il papa dal punire esemplarmente i preti che attentano alla vita di chi crede alle loro menzogne. Ha fatto quel che poteva Silvano Donadoni, sindaco di Ambivere. Ha preteso, ma non ha ottenuto la ritrattazione delle falsità diffuse dai preti “che turbano, senza supporti scientifici, l’immaginario popolare, con gravi ricadute sulla salute pubblica”.  Papa Francesco, non è forse un caso da scomunica?

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