JULIEN ASSANGE / LA CAMERA FILO-USA NEGA LO STATUS DI ‘RIFUGIATO POLITICO’    

Adesso la nostra Camera dei deputati sbatte la porta in faccia a Julien Assange, il fondatore di ‘WikiLeaks’ di cui gli Usa chiedono l’estradizione dalla Gran Bretagna, dove è detenuto da due anni, per processarlo e condannarlo a dovere.

L’aula di Montecitorio, infatti, ha respinto la mozione presentata da ‘Alternativa’, il gruppo composto soprattutto da ex 5 Stelle, usciti dalla formazione grillina quando si è formato l’esecutivo Draghi. Il voto, infatti, ha visto solo 22 sì, 225 no e 137 astenuti (questi ultimi sono stati i deputati di Liberi e Uguali, 5 Stelle e Fratelli d’Italia).

Una vergogna. I nostri parlamentari, ancora una volta, mostrano di fregarsene altamente dei principi minimi di libertà, calpestando i diritti elementari di verità e giustizia.

Come è successo in modo vergognoso per l’omicidio di Giulio Regeni, anteponendo la ragion di Stato e gli sporchi affari militari con l’Egitto; e per la immotivata e ormai estenuante detenzione (dura da oltre un anno) di Patrick Zaki, che vedrà un’udienza al Cairo tra pochi giorni.

Il no alla mozione finalizzata a concedere lo status di rifugiato politico ad Assange è la palese prova del totale asservimento italiano alla politica degli Stati Uniti, l’ennesima genuflessione ai diktat a stelle e strisce.

Ecco cosa denunciano i parlamentari di ‘Alternativa’: “In nome di un’inesistente fratellanza atlantica, il Parlamento italiano ha consumato l’ennesimo atto di vigliaccheria nei confronti della libertà d’informazione. La totale subalternità a Washington che detiene italiani falsamente accusati e si è sempre fatta beffe della giustizia italiana, come nel caso della strage del Cermis, ha spinto la gran parte dei deputati a disinteressarsi della persecuzione che Assange sta subendo da anni dalla democrazia di Guantanamo”.

E continuano: “Assange, che oggi langue da troppo tempo in una prigione britannica, ha contribuito ad aumentare la consapevolezza di larghi strati della pubblica opinione mondiale rispetto a governi, uomini di potere, grandi lobby, reti di relazioni ed eventi ben oltre le narrazioni ufficiali. La sua WikiLeaks ha consentito alla democrazia contemporanea di superare e mostrare i limiti del giornalismo tradizionale. Lasciare che Assange sia soggetto delle dure condizioni carcerarie è l’attentato definitivo, oltre che alla sua persona, al giornalismo investigativo e la sconfessione da parte del Parlamento e del governo italiano del diritto di tutti i cittadini di essere informati su ciò che li circonda, diritti sanciti dalla nostra Costituzione, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Oggi è un giorno triste per la democrazia e per le nostre libertà. Perché non salvaguardare l’incolumità di Julien Assange equivale a rinunciare a difendere le libertà individuali di ognuno di noi e i valori su cui si fonda la nostra società”.

Jolanda Di Stasio. Sopra, Julien Assange

Un colpo al cerchio e l’altro alla botte da parte dei 5 Stelle, che assumono una posizione totalmente ipocrita, come testimoniano le parole del capogruppo pentastellato in Commissione Esteri, Iolanda Di Stasio, la quale afferma: “Per alcuni Assange è un pericoloso criminale internazionale, per noi del Movimento 5 Stelle è un simbolo da difendere per un’informazione indipendente e libera. Siamo convinti infatti che sia vittima di una grande e grave ingiustizia. Non a caso, tutte le principali organizzazioni per la difesa dei diritti umani e della libertà di stampa, da ‘Amnesty International’, Human Rights Watch’ fino a ‘Reporters Sans Frontieres’, si oppongono alla sua estradizione negli Stati Uniti dove rischierebbe 175 anni di carcere”.

Ed ecco la retromarcia, tanto per inchinarsi davanti al premier Mario Draghi e togliergli ogni fastidiosa castagna dal fuoco: “Pur esprimendo massima solidarietà ad Assange e ai suoi familiari, pensiamo sia controproducente vincolare il governo italiano a promuovere atti di natura giudiziaria di competenza stretta di un altro Paese, in questo caso la Gran Bretagna che attualmente detiene Assange: preferiamo altre forme di sostegno. Ma una cosa è sicura: il Movimento 5 Stelle è sempre stato e sarà al fianco della battaglia di Assange e di tutti i whistleblower, perché tutelare di denuncia soprusi e corruzione è, innanzitutto, garanzia di democrazia”.

Quali saranno, a questo punto, le “altre forme di sostegno” promesse, visto che l’unica concreta azione è stata snobbata?

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