MARIO DRAGHI / IL GIALLO DELL’OPERAZIONE MONTE DEI PASCHI-ANTONVENETA

Continua la drammatica sceneggiata che vede al centro la più antica banca italiana, il Monte dei Paschi di Siena. Dopo il clamoroso dietrofront di Unicredit, che per mesi aveva trattato con il Tesoro l’acquisizione di MPS, ora è di nuovo tutto in alto mare.

Sorge spontanea la domanda. Come mai non si arriva ad una soluzione mentre la nave affonda? Forse perché è meglio ‘non toccare’ e nemmeno sfiorare un bastimento carico di segreti & misteri da brividi, come MPS? Che va dal giallo di David Rossi, il responsabile delle comunicazioni ‘suicidato’ alla Pinelli (ricordate, l’anarchico volato giù dalla Questura di Milano, ingiustamente accusato della strage di piazza Fontana?), fino agli affari sporchi dei derivati tossici Santorini e Alexandria?

Ma, soprattutto, tira in ballo la ‘madre di tutti gli affari’, l’operazione sballata del secolo, ossia il folle acquisto di Antonveneta da parte di MPS, che rappresentò l’inizio della catastrofe e vede in prima fila le gigantesche responsabilità di Mario Draghi, all’epoca Governatore alla Banca d’Italia?

Sì, perché osare toccare, nemmeno sfiorare, l’ex capo della BCE equivale oggi alla più oscena bestemmia. Come si può mai dubitare sulla competenza, la saggezza, la probità e la lungimiranza del Salvatore che sta portando l’Italia fuori dalle tempeste? Chi mai può scalfire l’integrità del premier che può diventare Capo dello Stato e per il futuro assurgerà ai vertici vaticani del dopo Bergoglio?

Nessuno, ovviamente. Solo un pazzo, un eretico, un criminale, oppure un ‘non vaccinato’ (del resto Draghi ha etichettato come criminali quelli che non si vaccinano, perché ammazzano se stessi e gli altri) potrebbe ardire tanto.

E per questo il mainstream, oggi, è un autentico coro pro Draghi, santo subito, l’Eroe che tutto il mondo ci invidia (ma chi era mai un Garibaldi?).

Dio salvi la regina, da sempre implorano gli inglesi. Dio mantenga Draghi al potere in eterno, prega e si genuflette il popolo italiano.

Ma torniamo su questa terra, e, più prosaicamente, vediamo news e numeri su quel tormentato Monte dei Paschi.

 

SE 4000 VI SEMBRAN TROPPI

E’ durata mesi e mesi la trattativa portata avanti da Unicredit per l’acquisto del ‘pacco’ MPS. Una trattativa basata soprattutto sui numeri.

Il Tesoro (che è proprietario del 64 per cento delle azioni MPS) si è attestato su un esborso da 3 miliardi di euro, mentre Unicredit è partito da una cifra nettamente superiore, intorno ai 7 miliardi. E come nelle più classiche compravendite per il calciomercato, il tira e molla è andato avanti, penosamente, all’infinito.

Il Tesoro, dal canto suo, faceva un semplice calcolo, come sul pallottoliere: i miliardi di euro pubblici fino ad oggi tuffati in quel pozzo nero targato MPS sono una montagna, circa 25; superando quota 30 rischiamo il trattamento sanitario obbligatorio, così hanno ruminato i cervelloni ministeriali.

Mentre Unicredit non era intenzionato, se non per una ‘enormità’, ad infilarsi in un simile tunnel, nel quale puoi trovare di tutto. Senza contare gli enormi costi futuri, visto soprattutto il carico del personale.

Carla Ruocco. In apertura Mario Draghi

Saltato tutto, il Tesoro resta con il cerino in mano, dal momento che non si staglia la sagoma di un pretendente neanche lontano mille miglia. A questo punto non resta che una strada, ormai obbligata: immettere altri soldi per tirar su la baracca, rappezzare le toppe, aspettare tempi migliori, e caso mai cercar di entrare nel risiko che potrà portare al terzo polo creditizio nazionale (dopo Unicredit e Intesa). Insomma, ‘impupazzare’ la sposa per un matrimonio con meno pretese.

L’esborso, comunque, non potrà essere inferiore ai 2,5-3 miliardi. Una ricapitalizzazione che, ad ogni buon conto, dovrà avere il placet dall’Unione Europea, e qui passeranno altri lunghi mesi. E a quanto pare il governo ha già chiesto alla UE una proroga dei termini lì lì per scadere.

Ma c’è anche la patata bollente degli esuberi da risolvere. Nel corso di un’audizione che si è tenuta davanti alla ‘Commissione di inchiesta sul sistema bancario’, presieduta dalla 5 Stelle Carla Ruocco, l’amministratore delegato di MPS, Guido Bastianini, ha parlato di “sufficienti spazi di manovra”, perché “ci sono bacini di colleghi che su base volontaria con un accordo sindacale, come nella prassi del sistema bancario, potrebbero decidere di accedere al fondo esuberi. I numeri – precisa Bastianini – possono essere abbastanza vari, da 2.500 ad un numero più alto, fino a 4.000. Evidentemente, di fronte a questo, c’è la necessità di oneri straordinari da allocare a bilancio”.

Avete letto bene: fino a 4.000 esuberi, numeri da brividi. Avrà mai il coraggio, Mago Draghi, di dare il suo ok ad operazioni di questo tipo, da lacrime e sangue?

Eppure, il Mago è stato capace di ben altri giochi di prestigio. I quali, però, hanno portato a risultati letteralmente disastrosi: per i conti del Paese, per i cittadini, per i risparmiatori.

Torniamo quindi indietro di qualche anno, riavvolgiamo il nastro per rammentare ‘la madre di tutti gli affari’, lo scellerato acquisto di Antonveneta da parte di MPS. Il classico bidone scientifico: come se la Juve avesse comprato un brocco sudamericano al prezzo di un Messi o di un Ronaldo.

E tutto con l’avallo di un superesperto del calibro di Super Mario Draghi.

 

ECCO LA “MADRE DI TUTTI GLI AFFARI”

Così l’ha definita Elio Lannutti, senatore 5 Stelle, storico presidente di Adusbef,l’associazione che tutela i risparmiatori e gli utenti dei servizi bancari e assicurativi, autore di due autentici j’accuse sul sistema creditizio. Il primo si intitola “Bankster – Molto peggio di Al Capone i vampiri di Wall street e di piazza Affari”, scritto con la collaborazione di Andrea Cinquegrani e Rita Pennarola. Il volume è uscito nel 2010 ed in esso è contenuto un capitolo dal titolo che si commenta da solo: “Le Grandi Cupole: Bankitalia” e segue un altro sulla Consob. All’epoca il Governatore era proprio Draghi.

Elio Lannutti

Il secondo libro, pubblicato nel 2017, è dedicato proprio al giallo Rossi e alle molteplici acrobazie finanziarie in casa MPS: “Morte dei Paschi di Siena”.

Lannutti, inoltre, per molti anni ha scritto inchieste, articoli e commenti per la Voce, denunciando fatti & misfatti del sistema creditizio.

Arriviamo all’inchiesta uscita a luglio 2015, così titolata: “Monte dei Paschi di Siena / Nuove carte sull’acquisto Antonveneta – Bankitalia sapeva!”.

Ecco l’incipit. “Dalle carte e dai documenti depositati alla Procura di Roma dall’avvocato Paolo Emilio Falaschi, emergono nuove prove, alcune inedite, sulle evidenti responsabilità della Banca d’Italia, sia in merito al costo autorizzato da 9 miliardi per acquisire Antonveneta, che sulla ispezione di Bankitalia, che aveva criticato la gestione dell’istituto veneto. L’autorizzazione della Banca d’Italia all’acquisizione di Antonveneta da parte di MPS è del marzo 2008, ma appena un anno prima (il 9 marzo 2007), un’ispezione di via Nazionale, 7 dure pagine firmate dal direttore di Bankitalia (A. Minnella), aveva demolito i conti e la gestione dell’istituto veneto”.

Così continua Lannutti: “I documenti che provano queste tesi sono stati depositati alla Procura di Roma da un avvocato senese, Paolo Emilio Falaschi, in un esposto dove si ipotizza che l’autorizzazione di Bankitalia all’operazione suicida costituisca un falso in atto pubblico. Il pm, Giancarlo Cirielli, ha aperto un fascicolo d’indagine”.

Giuseppe Mussari

E la ricostruzione dei fatti: “Nella primavera del 2008 Monte dei Paschi, guidato da Giuseppe Mussari compra per 17 miliardi Antonveneta, che gli spagnoli avevano pagato appena tre mesi prima 6 miliardi. Lo fanno senza alcuna due diligence e accollandosi un prestito da 7,5 miliardi che Santander aveva accordato ad Antonveneta per puntellarne i conti. La domanda è: sapeva Bankitalia di questo finanziamento da 7,5 miliardi? Secondo il legale senese lo sapeva perfettamente, perché aveva appena ispezionato la banca”.

 

 

I TANTI DUBBI… E POI l’OK

E poi: “Ancora più stupefacente la lettura della relazione ispettiva del 9 marzo 2007 firmata da Bankitalia su Antonveneta. Gli ispettori di via Nazionale esprimono ‘giudizio prevalentemente sfavorevole’ parlano di ‘incompleta attività di risanamento condotta’, di ‘rilevanti criticità nei profili tecnici’, di ‘involuzione del posizionamento competitivo”. Un vero rosario di critiche e osservazioni al vetriolo, che tirano in ballo anche l’alto livello di sofferenze (12 per cento degli impieghi) e ancor più quello delle ‘partite anomale’, che superano il 15 per cento. Un disastro totale.

Potete leggere l’intera inchiesta cliccando sul link in basso. Così come anche quella, del 2017, titolata “Draghi & Saccomanni, attenti a quei due / L’OK all’operazione MPS-Antonveneta”.

In quest’ultima viene riportato il passaggio clou di tutta la story, ossia l’ufficializzazione di Bankitalia per l’operazione.

La copertina di Bankster

Eccolo: “Banca d’Italia, delibera numero 154 del 17 marzo 2008. Visto quanto disposto dalle vigenti istituzioni di vigilanza, tenuto conto degli esiti dell’istruttoria, considerate le finalità e le caratteristiche delle operazioni e avuti presenti gli impegni assunti al fine di sostenere l’onere sotto il profilo patrimoniale, finanziario ed economico, si rilascia a Banca Monte dei Paschi di Siena l’autorizzazione all’acquisizione di Banca Antonveneta”. Quindi la ciliegina sulla torta. L’operazione – viene precisato – “non risulta in contrasto con il principio di sana e prudente gestione”. Firmato, Mario Draghi, all’epoca al timone dell’Istituto di vigilanza.

Ai confini della realtà.

Ad abundantiam, aggiunge Lannutti: “Draghi era anche presidente del ‘Financial Stability Forum’, l’organismo internazionale preposto a vigilare su operazioni come le acquisizioni di Abn Amro e Antonveneta. Ma anche da FSF ci fu solo silenzio”.

Una doppia vigilanza tradita, calpestata.

Ma Draghi è, oggi, il Sommo Profeta. Il Padre di tutte le Nuove Scritture.   Il Dio sceso in terra a miracolo mostrare. Il Salvatore della Patria, dell’Europa, del Mondo. L’uomo al quale chiunque affiderebbe, senza dubitare per un solo attimo, la propria vita, il proprio destino.

Ri-tornando su questa terra, qualche modesto interrogativo.

Che fine avrà mai fatto quell’inchiesta avviata dalla Procura di Roma?

Ma a prescindere da ogni conseguenza di carattere penale che mai potrebbe coinvolgere, nemmeno sfiorare, l’intoccabile premier, non ne viene un tantino scalfita l’integrità, appena velata la sacralità?

Come mai un abbaglio colossale del genere? Possibile mai?

E possibile mai che per un anello vitale nella nostra catena finanziaria e bancaria, ossia il Monte dei Paschi, nessuna soluzione sia possibile perché nessuno ha il coraggio di “aprire quella porta”?

 

 

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