JEFF BEZOS & GEORGE SOROS / I FRESCHI MAXI BUSINESS NEGLI STATES

Paperoni americani sempre a caccia di business. Soprattutto nel bel mezzo della pandemia, come dimostrano le acrobatiche imprese griffate Bill Gates, dai vaccini ai cambiamenti climatici.

In questo reportage ne descriviamo un paio che coinvolgono una sfilza di vip a stelle e strisce e mettono in gioco montagne di dollari.

Il primo è giocato sul fronte dei media, nasce per combattere la ‘disinformazione’ in tempi di covid e vede in pista due pezzi da novanta come George Soros e Reid Hoffman, che hanno appena tenuto a battesimo ‘Good Information Inc.’.

Il secondo è una già straricca start up che si preoccuperà – udite udite – di    brevettare ’elisir dell’eterna giovinezza, progettare cioè le biotecnologie ad hoc per ringiovanire le persone. Sul ponte di comando della società, ‘Altos Lab’, altri due arcimiliardari, ossia l’uomo più ricco al mondo, Jeff Bezos, e il russo americanizzato Yuri Milner.

 

CACCIATORI DI FAKE NEWS

Partiamo da ‘Good Information’.

Che nasce con la precisa intenzione da dare le ‘buone notizie’, come recita il suo nome, far piazza pulita di tutte le fake news che popolano non solo il web ma in generale i media, recitare il perfetto copione tutto Joe Biden & Casa Bianca, spianando in sostanza la strada a quel ‘Great Reset’ che le elite ormai sognano ad occhi aperti: cittadini sempre più sudditi, sempre più scimmiette ammaestrate alle quali, of course, far ingurgitare le informazioni che il Palazzo ritiene ‘buone e utili’.

Reid Hoffman. In apertura Jeff Bezos e George Soros. Sullo sfondo, cellule staminali

Per fare tutto ciò, il team di vertice sta pensando ad un vero e proprio maxi shopping editoriale, sostenendo economicamente oppure direttamente acquistando testate giornalistiche di dimensioni medio piccole, siti sparsi qua e là per i vari stati americani, insomma tutto quanto fa ‘media’, soprattutto se non navigano in buone acque finanziarie, come sta generalmente accadendo di questi tempi, con una forte crisi non solo di vendite (per il cartaceo) ma anche sul fronte delle entrate pubblicitarie.

Il team sarà guidato da Tara Mc Govan, ex stratega democratica che in precedenza ha gestito un’organizzazione no-profit progressista, ‘ACRONYM’.

Commenta la reporter Sara Fisher: “Acronym ha investito in società a scopo di lucro che hanno creato soluzioni multimediali e tecnologiche per il partito democratico. Ha condotto una delle più massicce campagne digitali per sconfiggere Donald Trump alle presidenziali, investendo 100 milioni di dollari. Una delle società su cui ha puntato, chiamata ‘Shadow’, ha fatto notizia nel 2020 per aver contribuito alla comunicazione ritardata dei risultati elettorali dell’Iowa. E Hoffman, il fondatore di Linkedin, ha sostenuto Acronym”.

Un fondatore che poi ha ceduto la sua preziosa creatura, Linkedin appunto, per una barca di soldi, la bellezza di 26 miliardi di dollari, alla ‘Microsoft’ di Bill Gates.

E alla partita di ‘Good Information’ si aggiungono altri due finanzieri che viaggiano con il vento in poppa, Ken e Jen Duda, nonché una star del firmamento finanziario a stelle e strisce, ‘Incite Ventures’.

L’imperativo, comunque, è quello di rastrellare fondi su fondi, raccogliere altri finanziamenti per dare ancor più spessore all’iniziativa: l’obiettivo minimo, tanto per gradire nella fase iniziale, è da 65 milioni di dollari.  Afferma Tara McGowan: “Stiamo rivelando ai nostri investitori, specialmente in questo momento di sfiducia verso i media, che la trasparenza è la cosa fondamentale”. Secondo McGovan, comunque, “il gruppo potrebbe effettuare investimenti in entità di tutto lo spettro politico, purchè gli standard editoriali supportino informazioni basate sui fatti”. E come esempio cita ‘The Bulwark’, un sito di notizie di centrodestra però fondato in opposizione al trumpismo.

 

Dan Pfeiffer

Ed è ormai alle porte un primo acquisto, per una cifra non ancora resa nota. ‘Good Information’, infatti, a breve acquisirà, proprio da ‘Acronym’, ‘Courier Newsroom’, una catena di agenzie di stampa locali con 60 giornalisti che lavorano a tempo pieno in otto redazioni locali (in Arizona, North Carolina, Michigan, Virginia, Iowa, Wisconsin, Pennsylvania e Florida). E subito dopo, sempre da ‘Acronym’, prenderà anche ‘FWIW’, che si occupa di raccolta pubblicitaria.

Il comitato consultivo della società è parecchio affollato, una ventina di esperti in politica, media, tecnologie, come l’ex direttore delle comunicazioni alla Casa Bianca, Dan Pfeiffer; il fondatore di ‘Civic Signal’, Eli Pariser; il co-fondatore di ‘Check My Ads’, Nandini Jammi; l’ex editore del ‘Chicago Tribune’ e del ‘Chicago Sun-Times’, Mark Jacob; la co-fondatrice di ‘Accountable Tech’, Nicole Gill, per citarne solo alcuni.

Secondo il sito ‘Axios’, Soros coltiva un altro progetto, quello di accrescere la sua influenza sul potere giudiziario Usa: “George Soros ha diversificato il suo approccio ‘filantropico’ agli Usa. Dopo aver per anni sostenuto con milioni e milioni di dollari il partito democratico e i suoi politici (più, forse, qualche repubblicano), è passato ora a cercare di influenzare le elezioni dei Procuratori degli Stati e delle città. Una mossa che, secondo alcuni, altera non poco l’equilibrio sociale”.

 

L’ARCIMILIARDARIO ELISIR DI LUNGA VITA

Eccoci alla seconda iniziativa degli arcimiliardari made in Usa, quella per giungere all’elisir dell’eterna giovinezza, il dream di sempre.

Il battesimo, per ‘Altos Lab’, si è celebrato proprio nella super villa da sogno di Milner e della sua consorte, Julia, i quali condividono, of course, la rituale Fondazione. Una tenuta-chateau (stile francese) comperata esattamente dieci anni fa per 100 milioni di dollari (uno dei prezzi più alti mai pagati per una residenza americana), e ubicata a Los Altos Hills (sopra Palo Alto), nel cuore della Silicon Valley, tanto per gradire.

Una due giorni che ha ospitato decine e decine di scienziati di fama internazionale, accorsi da tutti gli States, e non solo. In quella occasione sono state gettate le basi per la nascita della avveniristica sigla che dovrà stupire il mondo intero con le sue scoperte che più rivoluzionarie non si può.

Yuri Milner. Nell’altra foto in basso, la sua villa di Palo Alto

Ecco cosa raccontano gli esperti: “Altos Lab sta perseguendo la tecnologia   di riprogrammazione biologica, un modo per ringiovanire le cellule in laboratorio che alcuni scienziati pensano possa essere esteso per rivitalizzare interi corpi animali, prolungando in definitiva la vita umana”.

Partorita negli Stati Uniti, gemmata in Gran Bretagna, Alto Lab si allungherà presto in Giappone e potrà contare su svariati centri di ricerca, come ad esempio nella Bay Area di San Diego, in California, e a Cambridge, in Inghilterra.

Ai ricercatori e scienziati che verranno man mano arruolati, saranno garantiti ‘stipendi’- pagati attraverso la ‘Milky Way Research Foundation’ – certo non da fame, capaci di sfiorare anche il tetto del milione di dollari l’anno, 1 milione tondo tondo: not nuts, certo non noccioline.

Ecco, fior tra fiore, il parterre de roi in campo scientifico.

Sarà in formazione il biologo spagnolo Juan Carlos Izpisua Belmonte, oggi ancora impegnato al ‘Salk Institute’ di La Jolla, in California: è diventato famoso, anni fa, per le ricerche che mescolano embrioni umani e di scimmia.

Non mancherà all’appello Steve Horvath, docente alla celebre ‘Ucla  University’ e inventore di un ‘orologio biologico’ capace di misurare con precisione l’invecchiamento umano.

E’ certamente del team il co-premio Nobel 2012 Shinya Yamanaka per la sua scoperta sulla ‘riprogrammazione cellulare’: con l’aggiunta di sole 4 proteine (ora note come ‘fattori Yamanaka’), cioè, le cellule possono essere istruite per tornare ad uno stadio primitivo, con le proprietà delle   staminali embrionali.

Ed ancora, Peter Walter, che nel suo laboratorio all’Università della California ha studiato per anni una molecola con portentosi effetti sulla memoria.

Poi Wolf Reik, specialista nella materia più ‘calda’, ossia la ‘riprogrammazione’: ha appena lasciato un prestigioso incarico, quello di direttore al ‘Babraham Institute’ inglese, per una misteriosa poltrona: non poi così tanto, visto che farà parte del nuovo gruppo griffato Bezos-Milner.

E sempre dalla Spagna è in arrivo un’altra star, Manuel Serrano, che si è formato all’Istituto per la ricerca in biomedicina di Barcellona.

 

Richard Klausner

E chi sarà mai il coach di questo dream team? Si tratta di Richard Klausner, per anni a capo del celebre ‘National Cancer Institute’, poi passato a fare l’imprenditore a tutto campo: ha provveduto ad avviare, ad esempio, aziende come ‘Juno Terapeutics’ e ‘Grail’, affermatasi per i test sul cancro. E, ancor più, si è inventato come organizzatore – scrivono i suoi biografi – di “grandi e redditizie scommesse finanziarie nel campo delle nuove biotecnologie”. Uno Special One, Klausner.

Ma torniamo a bomba, per saperne qualcosa di più sul per certi versi ‘misterioso’ Milner.

Ecco cosa scrivono i suoi, di biografi: “Il miliardario russo Yuri Milner ha guadagnato fama e ricchezza come uno dei primi sostenitori di Facebook Inc., Twitter Inc. e altre start-up della Silicon Valley. Chiamato ‘l’investitore tecnologico più influente della Russia’ da Forbes, la ricchezza di Milner gli ha permesso di collaborare con il presidente di Facebook Mark Zuckerberg nella filantropia scientifica e formare un’iniziativa spaziale con il famoso fisico Stephen Hawking”.

Ma eccoci a qualche nuvoletta.

“Documenti trapelati noti come ‘Paradise Papers’ hanno mostrato che l’investimento su Facebook, organizzato dalla sua società di investimento ‘DST Global’, ha ricevuto finanziamenti da una sussidiaria del gigante energetico russo ‘Gazprom’. Hanno anche dimostrato che l’investimento su Twitter ha avuto il sostegno di ‘VTB’, una banca controllata dallo stato russo e sottoposta alle sanzioni statunitensi dal 2014”.

Hanno chiuso un occhio, le solitamente rigide autorità americane?

O cosa?

 

 

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