SUPER GREEN PASS / DISCO VERDE ALLA PENA DI MORTE

“Siamo di fronte ad un decreto legge che legittima la pena di morte”.

E’ il fortissimo j’accuse lanciato da una penalista milanese, Antonia Parisotto, per anni componente della segreteria dell’ ‘Organismo di difesa dei Diritti delle Donne Italiane’ (ODDI) che s’è poi allargato alle donne musulmane in Italia. Da poco ha aderito ad un’altra associazione costituita a tutela dei diritti e delle libertà individuali e collettive, ‘La Genesi’.

L’avvocato Parisotto è stata intervistata dal sito cattolico di controinformazione ‘La Nuova Bussola Quotidiana”. Ecco i passaggi salienti.

Si parte proprio dal famigerato Decreto Legge che impone a tutti i lavoratori l’obbligo del lasciapassare ‘verde’.

“Sarò un po’ provocatoria: siamo di fronte ad un Decreto Legge che ha legittimato la pena di morte”.

“Sì, perché in modo surrettizio è stata dichiarata la legittimità di lasciar morire le persone, che non possono più veder riconosciuto il principio primario del diritto al lavoro, su cui si fonda la nostra Repubblica; ma se si preclude la possibilità di lavorare, si badi bene, non ad alcune persone ma quasi ad un terzo degli italiani, significa impedire loro di procurarsi il necessario per portare a casa il pane. E se non hai il pane, muori”.

Antonia Parisotto

“Non esiste alcuna norma, men che meno di diritto naturale, che venga a legittimare il sacrificio di un soggetto, fosse anche uno solo, a favore di altri. Diversamente, si potrebbe arrivare a sostenere la legittimità di sacrificare una persona per espiantargli gli organi, perché con quegli organi potrei salvare la vita di altre persone. In questo modo si contraddice il principio di poter decidere se assumere o meno determinati farmaci, rinnegando così apertamente l’articolo 32 della Costituzione italiana, perché di fatto si dichiara che il sacrificio di una persona è legittimato dal fatto di garantire il bene della comunità”.

“Oggi – è un dato certo – almeno 14 persone sono decedute in conseguenza dell’assunzione di queste sostanze (i vaccini anti covid, ndr). Ma basterebbe anche una sola persona morta a rendere illegittima l’obbligatorietà, conclamata o surrettizia, di farsi somministrare questa sostanza. Che il sacrificio del singolo per il beneficio di molti non sia possibile, lo ricorda la sentenza 5/2018, che tra le condizioni per una legittima obbligatorietà di un trattamento sanitario includeva ‘la previsione che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che vi è assoggettato, salvo che per quelle sole conseguenze che, per la loro temporaneità e scarsa entità, appaiano normali di ogni intervento sanitario e, pertanto, tollerabili’. Questo è un notevole punto di forza, in questa battaglia”.

“Notizia di poco fa, in Francia si sta andando nella direzione di un ridimensionamento delle misure prese dal governo Macron, misure che peraltro non colpivano così tanto i lavoratori e le scuole. Anche in Slovenia, dove non si poteva nemmeno andare a fare il carburante senza il green pass, adesso si può circolare liberamente. In Spagna esistono dei Tribunali che hanno ancora il coraggio e l’onestà intellettuale di applicare la propria Costituzione; i ricorsi presentati hanno trovato giustamente accoglimento da parte di chi è chiamato a decidere. La Spagna ha respinto il green pass a colpi di sentenze”.

“Il fresco Decreto Legge deriva dal Regolamento UE 953 del 2021. In questo regolamento c’è un ormai famoso ‘considerando’, il numero 36, che impedisce qualsivoglia discriminazione verso chi non possa o non voglia assumere queste sostanze. Questo Regolamento è diventato definitivo e, nell’ultimo articolo, il numero 17, si pone come obbligatorio per tutti gli stati UE ‘in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in tutti gli stati membri’. Quindi anche il ‘considerando’ numero 36 è vincolante. Si tratta di una norma obbligatoria, a cui il Governo italiano ha aderito. Pertanto ogni Decreto Legge deve sottostare a questo Regolamento”.

“Un’eccezione di incostituzionalità non può essere promossa da un cittadino e nemmeno da un avvocato. E’ possibile solo se, in un caso concreto, il Giudice chiamato a decidere promuove un’eccezione di costituzionalità. Oltre ad un magistrato, lo può fare un senatore. Ci stiamo muovendo su quest’ultimo fronte. Dico solo che c’è una strada aperta. Io e tanti miei colleghi stiamo lavorando a testa bassa, per ore e ore, continuando ad avere fiducia che, prima o poi, chi di dovere riconoscerà l’illegittimità di queste norme. In parallelo, però, è necessario che nel popolo italiano cresca la consapevolezza del momento che stiamo vivendo e che si prendano posizioni ferme. Dobbiamo essere fieramente decisi a combattere per questa causa, di fronte a quella che si configura sempre di più come un’estorsione da parte dello Stato”.

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