SINDACATO E SINISTRA / MORTI E SEPOLTI

Nessuno si è chiesto, in questi giorni, come mai il sindacato di casa nostra (Cgil, Cisl e Uil per intendersi), una volta forte presidio a tutela di tutti i lavoratori, sia ormai morto e sepolto.

Immobile. Silente. Incapace ormai di pronunciare anche una sola sillaba per difendere quel poco che resta sul diritto a fare un lavoro e non essere calpestato come una pezza da piedi.

E’ appena successo con il Super Green Pass firmato Draghi, passato come un rullo compressore su quei diritti, senza che si sia sentita volare una mosca, una di numero. Flebili richieste su qualche sconticino per i tamponi, come fa la Lega di Salvini, ormai ridotta alla frutta.

C’era una volta il sindacato del mitico Luciano Lama, della mitica triplice sindacale che faceva davvero paura ai padroni, riusciva a mettere sull’attenti persino un pezzo da novanta come Gianni Agnelli. Quel tris d’assi Lama-Carniti-Benvenuto è ora un pallido, scolorito ricordo di antiche battaglie, di autentiche lotte sindacali, di piazze gremite, di mobilitazioni da brividi.

Ora regna un silenzio che più tombale non si può, un pigolar sconnesso, poche sillabe, e pure incomprensibili.

Ho parlato giorni fa con un dipendente della ex Alenia di Pomigliano d’Arco, un tempo fulcro di produzioni all’avanguardia e fucina per tante battaglie sindacali. Nelle sue parole si legge con chiarezza disarmante un senso di paura, di sconforto, di abbandono. Il senso di una totale deriva. “Il sindacato ci ha totalmente abbandonati – le sue parole – si è svenduto non solo al padronato, come si diceva una volta, ma al governo, a tutti. Noi siamo come foglie abbandonate al vento, con quelle poche tutele ormai messe pesantemente in discussione. Ci voleva la pandemia per dimostrare il vero volto del nuovo potere che ora decide di tagliare i posti senza alcun problema, senza dover rendere conto a nessuno, di fare quando vuole il lavoro a distanza. Insomma, quello che una volta era contrattazione sindacale, ora diventa un diktat bello e buono. E la sinistra che fa? Ormai è sparita da tempo. E’ ormai tutt’uno con Confindustria e il governo, un minestrone che peggio non si può. Siamo realmente senza più alcun punto di riferimento. E la situazione, ora, si fa sempre più senza sbocco. E sempre più drammatica”.

Parole che dovrebbero far riflettere tutti. Soprattutto chi, ormai, non dà più segni di vita, come il sindacato e i partiti (sic) di sinistra.

Ma può mai chiamarsi ‘sinistra’ quella del PD, un partito che sintetizza ormai il peggio del peggio della vecchia DC ? Può mai chiamarsi sinistra la melassa 5 Stelle che ha tradito, in questi anni di totale (s)governo, quel poco che aveva promesso e ora fa esattamente il contrario alleandosi perfino con i nemici giurati Lega e Forza Italia?

Ormai il deserto è totale. Non esiste una alternativa possibile al niente. Vale a dire: il niente della destra – che viene plasticamente dimostrato dalla totale incapacità di presentarsi al voto amministrativo delle grandi città, con sceneggiate davvero farsesche e consegnando su un piatto d’argento la vittoria ai suoi rivali senza neanche giocare la partita – è contrastato dal niente del centrosinistra!

Ma in mezzo ci sono i cittadini, sommersi dai problemi, ammazzati dai rincari già promessi come la bolletta elettrica che sta per aumentare del 40 per cento (avete sentito bene, il 40 per cento, non il 4!), storditi dalla propaganda governativa degna di un Minculpop in piena regola, con un totale lavaggio del cervello sul fronte dei vaccini e dei green pass.

Dicevamo del sindacato ormai morto e sepolto. Capace persino di far passare una prossima politica di licenziamenti che più massiccia non si può.

Avete capito la trappola? Si comincia dalle piccole imprese, dove il lavoratore privo di green pass può essere subito (dopo 5 giorni) sostituito da un altro, vaccinato a tutto punto. Cosa vuol dire, secondo voi, la paroletta magica ‘sostituito’? Licenziato, naturalmente. Visto che è alquanto improbabile che il neo assunto possa poi essere rispedito al mittente.

Avete capito bene, basta ‘la parola’, come diceva una vecchia pubblicità:      non quella impronunciabile, ossia ‘licenziamento’, è sufficiente cambiarla    con ‘sostituzione’.

Come del resto è stato fatto con tutta la sceneggiata maxima: quella del green pass che sostituisce in pieno l’obbligo vaccinale. Che il codardo Draghi, a dispetto del suo infuocato e bellicoso cognome, non ha il coraggio di pronunciare: perché sa bene la tempesta che solleverebbe, a botte di ricorsi costituzionali e, soprattutto, di maxi richieste di risarcimento danni per gli effetti collaterali causati dai vaccini in tutti i cittadini.

La farsa, quindi, continua. Ma fino a quando resterà entro questi confini e non si trasformerà in guerra sociale?

 

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